Viaggio in India: alla scoperta dell’Ayurveda in Kerala
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C’è chi sogna un viaggio in India per svariati motivi: lo yoga, il relax, la cultura, il cibo, la meditazione, volontariato, la medicina ayurvedica e tanto altro ancora. Oggi, in particolare, andremo alla scoperta dell’ayurveda in Kerala e non solo.
Se siete dunque pronti per un virtuale viaggio in India, possiamo cominciare a parlare della patria della medicina ayurvedica e culla della cultura indiana: lo stato del Kerala. Ma prima vediamo cosa affronteremo nello specifico:
Viaggio in India del Sud: 4 cose da sapere sul Kerala
- L’AYURVEDA IN KERALA
- LO STATO DEL KERALA: STORIA DELLA CULLA DELL’INDIA
- LA CUCINA KERALITA
- PARTICOLARITÀ DEL KERALA
1. L’AYURVEDA IN KERALA
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L’Ayurveda è uno dei sistemi di medicina naturale più antichi, che ha origine in India del sud. Questa pratica non prevede solo preparati a base di erbe e sostanze naturali, massaggi, terapie di purificazione, rilassamento e cosmesi, come si crede in Occidente. Anzi si tratta di medicina assai complessa e che spazia su vari settori.
Il significato di “Ayurveda” infatti, è “conoscenza della vita” o “l’arte del buon vivere“. Per questo motivo non si limita alla scienza medica: è uno stile di vita, in quanto comprende elementi di filosofia, arte e disciplina. Il fine di questa pratica insegnare a conoscere il rapporto e la natura dell’essere umano e l’ambiente circostante e mantenere un equilibrio tra i due.
I primi documenti sui principi dell’Ayurveda risalgono a circa 2000 anni fa, tuttavia si pensa risalga a molti secoli prima.
Questa filosofia e medicina ritiene che il mondo sia dotato di un suo equilibrio, e la malattia è il frutto di un allontanamento da questa armonia.
Perciò i trattamenti ayurvedici hanno lo scopo di ripristinare la stabilità e dunque riportare la salute.
Perché nel Kerala?
Un viaggio in India, precisamente nel Kerala, vera patria di questa medicina naturale, ci aiuta a trovare i migliori centri appositi per questi trattamenti. I trattamenti in genere devono durare non meno di due settimane, insieme alla dieta ayurvedica, per poter vedere dei primi benefici. Tuttavia, se nel vostro viaggio in India volete provare un massaggio occasionale, ogni resort proporrà massaggi ayurvedici.
In aggiunta, è l’ambiente che rende la medicina ayurvedica ancora più efficace: in questo luogo il clima è sereno, verde, ricco di foreste di piante medicinali e con la presenza della stagione dei monsoni. La stagione dei monsoni, da giugno a luglio, e da ottobre a novembre, fin dall’antichità quella migliore per programmi di ringiovanimento. Si crea infatti un’atmosfera fresca e con assenza di polveri, così da far respirare i pori della pelle che in queste condizioni, recepiscono meglio i trattamenti.
2. LO STATO DEL KERALA: STORIA DELLA CULLA DELL’INDIA
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Questo piccolo Stato custodito tra le montagne dei Ghat occidentali e le spiagge dell’Oceano Indiano è la meta perfetta per chiunque cerchi la pace della mente e la ricchezza di spirito.
Una volta lì, il vostro orizzonte sarà irradiato da mille sfumature diverse di verde. La natura è lussureggiante, dai paesaggi che spaziano tra spiagge, lagune e foreste tropicali che risalgono i versanti delle montagne solcate da imponenti cascate.
Questa lingua di terra è abitata da persone ospitali e sorridenti, che da sempre accolgono stranieri dediti al commercio (di spezie soprattutto) o in fuga dalle guerre, o viaggiatori che ricercano la pace e la calma. Non per niente, questo stato prende anche il nome di “Paese di Dio”, God’s own Country.
La parola Kerala deriva dall’unione di due parole: kera, ovvero palma da cocco e alam, terra. Il significato infatti è terra delle palme da cocco. Queste piante le troverete davvero ovunque infatti.
Proprio per la presenza in passato di numerosi commercianti stranieri, questo stato è diverso dal resto dell’India.
Troviamo infatti chiese cristiane di rito siriano, moschee, abitazioni in stile olandese e portoghese, edifici dell’epoca dei raj e addirittura una sinagoga del ‘500 nella città di Kochi.
Proprio per questo, forse, la tolleranza è un principio ben radicato. Le tradizioni, le culture, gli stili, le religioni, si sono amalgamate al territorio divenendone parte.
È inoltre una delle regioni più ricche dell’India, con il tasso più alto di alfabetizzazione (pari al 93%), la povertà è poco visibile (seppur ci sia, ovviamente) e la cultura è rimasta intatta nonostante le varie influenze. Per questo si dice che sia la culla dell’India.
Questo paradiso tropicale dai 575 chilometri di costa fa innamorare migliaia di viaggiatori e gente di passaggio. Una terra unica, autentica, ospitale, pacifica.
3. LA CUCINA KERALITA
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La cucina del Kerala presenta numerosi piatti sia vegetariani che non. I piatti non vegetariani sono molto speziati, mentre quelli senza carne lo sono leggermente. Per questo motivo si adattano meglio al palato dei viaggiatori.
