Valentina Tereskova: da sarta a prima donna nello spazio
È il 16 giugno 1963 il giorno in cui per la prima volta una donna vola nello spazio: il suo nome è Valentina Tereskova. Soprannominata “Gabbiano”, il suo volo ha lasciato il segno e il suo nome è destinato a restare nella memoria. La sua storia fuori dal comune merita di essere conosciuta e ammirata.
Valentina Tereskova
- GLI ANNI GIOVANILI
- LA SCUOLA PER COSMONAUTI
- IL LANCIO NELLO SPAZIO
- GLI OBIETTIVI PROPAGANDISTICI
- L’ATTERRAGGIO DELLA VOSTOK-6
- IL SUCCESSO MEDIATICO E LA GLORIA DI VALENTINA TERESKOVA
- LA VITA FAMILIARE
- I RICONOSCIMENTI DELLO STATO
- L’IMPEGNO POLITICO
- DONNE ASTRONAUTE
GLI ANNI GIOVANILI
Valentina Vladimirovna Tereskova, questo il nome intero della cosmonauta, nasce nel 1937 in Russia, nei pressi del fiume Volga. I primi anni della sua vita rappresentano un periodo difficile, a causa della perdita del padre durante la Seconda Guerra Mondiale.
All’età di 16 anni, Valentina Tereskova, secondogenita di tre figli, è costretta ad abbandonare la scuola per cercare un impiego. Inizia a lavorare in una fabbrica di pneumatici, per poi passare al settore tessile. Da allora, per sette anni, lavora come sarta e stiratrice.
Nel frattempo riprende anche gli studi e frequenta dei corsi serali per prendere il diploma di tecnico, che consegue nel 1960. Ma Valentina Tereskova non si ferma qui. Sempre in questi anni, inizia ad organizzare eventi per i giovani club comunisti e diventa segretaria del locale Komsomol. Il suo impegno in senso proletario e la sua carriera lavorativa la fanno così emergere come simbolo del sistema comunista.
LA SCUOLA PER COSMONAUTI
Già a partire dal 1955, Valentina Tereskova si appassiona al paracadutismo e si candida alla scuola per aspiranti cosmonauti. Così, nel 1962 partecipa all’esame per la selezione de primo gruppo di donne cosmonaute, con circa altre quattrocento candidate.
Valentina Tereskova supera l’esame e viene selezionata, insieme a Žanna Ёrkina, Tat’jana Kuznecova, Valentina Ponomarëva e Irina Solov’ëva, per iniziare l’addestramento da cosmonauta. All’interno di questo gruppo, la Tereskova è l’unica che riuscirà ad andare nello spazio pochi mesi più tardi. Prima di lei, raggiungono lo spazio solo Juri Gagarin e la cagnolina Laika.
IL LANCIO NELLO SPAZIO
Il 16 giugno 1963, Valentina Tereskova viene così lanciata nello spazio. L’avventura parte dal cosmodromo di Bajkonur, la più vecchia base di lancio al mondo, a bordo della navicella Vostok-6. In quel momento, la Tereskova, all’età di 26 anni, diventa la prima donna astronauta al mondo. La sua missione in orbita dura tre giorni, durante i quali la giovane fa il giro della Terra quarantanove volte.
La Vostok-6 è una navicella dalla forma sferica, come quella usata da Juri Gagarin, il primo cosmonauta in assoluto. Nel corso di quest’avventura il suo nome in codice via radio è Chayka (Gabbiano).
La missione è diretta da Sergei Korolev, responsabile del programma spaziale sovietico. Due giorni prima di lei, era partito anche Valeri Bykovsky, a bordo della Vostok-5. Le due navicelle in orbita, durante la missione, si avvicinano tra loro, realizzando il primo rendez-vous nello spazio, senza però agganciarsi.
GLI OBIETTIVI PROPAGANDISTICI
Il viaggio di Valentina Tereskova è di certo un’esperienza memorabile, ma per nulla facile. In particolare, come lei racconta, il suo atterraggio è così brusco che ne viene girato uno finto per i media. L’Unione Sovietica vuole infatti che la missione del Gabbiano diventi anche un’impresa propagandistica. Valentina Tereskova viene quindi riportata sul luogo dell’atterraggio con una tuta immacolata per ripetere la scena.
Continuammo a insistere che tutto fosse andato bene e non ne parlammo. Mantenemmo il segreto per 30 anni, fino alla morte di chi aveva sbagliato
Le difficoltà sono infatti causate dall’errore di un tecnico, che le fa però giurare di mantenere il segreto.
Valentina Tereskova atterra infatti nei pressi di Novosibirsk, appesa al suo paracadute, mentre la Vostok-6 arriva un po’ più lontano. Diversamente dalla Soyuz attuale, la Vostok non permette l’atterraggio a bordo. La Tereskova deve quindi lanciarsi col paracadute da un’altezza di 7km. A quell’altezza il seggiolino con la cosmonauta viene infatti sparato fuori dalla navicella, per poi iniziare la discesa. La giovane tocca terra praticamente svenuta e viene subito portata in ospedale.
L’ATTERRAGGIO DELLA VOSTOK-6
Ero terrorizzata mentre scendevo col paracadute. Sotto di me c’era un lago e non la terra ferma. Ci avevano addestrato a questa eventualità ma non sapevo se avrei avuto la forza necessaria per sopravvivere.
Nonostante il finale quasi tragico, la sua missione diventa un grande colpo di propaganda per il sistema socialista. Grazie all’esperienza di Valentina Tereskova, l’Unione sovietica mostra che i socialisti sono i primi a conquistare il cosmo, ma anche la parità di genere. Da allora, il Gabbiano diventa un’icona non solo sovietica, ma mondiale.
