GIUSEPPE SEBASTIO: I NOSTRI OCCHI A 360 GRADI
ABBIAMO INTERVISTATO GIUSEPPE SEBASTIO, ECCELLENZA DELLA CHIRURGIA REFRATTIVA
Chi è Giuseppe Sebastio?
Giuseppe Sebastio: Sono un Tarantino nato casualmente a Brescia nel lontano 8 Novembre del 1969. Dopo la Maturità classica mi sono laureato in Medicina e Chirurgia alla facoltà degli studi di Firenze e specializzato in Oculistica col massimo dei voti e lode. Nel 1997 mi sono trasferito definitivamente in una Milano che mi ha permesso di crescere.
Quando hai capito di voler diventare oculista?
Giuseppe Sebastio: Ero piccolino, avevo otto o nove anni circa. La mia mamma era fortemente miope e anisometrope (grande differenza di diottrie tra i due occhi) e in più aveva importanti corpi mobili del vitreo. Quest’ultima cosa, obbiettivamente molto fastidiosa, ma di poca importanza, risultava “incurabile”. Da quel momento ho capito che da grande avrei fatto l’oculista! E così è stato.
Come sei diventato l’oculista dei vip?
Giuseppe Sebastio: “Oculista dei VIP” è un nomignolo che ultimamente mi è stato affibbiato. La chirurgia refrattiva di cui prevalentemente mi occupo, volta all’eliminazione degli occhiali con il “laser”, ha sicuramente una finalità funzionale ma anche estetica. Tutti vogliono eliminare l’uso degli occhiali e tra questi anche chi lavora nell’ambito dello spettacolo, televisione, moda, sport. E da sempre si sono rivolti a me “personaggi” di tutti i tipi. I social hanno poi fatto il resto. Una volta bastava il passaparola e dopo aver operato un paziente ti arrivava la compagna, il fratello, la mamma, etc. Vincendo finalmente i normalissimi timori che li avevano fermati fino ad allora.
Qualche anno fa ho operato una cara amica, Simona Salvemini (Grande Fratello), la quale mi ha praticamente costretto a realizzare la pagina dello studio su Instagram. Beh, all’inizio ero titubante, ma poi il potere del passaparola è ovviamente cresciuto a dismisura. I VIPs operati spesso hanno condiviso sui social le loro esperienze e il resto è venuto da sé. Ma allo stesso tempo i social come Instagram e Facebook sono diventati un’ulteriore possibilità di poter aiutare chi ha bisogno di informazioni e consigli. Ricevo tantissimi quesiti e cerco di rispondere sempre a tutti.
Dall’età pediatrica a quella geriatrica: come cambia il nostro occhio? In quale range d’età diventa più vulnerabile?
Giuseppe Sebastio: L’occhio è un organo tanto piccolo e tanto complesso. La capacità visiva si sviluppa nei primissimi anni di vita. E’ infatti fondamentale una visita oculistica sia alla nascita (per escludere patologie che potrebbero interferire col normale sviluppo dell’organo), sia entro i primi 3-4 anni di vita. Chi realmente “vede” infatti non è l’occhio, ma il cervello che riceve le immagini e che in questi primi anni “impara” a vedere. Se per qualche motivo (cataratta congenita, vizio refratti, etc.) non riceve immagini nitide, il cervello non “impara” a vedere. Anche una volta scoperto e risolto il problema in età adulta, comunque non sarà in grado di vedere nitido e l’occhio risulterà “pigro” (o ambliope come diciamo noi oculisti) e non c’è più modo di rimediare.
Durante la crescita del nostro corpo, cresce anche l’occhio e può subire delle modifiche del potere refrattivo con possibili aumenti della miopia, ipermetropia e dell’astigmatismo. Questo normalmente fino ai 18 anni (salvo eccezioni particolari). Ecco perché già a 20-21 anni (se non si sono subite variazioni importanti della refrazione negli ultimi due anni), ci si può operare con il laser. Il tutto poi resta stabile fino ai 75-80 anni, quando per fenomeni ossidativi la “lentina” che è dentro l’occhio (cristallino) diventa sempre meno trasparente. Si tratta della “cataratta” che il nonno deve operare per tornare a vedere bene. E talvolta con l’età anche la “retina”, il sensore che riceve l’immagine nell’occhio che poi trasmette al cervello, può deteriorarsi. Ecco la maculopatia di cui ultimamente si sente parlare che porta a importanti problemi visivi nell’anziano.
