Silvia Mazzieri in “Vivi e lascia vivere”: una storia di rinascita femminile
Oggi l’intervistata è Silvia Mazzieri, l’attrice del momento, parte delle grandi fiction italiane come “Il paradiso delle signore”, “Doc – nelle tue mani” e “Vivi e lascia vivere”. Con grande piacere, attraverso le sue parole scopriremo come il suo ruolo all’interno dell’ultima serie sopracitata abbia dato un valore aggiunto al significato di women’s empowerment.
1. Partiamo dal principio: chi è Silvia Mazzieri?
“Sono decisamente una sognatrice. Credo nel sogno ma credo anche nelle cose concrete. Non basta semplicemente sognare per realizzarsi come persone. Bisogna studiare, sperimentare, scoprire e mettersi alla prova. Sono emotiva ed empatica, ed anche un po’ ansiosa. Credo che ogni persona abbia un passato, una vita. Odio giudicare le persone e sentirne parlare male. Con amore e rispetto verso il prossimo, potremmo fare grandi cose. Amo la verità e la limpidezza, ma soprattutto valori come l’onestà”.
2. Oltre alle tue esperienze cinematografiche, dal tuo curriculum artistico si desume che tu sia stata una delle partecipanti di Miss Italia 2010, ottenendo la fascia di Miss Cinema. In che modo ti ha arricchita questa occasione?
“Quell’occasione ha rappresentato sicuramente un momento bello ed un inizio. Dopo l’esperienza, mi sono trasferita a Roma per studiare recitazione. Collego la mia partecipazione a Miss Italia come ad un inizio inaspettato. E’ stato emozionante vedere la mia famiglia, specialmente mio fratello, felice della fascia di Miss Cinema che ottenni quell’anno”.
3. Secondo te, come viene promosso il ruolo della donna nel mondo del cinema?
“Come Silvia Mazzieri, sono dell’idea che il ruolo della donna nel mondo del cinema è un ruolo che deve ancora evolversi del tutto. Mancano le storie raccontate dal punto di vista femminile. Mancano soprattutto le registe. Sento, però che siamo sulla strada giusta e nel momento in cui ogni artista si esporrà sull’argomento, forse diventerà ‘normale’ andare al cinema e vedere ruoli di donna ‘giusti’ e non soltanto di contorno. Negli ultimi mesi, ho visto ‘Piccole donne’ al cinema. Quel film è un inno alla forza e all’emancipazione femminile ed è diretto da una donna come Greta Grewing. Vedere un progetto del genere ti fa capire che noi donne abbiamo tanto da raccontare”.
4. Silvia, in “Vivi e lascia vivere” interpreti il ruolo di Giada Ruggero. Come descriveresti il tuo personaggio a livello caratteriale?
“Giada è forte, coraggiosa, determinata ma anche ribelle. È stato entusiasmante, per me, come Silvia Mazzieri, poter raccontare la sua evoluzione e la sua crescita personale. È una ragazza che si è messa in gioco, tra paure e fragilità. Di lei, è emerso un flusso di coscienza che l’ha portata a porsi delle domande, a sbagliare, ad agire. Non è mai stato un personaggio statico, ma è stato reale ed umano. Tante persone mi hanno scritto di essersi identificati in lei e questo mi ha reso molto orgogliosa”.
5. Giada Ruggero ha una forte personalità, la quale – spesso – si scontra con quella altrettanto forte della madre, Laura, interpretata da Elena Sofia Ricci. Come definiresti il loro rapporto?
“Il loro è un rapporto di amore e di incomprensioni. Come tutti i legami umani, del resto. Ognuno di noi, nella vita quotidiana, si confronta con le persone che ha accanto. Laura e Giada sono più simili di quanto si pensi. Nelle scelte di vita e nel loro modo di agire, c’è di base una grande forza ed un grande coraggio. Madre e figlia sono state necessarie l’una per l’altra e si sono stimolate e fatte forza a vicenda. Giada ha spronato la madre a fare i conti con la verità. Laura ha spinto Giada a capire cosa volesse davvero per il suo futuro”.
6. “Vivi e lascia vivere” è una serie televisiva che celebra il mondo femminile. Giada Ruggero come si è mostrata in merito a tale celebrazione?
