TRATTAMENTO REIKI: COS’E’ E QUANDO CI SERVE?
Il Reiki nasce ufficialmente in Giappone circa due secoli fa. Verso la fine del 1800, il signor Mikao Usui scoprì che l’energia emanata dal corpo umano poteva confluire attraverso le mani per dare beneficio e guarigione. In realtà Mikao Usui non era un dottore ma era talmente appassionato di medicina che dedicava molto tempo allo studio a tal punto che venne considerato realmente un medico.
Si potrebbe pensare che il Reiki sia molto similare alla pranoterapia. In realtà, pur trattandosi di una disciplina simile, ha la caratteristica di essere una vera tecnica di guarigione. La sostanziale differenza è che in pranoterapia si utilizza la propria energia mentre nel Reiki si utilizza l’energia universale. Lo scopo del Reiki è quello di rafforzare la salute del corpo (è utile sapere che per fare un pieno di benessere tutto parte proprio da qui). La medicina Ayurvedica può veramente insegnarci moltissime cose. Ma ora scopriamo meglio nel dettaglio di cosa si tratta.
- Da cosa deriva la parola Reiki
- Chi può praticare il Reiki
- Chi può sottoporsi ad un trattamento Reiki
- Cos’è un trattamento
- Il Reiki per l’autotrattamento
- Il trattamento Reiki si può fare anche a distanza
- Il trattamento negli ospedali
- Conclusioni
1. Da cosa deriva la parola Reiki
La parola Reiki è composta da due caratteri giapponesi che si interpretano: REI (energia spirituale) e KI (forza vitale). Insieme formano un’ideogramma generato da alcuni segni e linee, come mostra la foto. Con questa parola si intende proprio l’energia universale che esprime saggezza e che scorre nel nostro corpo.
2. Chi può praticare il Reiki
Per praticare il Reiki bisogna essere iniziati da un Master Reiki e partecipare ai corsi che sono suddivisi in tre livelli. Le caratteristiche indispensabili per diventare Reikista sono: vivere la vita con etica e armonia, avere rispetto per tutti gli esseri viventi e desiderare, con altruismo, di generare benessere durante i trattamenti che possono essere sia manuali che mentali. L’iniziazione consiste nel divenire un canale attivo per attingere l’energia cosmica. Un buon operatore riesce a captare intuitivamente le necessità e le problematiche della persona che sta trattando grazie ai flussi di energia che si generano durante, appunto, il trattamento.
3. Chi può sottoporsi ad un trattamento Reiki
Non sussistono controindicazioni a sottoporsi ad un trattamento (anche se raccomando sempre di consultare il proprio medico curante prima di intraprendere qualsiasi iniziativa). Si parla comunque di una forma terapeutica alternativa che può servire per curare i malanni sia fisici che mentali. Sappiamo infatti che il Reiki può riequilibrare la vita perché induce al rilassamento, allevia il dolore e lavora sui blocchi energetici. Fortunatamente anche questa pratica è sempre più conosciuta in Occidente e può aiutarci ad affrontare la vita più serenamente.
4. Cos’è un trattamento
Il trattamento consiste nel porre le mani in certe zone della persona ricevente per una quantità di minuti necessaria a riequilibrare l’energia in questi punti del corpo. La persona può tranquillamente rimanere vestita, che potrà distendersi e tenere gli occhi chiusi per raggiungere al meglio lo stato di rilassatezza. Le malattie, gli eventi traumatici, lo stress, causano dei blocchi all’interno del nostro corpo provocando uno stato di malessere. Diciamo spesso “ sto male perché sono una persona che somatizza”. Ecco, questo è il compito del Reiki: rimuovere gli effetti dannosi e riequilibrare il nostro organismo dopo traumi in genere.
La durata di un trattamento può raggiungere un’ora intera. Per canalizzare l’energia in ogni zona da trattare è richiesto un lasso di tempo, solitamente, di tre minuti ciascuno. Una volta che il flusso di energia sarà ristabilito, si produrrà benessere sia a livello biologico che spirituale. Dopo il trattamento, corpo, mente e spirito torneranno quindi ad essere in totale equilibrio. Questo perché i 7 Chakra, che sono i centri energetici localizzati nel nostro corpo, vengono stimolati per far fluire l’energia nella giusta direzione. Si può anche affermare che il Reiki svolge una parte importante nell’eliminazione delle tossine poiché riconduce al relax e alla distensione muscolare.
5. Il Reiki per l’autotrattamento
Non dimentichiamo che si può intervenire anche autotrattandosi. Il Reikista pone le proprie mani sulle zone da trattare o sui punti dolenti. In questo modo non solo ci si dedica del tempo ma ci aiuta a migliorare molti aspetti della nostra vita. Se poi si riesce a farla divenire una pratica quotidiana, si effettua una “pulizia” del corpo che elimina le negatività e ci fa fare un pieno di energia che ha l’obiettivo di renderci molto più sani.
6. Il trattamento Reiki si può fare anche a distanza
Interessante è la possibilità di ricevere un trattamento a distanza. Il Reikista può a livello mentale produrre gli stessi effetti di un trattamento ravvicinato. Ricordiamo che il Reikista fa solo da tramite e diventa colui che riesce ad incanalare i flussi energetici che ricava dall’universo. Non si pensi affatto ad attività di stregoneria perché è una pratica molto seria e non pericolosa. Il Reiki, infatti, è energia in movimento che sa dove andare e come deve agire per cui è per questo che non si conoscono controindicazioni. Pur non essendo una pratica dannosa per la cura delle varie patologie, non deve essere usata in sostituzione di tradizionali terapie.
7. Il trattamento negli ospedali
Da qualche anno ci sono molti medici tradizionali che consigliano ai propri pazienti di sottoporsi a qualche trattamento olistico. In via sperimentale alcuni ospedali italiani hanno svolto, nell’ultimo decennio, delle valutazioni sugli effetti che il Reiki produce sui malati di patologie anche gravi. Per esempio, presso l’ospedale Molinette di Torino è stata fatta una sperimentazione tra i pazienti oncologici. Alla fine dell’esperimento, il 98% delle persone trattate ha dichiarato di avere avuto beneficio psicofisico e, in questo gruppo, il 10% ha avvertito inoltre una riduzione del dolore.
Alcuni ospedali stanno sempre di più affiancando le due terapie (tradizionale e olistica) e pare che non siano state verificate controindicazioni (nella peggiore delle ipotesi il Reiki non sortisce alcun effetto) ma si raccomanda di consultare sempre il medico soprattutto in caso di malattie importanti e durante gli stati di gravidanza.
8. CONCLUSIONI
Da quando mi sono avvicinata al mondo olistico, ho scoperto che ci sono molti metodi interessanti per stare bene. La salute è messa sovente a rischio nella vita di tutti i giorni per vari motivi (come è stato descritto nell’articolo). Occorre correre ai ripari prima che certi effetti dannosi prendano il sopravvento nel nostro organismo. Abbiamo potuto constatare che possiamo difenderci da molte malattie grazie ad un buon lavoro svolto dal nostro cervello, perché i pensieri negativi possono davvero influenzare la salute. Per questo è importante mantenere “pulita” la nostra parte spirituale. Ecco che il Reiki diventa lo strumento fondamentale affinché si possa creare, nella nostra vita, un’armonica ed ottima musica.
Disclaimer
Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico.
Lella Leonardi
Se vuoi saperne di più e se sei affascinato anche tu, come me, dal mondo olistico, contattami a questo indirizzo email: cercareluce@gmail.com