Quali sono secondo te, le maggiori implicazioni psicologiche dell’uso di occhiali da vista, soprattutto nell’età pediatrica ed adolescenziale?
Giuseppe Sebastio: C’è da dire che oggi gli occhiali sono diventati dei veri accessori fashion, che danno charme e personalità a chi li indossa. Spesso i miei pazienti mi dicono di non odiarli anzi talvolta qualcuno continua addirittura a metterli con lenti neutre anche dopo l’intervento. Quando ero bambino ricordo il “dramma” dei miei compagni costretti a portare occhiali che li trasformavano in “quattrocchi”. E specialmente nelle bambine la cosa era vissuta con enormi disagi.
Oggi per fortuna per prima cosa con il miglioramento della qualità e della tollerabilità delle lenti a contatto. Queste vengono prescritte già in età scolare limitando tali disagi, anche spesso associate all’attività sportiva, sicuramente limitata dall’uso di lenti spesse e ingombranti. Per alcune attività come ad esempio il nuoto, lo sci, il calcio, il volley, o il mio adorato diving, sono di sicuro un impedimento. E comunque, pur essendo sempre più belli, gli occhiali sono spesso vissuti come una “schiavitù”. Mia figlia di quasi 16 anni non vede l’ora di farsi operare, ma, ahimè, anche lei dovrà aspettare la stabilizzazione della sua miopia e astigmatismo e nel frattempo dovrà pazientare fino ai 20-21 anni.
Cos’è la chirurgia refrattiva?
Giuseppe Sebastio: Chirurgia refrattiva con il laser (ad eccimeri o a femtosecondi) permette la correzione dei principali difetti della refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo,etc.). Si basa sul fatto che la cornea, la lente più “anteriore” dell’occhio (dove si appoggia la lente a contatto), ha una curvatura che non permette la corretta focalizzazione dei raggi luminosi sulla retina.
Semplificando molto: può essere troppo curva e focalizzare prima della retina (miopia) o dopo la retina (ipermetropia) o addirittura essere più curva su un meridiano rispetto all’altro provocando una visione distorta (astigmatismo). Con il laser modifichiamo in pochi secondi questa curvatura provvedendo ad una “scolpitura” del nuovo profilo sulla cornea stessa. Ci sono diverse tecniche, alcune più fastidiose altre di più veloce risoluzione, ovviamente da valutare di caso in caso con il chirurgo. Il risultato è comunque di una visione nitida per lontano senza l’uso delle lenti.
Chi può sottoporsi all’intervento?
Giuseppe Sebastio: Tutti quelli che hanno le condizioni di poterlo fare. Rispetto a più di 25 anni fa, ora abbiamo una casistica di milioni di occhi trattati pertanto conosciamo perfettamente quali debbano essere le condizioni preoperatorie compatibili. I miei pazienti sanno che, sdraiandosi sul lettino operatorio, possono essere assolutamente tranquilli del sicuro successo. Chi non può operarsi viene scartato. La visita oculistica preoperatoria prevede tutta una serie di valutazioni delle condizioni dell’occhio e della cornea. Anche l’uso di attrezzature dell’ultima generazione ha il suo perché: si tratta di una microchirurgia dove la precisione è fondamentale. Sia lo studio che la clinica dove opero da più di venti anni (sempre la stessa) sono dotati delle attrezzature più avanzate e sempre aggiornate.
Sistemi computerizzati di acquisizione dei dati refrattivi, che parlano con computer che, ne acquisisce i dati per poi trasmetterli direttamente alla clinica. Oggi si riesce a fare trattamenti che anni fa potevano essere impensabili: la qualità della superficie corneale è decisamente migliore, più liscia e uniforme, trattiamo zone ottiche più ampie in modo da evitare fastidi e aloni che un tempo potevano comparire di sera quando la pupilla è più dilatata. Spesso i pazienti raggiungono un’acutezza visiva anche superiore a quella che avevano col semplice uso degli occhiali.
Qual è la cosa che più ti gratifica nel tuo lavoro quotidiano?
