Valeria Altobelli: figlia, madre, moglie e ispirazione per ogni donna
Una splendida intervista, oggi, la dedichiamo a Valeria Altobelli, descrittasi come una figlia, una madre e una modella, nonché attrice e cantante. Tra confronti, confessioni e riconoscimento, Valeria si mostra per quello che è: una donna con sani principi, fiera di quello che fa e di quello che ha.
PARTIAMO DAL PRINCIPIO: PER CHI NON TI CONOSCE, CHI È VALERIA ALTOBELLI?
Valeria Altobelli, innanzi tutto, è una persona molto curiosa, nel bene e nel male. Tutte le cose che mi sono accadute in trentacinque anni di vita hanno un unico filo conduttore che, appunto, è quello della curiosità. Da ragazza, tendevo sempre a studiare cose diametralmente opposte, diverse, che appunto potevano essere la musica così come gli studi classici piuttosto che le lingue, gli studi internazionali, il notariato – insomma, una persona mossa da tante, tante passioni che sono state coltivate in tutti i modi possibili. Essendo una persona curiosa, cerco sempre di sfruttare al meglio il tempo che il Signore mi ha dato, dunque cerco sempre di approfondire argomenti di ogni tipo, persino di medicina. Inoltre, mi reputo una persona abbastanza seria, di sani principi e molto quadrata sebbene abbia fatto diverse esperienze e abbia viaggiato molto.
LA TUA VITA SU QUALI PRINCIPI SI FONDA?
Ho fondato proprio la mia vita sui valori seri, che sono quelli della famiglia e delle tradizioni. Sia la mia famiglia d’origine sia quella che, a fatica, ho costruito e continuo a costruire con mio marito hanno un valore inestimabile. Io dico sempre che la mia famiglia non è patriarcale ma “ultrapatriarcale”, perché ho ancora i miei bisnonni, i miei nonni, i miei genitori, io e mio figlio. Insomma, siamo cinque generazioni e cerchiamo di stare insieme tutte le volte che ci è possibile. Ho sempre contato su una famiglia stabile e felice e ci tenevo al fatto che anche la mia si fondasse sui medesimi valori. I miei genitori mi hanno sempre permesso di viaggiare, di fare esperienze – insomma, di fare quello che desideravo davvero. Andavo a insegnare catechismo, facevo atletica leggera, andavo a studiare musica – per cui avevo pochi grilli per la testa come ti avevo già anticipato.
COSA TI HA CONSENTITO DI FARE TUTTO QUESTO?
Tutta questa spinta data dalla mia stessa curiosità, mi ha consentito di sperimentare e di approfondire quelle che poi sono diventate le mie passioni e i miei interessi, fino ad arrivare al cuore delle persone che – a mio parere, non esiste cosa più bella e soddisfacente. Sicuramente, tutto questo mio progredire e maturare è data dalla stabilità familiare che mi è sempre stata concessa; onestamente, non ho passato delle tribolazioni che portassero alla mancanza di amore o comunque di affetto da parte della famiglia.
COSA NE PENSI DELL’ALTRUISMO?
Personalmente, credo che l’altruismo sia la più grande forma di egoismo di tutti i tempi, così come dicono tanti filosofi. Questo perché non basta fare del bene; in primis è essenziale amare se stessi ed essere felici per poter diffondere bontà, felicità e tutti i sentimenti più nobili che Platone ha inserito nel suo Trattato su tutti i Valori che muovono il genere umano. Dunque, per volersi bene è importante condurre una vita sana, morigerata, senza eccessi, che punti al massimo valore etico, che si aiuti con lo sport, con la sana alimentazione e che si aiuti con i valori della famiglia e dell’amicizia. Solo a quel punto si riuscirà a diffondere bontà e felicità al resto del mondo, al nostro prossimo.
E I MOMENTI DIFFICILI?
