VIOLENZA SULLE DONNE IN QUARANTENA: “MASCHERINA 19”
Quella della violenza sulle donne in quarantena è una tematica importante perché tante donne in queste settimane sono a casa con uomini violenti, rischiando non solo di essere picchiate, ma anche la loro vita. Purtroppo il Coronavirus ha bloccato molte cose, ma non ha fermato i maltrattamenti.
E’ successo molte volte che si inizziasse con le botte e poi si arrivasse al femminicido. Purtroppo molte donne si assuefanno alla violenza, pensando sia ormai la loro normalità, e non riescono a captare i forti rischi di morte che corrono se non si allontanano e denunciano il loro aguzzino.
VIOLENZA SULLE DONNE IN QUARANTENA: FISICA E PSICOLOGICA
La violenza sulle donne in quarantena è un male reale e grave, perchè avviene fra le mura di casa, dove quasi nessuno di esterno decide di intervenire. Se prima c’erano brevi momenti di pace, ora non ci sono più, poichè l’uomo che è al suo fianco non esce quasi mai e il nervosismo dovuto alla quarantena lo sfoga su di lei.
Il maltrattamento fisico si vede tramite lividi, ossa rotte, ecc. Un altro è più subdolo e sottile, perchè non lascia ferite esterne e non si fa riconoscere subito: la violenza psicologica. Composta da molte caratteristiche fra cui: attacchi verbali, umiliazioni pubbliche o private, svalutazioni, ricatti, controllo su tutto, impedimento all’accesso alle risorse economiche e non.
Tutto per convincere la donna di “non valere nulla”, minando la sua sicurezza e farle credere che solo lui fa le cose bene, isolandola anche dai suoi affetti. In questa solitudine, la maggior parte delle volte arriva la violenza fisica. Che molte termina con il femminicidio.
VIOLENZA SULLE DONNE IN QUARANTENA: CAMPANELLI D’ALLARME
Troppe donne sono isolate con i loro maltrattatori per colpa dell’epidemia Coronavirus, dove ormai sono vittime di violenza sia psicologica, sia fisica.
Per evitare di trovarsi in casa con questi mostri ed entrare nel vortice dei maltrattamenti è bene captare per tempo dei campanelli d’allarme che possono aiutare a sfuggire a futuri maltrattamenti. Non è facile, poichè molti sanno mascherarsi bene all’inizio e mostrare solo i lati positivi di sè, importante è anche ricordarsi che l’uomo perfetto non esiste.
Ricatti, mani al collo e insulti sono campanelli d’allarme molto forti. Soprattutto l’atto dello strangolamento perché implica che chi lo fa vuole annullare la persona.
I rischi aumentano se l’uomo ha una dipendenza, poichè essa sottende una disperazione, che non sempre si traduce in violenza, ma con essa si accumula rabbia che associata alla violenza può diventare un mix davvero pericoloso.
Quando si vede che lui è un giorno carino, l’altro però non gli va più bene quello che la donna sta facendo e continua così, questo è il segnale di una persona che vuole mettere in testa che la donna non è capace di pensare sola e che solo lui ha ragione.
I segnali d’allarme sono tanti ed è difficile elencarli tutti, per sapere quali sono i principali clicca qui, se invece si hanno dei dubbi che nella propria relazione ci siano segnali di rischio di violenza o se siano semplici litigi clicca qui, è un questionario per schiarirsi le idee sul rapporto con il partner. Vengono poste domande a cui rispondere nel modo più sincero possibile.
VIOLENZA SULLE DONNE: DOMANDE DA FARSI PER CAPIRE IL RAPPORTO CON IL PARTNER
Alcune domande sarebbe bene farsele di fronte a uno specchio, per vedere l’espressione del viso, perchè la voce può mentire, ma il corpo no.
- Ti senti rispettata?
- Senti che ti valorizza?
- Quando stai con lui viene fuori la parte migliore di te?
- Sei mai stata costretta a raccontare bugie per fare quello che vuoi?
- Alle tue amiche puoi raccontare tutto o ti vergogni?
- Ti ha mai stretto le mani al collo?
- Ti ha mai minacciato di morte?