Giuseppe Sebastio: Per capire quale sia la massima gratificazione del mio lavoro bisogna conoscermi. Mi definisco un “vampiro” di emozioni. Arte, musica, paesaggi, mare… E questo si trasmette nel lavoro. Una volta una paziente pietrificata dall’ansia durante i quattro minuti di intervento (non mi rispondeva neppure, se non sollevando il pollice per dire “si” e “no”). Alla fine si è alzata e mi ha quasi stritolato con un abbraccio infinito. Un’altra, fortemente miope, alzandosi dal lettino si è guardata intorno cerando di sfuggire ai miei occhi, per non farmi vedere che stava piangendo di gioia senza riuscire a trattenere le lacrime.
Tutti sanno cosa stanno per fare. Tutti si aspettano di vedere. Tutti vogliono il risultato. Eppure in un modo o nell’altro subiscono lo stupore di scoprire dopo anni di lenti di vedere il mondo senza. Lacrime, risate, sorrisi, baci abbracci. Beh. Questa è la mia più grande ricchezza.
Cosa potrebbero fare le persone per prevenire le patologie oculari?
Giuseppe Sebastio: Oggi la parola “prevenzione” assume un significato davvero importante. La medicina ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, ma tuttora esistono delle patologie che possono avere scarsi risultati terapeutici se non trattate in tempo. Il controllo del bambino già in età prescolare, per scoprire e trattare eventuali problematiche nel momento in cui la funzione visiva si sta formando. Ad ogni modo la visita dallo specialista oculista è sufficiente a dirimere qualsiasi dubbio e a prendere per tempo i provvedimenti sia refrattivi (occhiali e lenti a contatto) sia terapeutici.
Vi faccio un esempio tra tutti: il Glaucoma. L’occhio deve avere una sua pressione che non deve superare un certo limite. Se questa dovesse aumentare sapete quali sono i sintomi? Nessuno. Purtroppo il paziente non se ne accorge e nel frattempo la sofferenza delle fibre nervose del nervo ottico possono portarlo anche alla cecità. E a quel punto non si può tornare indietro.
Si dice “Mens sana in corpore sano” e per garantire la salute dei pazienti, bisogna in primis mantenersi sani a 360 gradi. Cosa fai per star bene e rimanere in forma?
Giuseppe Sebastio: Assolutamente vero. Per fortuna non mi ammalo mai. Di sicuro c’è qualcosa di genetico che mi aiuta a restare in salute e per questo ringrazio i miei genitori. A parte gli scherzi, ho fatto tanto sport, anche se ultimamente il tempo a disposizione è sempre meno. Curo moltissimo l’alimentazione e la qualità di cibi e bevande. Le materie prime sono fondamentali, in un epoca in cui purtroppo le contaminazioni ambientali la fanno da padrone. Cucina molto varia, cerco di bere tantissimo (acqua) cosa che suggerisco di fare anche ai miei pazienti. L’idratazione del corpo è fondamentale per la salute. Non ho mai fumato e lo ritengo uno dei migliori anti aging. E poi tanta musica, arte, libri (riesco a leggere solo in vacanza ma mi lascio rapire dalla lettura e ne divoro un’infinità) e …. le mie emozioni.
Dove pensi che ci porterà l’oculistica in futuro? Gli occhiali da vista scompariranno completamente?
Giuseppe Sebastio: Il futuro è tutto da scoprire. Penso che l’evoluzione tecnologica nel mio campo sia fondamentale. Già quello che è successo negli ultimi vent’anni sa di fantascienza. Magari le tecniche sono le stesse, ma la precisione e la qualità delle apparecchiature erano fino a pochi anni fa impensabili. Sì. Penso che le ricerche ci porteranno sempre più a non utilizzare gli occhiali. Chirurgia refrattiva e farmaci, diventano sempre più all’avanguardia per ottenere risultati migliori.
Che consigli vorresti dare ai nostri lettori?
Giuseppe Sebastio: Una vita sana. Spensierata. E pur senza cadere nell’ansia ricordarsi di fare dei controlli dallo specialista. Questo vale per tutte le branche mediche. Non solo per gli occhi. Ma nello specifico ricordate che: “ma io vedo bene!” non è sufficiente: una visita completa, almeno una, va fatta. Sarà poi lo specialista a dirvi quando e se rifarne una di controllo.
Grazie al Dott. Giuseppe Sebastio per aver risposto in modo esaustivo a tutte le domande. Non perdere i suoi prossimi articoli sull’oculistica!
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