Oltre alle difficoltà durante l’atterraggio, anche le condizioni fisiche si complicano per la Tereskova, durante la sua missione. In un’intervista degli ultimi anni, la cosmonauta ha negato di essersi trovata in situazioni di difficoltà estrema. Di certo, però, non tutti avrebbero sopportato le stesse condizioni.
IL SUCCESSO MEDIATICO E LA GLORIA DI VALENTINA TERESKOVA
Pochi giorni dopo l’atterraggio, Valentina Tereskova riceve come onorificenza il titolo di Pilota-cosmonauta dell’Unione Sovietica. La cosmonauta diventa anche la prima donna vivente ad avere un cratere sulla Luna con il proprio nome. La sua popolarità cresce tanto che le viene dedicato un francobollo e una linea di apparecchi fotografici della Belomo.
Valentina Tereskova rimane a lungo l’unica rappresentante femminile sovietica ad aver viaggiato nello spazio. L’anno successivo è infatti il turno dell’americana Sally Ride, prima astronauta omosessuale. Solo nel 1982 un’altra donna russa, Svetlana Savitzakaia, compie il suo viaggio spaziale. Devono dunque trascorrere diciannove anni dall’esperienza della Tereskova.
Nonostante il governo sovietico si sia dimostrato all’avanguardia nell’inviare una donna nello spazio, questa esperienza resta di preferenza riservata al sesso maschile. Il numero delle donne russe che hanno potuto andare in orbita resta infatti piuttosto ridotto.
LA VITA FAMILIARE
A novembre del 1963, nello stesso anno del lancio, vengono celebrate anche le nozze di Valentina Tereskova. La giovane si sposa con un altro cosmonauta, Andrijan Grigor’evič Nikolaev, protagonista della missione Vostok-3. La cerimonia viene celebrata a Mosca, sotto la luce dei riflettori e un forte interesse mediatico. Ai due sposi viene anche assegnato un appartamento sul Kutusovskij Prospekt.
L’anno successivo, nel 1964, la coppia dà alla luce la la figlia Alenka. La bimba è la prima al mondo nata da genitori entrambi cosmonauti, per questa ragione i medici la osservano con grande interesse scientifico.
Valentina e Andrijan divorziano poi nel 1980 e due anni più tardi la Tereskova si dedica ad un secondo matrimonio. Nel 1982, la cosmonauta sposa infatti Yuli Shaposhnikov, che la lascia però vedova nel 1999.
I RICONOSCIMENTI DELLO STATO
Negli anni successivi alla nascita della figlia, Valentina Tereskova studia all’accademia per ingegneri dell’aeronautica militare sovietica Žukovskij. Il successo e la notorietà della Tereskova continuano a crescere: nel 1966 la cosmonauta entra a far parte del Soviet Supremo dell’URSS e nel 1968 diventa presidente del comitato donne dell’Unione Sovietica.
Negli anni del decennio successivo entra inoltre nel Comitato Centrale del PCUS e nel Presidio del Soviet Supremo e viene eletta vicepresidente della Commissione per l’educazione, la scienza e la cultura dell’Unione Sovietica.
Tuttavia, Valentina Tereskova per un po’ si allontana dalla scena mediatica. La cosmonauta torna ad apparire nella scena pubblica russa con l’arrivo al Cremlino di Vladimir Putin.
L’IMPEGNO POLITICO
Nel 2017 proprio Putin dedica alla cosmonauta, in occasione dei suoi ottant’anni, una cerimonia solenne e afferma:
Lei è sempre stata un esempio e un simbolo della dedizione alla Patria
Valentina Tereskova si è però sdebitata con il capo del Cremlino. Durante il dibattito a proposito della nuova Costituzione russa, l’ex cosmonauta ha infatti proposto di resettare i mandati presidenziali.
Grazie a questo espediente, Vladimir Putin ha l’opportunità di candidarsi altre due volte alla presidenza e di rimanere potenzialmente al potere fino al 2036. Secondo Valentina Tereskova, infatti, l’autorità di Putin è un fattore stabilizzante per il Paese.
Valentina Tereskova, in realtà, non ha mai veramente abbandonato la vita pubblica dell’URSS, prima, e della Russia, poi. Dopo la fine del regime comunista, la cosmonauta viene eletta nella Duma regionale di Jaroslav, con la posizione di vicepresidente. Il suo partito è quello della Russia Unita, lo stesso di Putin. In seguito, nel 2011 entra nella Duma di stato della Russia Unita.
Nel 2008 la Tereskova è il portabandiera russo della staffetta delle torce olimpiche di Pechino a San Pietroburgo. Nel 2014 Valentina Tereskova, inoltre, partecipa alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali di Sochi. In quest’occasione la cosmonauta, insieme ad altre figure di spicco russe, porta la bandiera olimpica. Due anni dopo, nel 2016, viene nuovamente eletta alla Duma.
DONNE ASTRONAUTE
Le missioni nello spazio al femminile sono oggi abbastanza diffuse. In Italia, per esempio, è impossibile non pensare al nome di Samantha Cristoforetti, che ha visto lo spazio nel 2014 per la prima volta.
Un altro record femminile è quello di Christina Koch, della Nasa, la donna che è rimasta in orbita per il maggior numero di giorni consecutivi.
Sempre la Koch, insieme alla collega Jessica Meir, è anche protagonista della prima passeggiata spaziale di sole donne. In questo caso, però, la missione subisce un ritardo dovuto ad un errore della Nasa, scoperto a pochi giorni dalla data prevista per il lancio. In particolare il problema riguarda le tute: la Nasa si accorge di non averne a sufficienza di taglia femminile. La missione, avvenuta mesi dopo, rappresenta comunque un successo.
L’attenzione si rivolge ora ad Artemis, la missione che nel 2024 dovrebbe portare la prima donna sulla luna.