Se alle prime tre domande la risposta è sì e alle ultime quattro è no, eventuali difficoltà si possono gestire. Se la risposta è no alle prime tre e si alle ultime quattro significa che la persona accanto crea malessere e sofferenza. Non significa necessariamente che lui ucciderà, ma probabilmente renderà la vita molto dolorosa e si rischia di assuefarsi alla violenza, fino a che non sembrerà normale.
VIOLENZA SULLE DONNE IN QUARANTENA: PRECAUZIONI
Non tutti pensano che si possa fare qualcosa per prevenire questi atti di violenza, ma in realtà si può. Tramite: programmi di sensibilizzazione, fornire informazioni sul centro antiviolenza, campagne e altre attività in occasione di eventi speciali, conferenze, seminari. Tutto il necessario per spiegare: la parità di genere e i pregiudizi del sessismo.
Purtroppo la violenza sulle donne in quarantena avviene in casa, e molte volte è già in una fase molto avanzata. C’è un proverbio che dice: “Prevenire è meglio che curare”, questo è possibile con delle precauzioni che consentano di reagire ed eventualmente allontanarsi prontamente da una relazione che sta diventando altamente pericolosa.
VIOLENZA SULLE DONNE IN QUARANTENA: IL “DECALOGO SALVA-DONNA”
L’Osservatorio dei Comportamenti e della Devianza, della Cattedra di Psicopatologia forense del criminologo dottor Mastronardi dell’Università di Roma “Sapienza”, ha stilato nel 2007 un elenco di comportamenti decisivo per le donne, affinché possano intercettare segni allarmanti del partner e quindi attivarsi per fronteggiarli ed abbandonarlo per tempo.
Ecco i dieci punti del “Decalogo Salva – Donna”:
1) Non permettere che ti isoli forzatamente dalla famiglia e dagli amici, denigrandoli e sradicandoti da un terreno affettivo amicale di riferimento.
2) Evita un controllo ossessivo delle spese, per finalità diverse dal reale risparmio, ovverosia come controllo della persona (oppressione economica).
3) Osserva nel tuo partner se vi sono eccessivi e frequenti cambi di umore anche minacciosi con un ossessivo continuo denigrare la tua attività, il tuo aspetto, il tuo abbigliamento, deridendoti in pubblico o in privato.
4) Presta attenzione se vi è un eccessivo controllo dei tuoi percorsi, delle tue telefonate e delle tue amicizie.
5) Guardati dalla insana e tormentosa gelosia, anche verso le amiche.
6) Sappi dire di “no” in modo chiaro e sereno se serve a creare confini sani. I troppi “sì” creano autorizzazione a monopolizzarti.
7) Sta attenta alle colpevolizzazioni verso la tua persona in relazione a tutto ciò che accade in casa, per ragione di suo stress e per le proprie frustrazioni.
8) Presta attenzione se vi sono ripetute intimidazioni verbali (minacce, parolacce) o non verbali, come buttare a terra oggetti, per poi evolvere verso strattoni e spinte, che però ben presto possono evolvere in schiaffi, pugni e calci.
9) Attenta ai comportamenti persecutori, come telefonate anonime, sms, e-mail, vandalizzazioni, violazioni di domicilio, spionaggio, sorveglianza ossessiva: si tratta di Stalking (o di Sindrome delle Molestie Assillanti).
10) Attenzione alle provocazioni continue finalizzate ad esplodere in litigio, nonché alle strumentalizzazioni del figlio allo scopo di penalizzarti.
VIOLENZA SULLE DONNE IN QUARANTENA: COSA FARE
Purtroppo la violenza sulle donne in quarantena avviene in casa, in questo caso la cosa migliore è chiamare il numero antiviolenza 1522, per informarsi su come agire e tranquillizzarsi, in seguito contattare i carabinieri al numero 112 e denunciarlo (facendo in modo di avere tutti i referti medici che testimoniano le violenze subite). Se il partner non fa uscire di casa, allora attendere che lui esca e chiamare subito, se invece permette di fare la spesa, allora chiamare appena ci si allontana di casa
VIOLENZA SULLE DONNE IN QUARANTENA: COSA NON FARE
Una cosa importantissima da non fare è di ritirare la denuncia perché uno chiede scusa o promette che cambierà, se lo fa una volta lo farà di nuovo. Un uomo che dice di amare e poi alza le mani, non passa dalle botte alle carezze da un giorno all’altro, continuerà a farlo ancora e ancora.