“Il mondo femminile è ricco di sfumature ed è bello che le serie stiano cercando di raccontare le donne nelle loro diversità. Raccontare le donne non è mai facile, ma questa serie ha fatto emergere il coraggio, la voglia di rinascita femminile. Ognuna di noi, dopo un’esperienza negativa, può trovare la forza di ricominciare. Giada, come ogni giovane donna, ha un futuro davanti e sta iniziando a farsi spazio nel mondo. Le evoluzioni e le crescite non sono mai facili e serve cadere, sbagliare per capire davvero cosa si vuole davvero. Giada è estremamente umana. Credo che emerga molto il tema dell’emancipazione e della volontà di voler costruirsi come persone, nonostante i problemi”.
7. Quali sono, per l’esattezza, i messaggi di women’s empowerment che trasmette Giada in “Vivi e lascia vivere”?
“Ricercare la verità è un grande atto di coraggio. Giada pretende la verità dai suoi genitori e fa di tutto per ottenerla. Parte improvvisamente per Tenerife e cerca suo padre. Cambia le carte in tavola e sottolinea quanto lei e i suoi fratelli abbiano bisogno di verità e di limpidezza. Inoltre, credo che Giada mettendosi in gioco, studiando e partendo per New York, nonostante le mille paure, lanci un messaggio di forte speranza. Nonostante le difficoltà economiche che una famiglia può avere, ogni ragazza merita di studiare, di fare master e di costruire il proprio percorso. Di Giada ho ammirato molto il fatto che abbia seguito sempre quello che sentiva in ogni determinato momento, anche quando si è rapportata a personaggi come Luciano e Nicola. Non si è mai risparmiata, ma ha dato voce alle sue emozioni e questo per me è fondamentale”.
8. Giada è intenzionata a frequentare l’università e a laurearsi. Per farlo, intraprende la carriera da cubista. Cosa ne pensi delle ragazze come Giada che, pur di far avverare i propri sogni, sono disposte a svolgere lavori non comuni a tutti e spesso criticati?
“Come dici tu, il lavoro da cubista è sicuramente un lavoro criticato e non comune. Quando ho iniziato a girare la serie e ad approcciarmi a questo personaggio, sono andata fino in fondo per capire la sua scelta. Ho compreso che Giada decide di fare questo lavoro perché è un lavoro in cui può ottenere sicuramente un guadagno più alto, in poco tempo. Durante il corso delle puntate, il mio personaggio è spesso a disagio e si sente fuori luogo in varie occasioni. Pian piano, vede quel lavoro come una scoperta della propria femminilità senza mai cadere nella volgarità. Rispetta se stessa e pretende che anche gli altri la rispettino.
Nello specifico…
C’è una scena nel locale, in cui un uomo pretende di toccarla, lei lo ferma subito. Quella scena fa capire quanto sia importante far capire alle persone che fare la cubista non significa dare spazio alle persone di ‘usare’ il tuo corpo, ma di rispettarlo in ogni situazione”.
9. Quali sono le lezioni di vita di cui hai fatto tesoro interpretando il ruolo di Giada Ruggero?
“Giada a livello umano ma anche artistico mi ha fatto capire quanto sia importante mettersi in discussione e quindi in gioco. Grazie a questo personaggio, come Silvia Mazzieri ho sfidato me stessa e paradossalmente è quello che anche Giada fa durante il corso della sua storia. Mi ha dato una grande energia, una grande forza e tante nuove consapevolezze”.
10. Silvia, come ti vedi tra 10 anni?
“Mi immagino sicuramente serena, con una famiglia. Mi auguro di essere una donna orgogliosa di me stessa, una buona madre e una buona moglie, oltre che una brava attrice. E soprattutto, mi auguro di compiere delle scelte coerenti con il mio percorso e con la mia persona”.
Conclusione
Silvia Mazzieri ha imparato tanto da Giada Ruggero. È consapevole del fatto che per raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo bisogna cadere, sbagliare, in modo tale da capire come approcciarsi alla vita, alle situazioni. In “Vivi e lascia vivere”, Silvia rischia, si mette in gioco, testa e sperimenta la sua stessa femminilità, augurandosi di essere fonte d’ispirazione per tutte quelle donne che si sentono perse. Attraverso la fiction, Silvia Mazzieri lancia un importante messaggio: “anche se sei donna, puoi ricominciare”.
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