I momenti difficili siamo costretti ad affrontarli tutti, anche io e non mi vergogno di raccontarlo. Dopo i ventitré, ventiquattro anni, nel momento in cui una ragazza comincia ad essere una donna – c’è uno scalo, un fosso che a un certo punto devi superare, devi saltare proprio perché sei una donna, sarai una madre, hai un ruolo sociale, la società ti vuole lavoratrice – per cui, devi abbandonare il tuo essere bambina, ragazzina e intraprendere questa nuova strada, da adulta, il ché non è sempre facile. Questo perché devi imparare a gestirti il tempo in maniera diversa, quando cui cominci a lavorare apprezzi maggiormente il tempo che passi con la tua famiglia e i tuoi amici. I cambiamenti bisogna saperli affrontare. Una volta che si riesce ad ottenere un equilibrio, fisico e mentale, possiamo fare tutto. Come si dice di solito: “c’è un tempo per dare e un tempo per ricevere”.
IL PROGETTO “I’M STANDING WITH YOU” CHE VEDE TE, VALERIA ALTOBELLI, COME PROTAGONISTA, A COSA SI RIFERISCE?
L’idea è nata da un viaggio in America in cui ho avuto la possibilità di parlare con John Debney che è il compositore della Passione di Cristo di Mel Gibson e di tantissime altre colonne sonore – e quando l’ho incontrato ci siamo abbracciati, dopo due minuti abbiamo deciso di collaborare e io gli ho confessato la mia idea di realizzare un inno mondiale contro la violenza sulle donne e sui bambini. Anzi, un inno contro la violenza in generale – un inno per la sorellanza (termine che viene utilizzato davvero molto poco rispetto a quello di “fratellanza”), la comunità, la comunione, la vicinanza da donna a donna. E John mi ha detto: “a mio parere, la persona migliore da coinvolgere per questo progetto è Diane Warren”.
QUANDO SUCCEDEVA TUTTO QUESTO?
Succedeva un anno fa, ossia il febbraio scorso. Successivamente, ci siamo incontrati a maggio, Diane mi ha fatto scegliere la canzone in quel periodo e io le ho detto che l’avrei riadattata in più lingue diverse contando, appunto, sulle ragazze che sono parte della mia associazione di Mission che si trova in 150 nazioni diverse – quindi, ragazze che potevano entrare a far parte di questa iniziativa – anche perché ognuna di loro si è organizzata per raggiungere Los Angeles nello studio di Diane Warren con l’obiettivo di incidere questa canzone.
MA PIÙ PRECISAMENTE: CHI È DIANE WARREN?
Diane Warren è un’autrice mondiale, la regina vivente delle ballate, 11 volte candidata agli Oscar – insomma, un’autrice super proficua. E quando io ho sentito il pezzo che sarebbe stato, poi, la base di questo nuovo inno, me ne sono follemente innamorata e le ho chiesto di concedermene la licenza per procedere con il progetto. E così è stato. Nel frattempo, il pezzo è stato nominato agli Oscar, appunto, per l’undicesima volta, e io mi sono ritrovata ad aver fatto una versione internazionale di un pezzo di infinita importanza e significato.
L’INNO È ARRIVATO IN FINALE?
Sì. Il pezzo è arrivato in finale con quello di Elton John che, alla fine, ha vinto e che abbiamo festeggiato tutti. Dunque ho fatto parte – anzi, ho contribuito a ideare un progetto che esiste e ha assunto valore grazie anche all’impegno delle ragazze con cui ho fondato questa associazione di cui ho parlato precedentemente e tutte noi siamo fiere del riscontro positivo che ha avuto il nostro impegno.
CONCLUSIONE
Valeria Altobelli è una donna forte, dinamica, interessante e al tempo stesso la tua migliore amica, fonte d’ispirazione per tutte quelle donne che vogliono prendere in mano la propria vita e realizzare i propri sogni. Si impegna nel promuovere progetti che abbiano a che fare con la diffusione di messaggi positivi come la bontà, la comprensione, l’amore e l’amicizia. Ci fa capire che possiamo essere ciò che vogliamo, chi vogliamo, a prescindere da tutto, amare noi stessi e amare il prossimo, nella speranza che il mondo diventi, mano a mano, un posto ancora più bello di quanto già non sia.
Per vedere la prima intervista di Valeria Altobelli, clicca qui:
Per visitare il suo sito e la Mission Onlus:
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