Se sembra indifeso o ha alle spalle una vita difficile, ma si manifesta con la violenza e dipendenze, allora ci si deve allontanare. Non si deve fare le Crocerossine a scapito della propria vita. Lo si può indirizzare verso un percorso di aiuto, ma se lui non vuole, lo si deve lasciare stare, non si può obbligare nessuno a prendere una strada verso la guarigione, se lui stesso non vuole. E non gli si deve permettere di lasciarsi affogare con lui.
Non cedere alle sue minacce psicologiche, servono solo a mettere paura e a impedire la fuga. Il numero antiviolenza e i centri di aiuto per le donne vittima di violenza sono presenti per aiutare, sia da un punto di vista pratico che legale.
Non si deve avere paura delle minacce che fa, perchè ci sono persone disposte ad aiutare la donna maltrattata, affinchè abbia una casa, un lavoro, l’affidamento dei figli, nel caso ci fossero, aiuto medico e psicologico.
Non si è sole. Questo è importante da capire per abbattere il muro della paura. E ricordarsi anche che chi se la prende con chi non sa reagire, in realtà è più debole della persona che vorrebbe annientare.
VIOLENZA SULLE DONNE IN QUARANTENA: CODICE “MASCHERINA 19”
Nelle Isole Canarie è nato un progetto per aiutare le donne vittime di violenza in quarantena.
In farmacia basterà dire: “Mascherina 19”. Una parola normale vista la richiesta che se ne fa di questi tempi, ma in realtà è un codice per denunciare il fatto di essere vittime di violenze domestiche. Una volta ascoltata scatterà un protocollo: il farmacista avvisa la polizia, a quel punto viene informata la speciale sezione “violenza di genere” delle procure che attiveranno il sistema di protezione.
L’idea è arrivata anche nelle altre comunità autonome spagnole, da Madrid a Valencia, e chissà che non possa varcare i confini nazionali.
VIOLENZA SULLE DONNE IN QUARANTENA: A CHI RIVOLGERSI
In Italia ci sono molti aiuti a cui le donne posso rivolgersi per uscire da una relazione violenta o che crea comunque uno stato di malessere (come la violenza psicologica fa).
Il primo a cui rivolgersi è il Telefono Rosa – 1522 (clicca qui e anche qui). Un centralino telefonico attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno, accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente. Le operatrici telefoniche forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime di violenza di genere e stalking, offrendo informazioni utili e un orientamento.
Il Ministero della Salute offre nella sua pagina ufficiale dedicata alla “Violenza sulle donne” (clicca qui), indicazioni per rivolgersi ai Consultori (clicca qui) e ai Centri Antiviolenza (clicca qui) presenti nella propria regione.
Nel caso però il pericolo sia imminente chiamare subito il numero 112 dei Carabinieri. Non si deve esitare a contattarli, può fare la differenza fra la vita e la morte.
Assicurarsi di dire tutto alle istituzioni di aiuto per non cadere vittime del Revenge Porn. Per sapere di più su questo argomento basta cliccare qui.
CONCLUSIONE
Questo articolo è rivolto alle donne vittime di violenza. Per offrire loro un aiuto e una possibile via d’uscita dala situazione che stanno vivendo.
Ma può essere rivolto anche a coloro che non lo sono, ma conoscono persone che hanno spesso lividi strani, sentono spesso i vicini litigare e una donna urlare di smetterla, o una loro amica ha confidato che il ragazzo l’ha schiaffeggiata.
Se questo accadesse non si deve dire: “Ma no, sarà stata solo questa volta”. Una persona che usa la violenza verso la persona che ama, lo farà di nuovo. Si deve parlare e convincere a denunciare o chiamare direttamente i Carabinieri. Anche quando accade vicino a casa, in questi tempi potrebbe salvare una vita.
Non si deve diventare come le tre scimmiette nell’immagine.