Esistono moltissimi piatti differenti, e gli ingredienti più utilizzati sono la curcuma, il curry, il latte di cocco e il riso.
La tradizione del Sadhya
Una tradizione legata alla cucina di questo luogo è sicuramente il Sadhya. Si tratta di un banchetto di sola cucina vegetariana, fatto in occasione di eventi speciali, che comprende fino a 28 piatti differenti, mentre se ci sono tante persone, anche 64 piatti.
La tradizione prevede che il Sadhya venga servito su una grande foglia di platano, con il lato più sottile della foglia alla sinistra dell’ospite. Il riso rosso bollito, contorni, salati, sottaceti e dessert, vengono tutti serviti in diversi momenti del pasto.
Il primo piatto dopo il riso è il Parippu, un curry liquido a base di farina di ceci e ghee (o ghi, un burro chiarificato indiano). Poi arriva il Sambar, uno stufato di verdure fatto da qualsiasi assortimento di verdure. Vengono bollite in sugo di lenticchie schiacciate, cipolle, peperoncini, coriandolo e curcuma con un pizzico di assafetida, una pianta dallo sgradevole odore ma che al sapore assomiglia all’aglio.
Come contorni troviamo l’Avial, una combinazione di verdure, pasta di cocco e peperoncini verdi. Per dare sapore al piatto vengono serviti l’olio di cocco fresco e le foglie di curry. Poi il Thoran, con fagiolini macinati, cavolo, ravanello o grammi, mescolato con cocco grattugiato insieme a peperoncini rossi e curcuma. L’Olan è un piatto fatto di zucca e fagioli rossi cotti nel latte di cocco.
Caratteristici sono gli Upperi, le patatine fritte di banana.
Poi il Payasam, l’amato dessert del Kerala, un budino dolce di melassa marrone o latte, latte di cocco e spezie, guarnito con anacardi e uvetta.
Alla fine del banchetto viene servito riso nuovamente, insieme al Kaalan e Rasam. Questi due piatti servono per aiutare la digestione. Il pasto finisce piegando la foglia di platano a metà.
4. PARTICOLARITÀ DEL KERALA
Sono davvero tante le particolarità che caratterizzano il Paese di Dio e cercheremo di darvene un assaggio:
- KALARIPAYATTU
- FESTE KERALITE
- BACKWATERS
- NETTIPPATTOM
1. KALARIPAYATTU
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Si tratta di un’arte marziale originaria del Kerala, ma praticata anche in altre zone, tanto da esistere varianti regionali. Prevede calci, prese, sequenze coreografiche e armi. L’allenamento Kalaripayattu ha come scopo la coordinazione perfetta di mente e corpo e vengono insegnati inoltre pratiche medicinali indigene e alcuni riti religiosi.
2. FESTE KERALITE
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Una festa a Kerala non è una festa se non viene sfoggiato tutto lo sfarzo possibile: un tripudio di colori, suoni, odori. Qui la maestosità fa da contrasto alla semplicità che normalmente si incontra nello stato del Kerala. Queste celebrazioni sono importantissime poiché mantengono vive tradizioni, l’arte e la cultura del posto.
Uno di questi è il Theyyam, antichissima forma d’arte rituale. È un’offerta agli dei per tenere lontane la povertà e la malattia. Ma esistono davvero tantissimi rituali complessi che sono sorti qui e portati in tutta l’India.
3. BACKWATERS
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L’entroterra è caratterizzato da un labirinto di canali e laghi di un’estensione di 900 km. Navigare in questi canali, chiamati Backwaters, attorniati da palme e lussureggiante vegetazione, è uno spettacolo che non ha eguali. Lungo il tragitto ci si imbatte in piccoli villaggi caratteristici.
È possibile trascorrere una giornata intera sulle case galleggianti: è il miglior modo per incontrare tanti residenti dell’entroterra, per assaporare la cucina autentica del Kerala e infine dormire sotto il cielo stellato di questa mentre si viene cullati dall’acqua.
4. NETTIPPATTOM
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Gli elefanti sono un animale esibito in ogni manifestazione indiana. Per questo, il nettippattom è l’ornamento luccicante che adorna la fronte dell’elefante, creato in oro e rame da abili artigiani. Tipico della cultura indiana e in particolare keralita creare un connubio di oggetti e colori vistosi durante ogni tipo di evento.
Esistono tante variegate esperienze da includere in un viaggio in India del sud, come visitare le piantagioni di the più alte, poste sui pendii delle Ghat occidentali, le cascate, visitare i numerosi santuari degli animali. Un luogo vastissimo da scoprire in ogni angolo!
CONCLUSIONI
Un viaggio in India del Sud, nel Kerala, è semplicemente indescrivibile, dal punto di vista delle emozioni e della ricchezza. Uno stato che è capace di regalare tante esperienze ed avventure, con incontri travolgenti in una atmosfera carica di energia.
Per capire la bellezza di questa terra, non basta visitare i luoghi, ma viverli. Come partecipare a un Sadhya, assistere alle manifestazioni culturali, provare i centri yoga e ayurvedici. Se volete provare una esperienza di turismo responsabile, per immergervi nella cultura keralita, potete dare un’occhiata ai viaggi organizzati di Viaggi E Miraggi, una cooperativa sociale e tour operator che ha fatto dei viaggi un modo per collaborare con diverse realtà e dar vita a un progetto solidale. Cliccando qui potrete vedere la loro proposta di viaggio in India.
Buon viaggio!
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