Tamara de Lempicka: la pittrice affascinante quanto misteriosa
Il fascino di una dea, un talento straordinario e una vita fuori dagli schemi: in un solo nome, Tamara de Lempicka. La bellissima regina dell’Art déco, con il suo brillante successo sotto i riflettori, ha vissuto, in realtà, nell’oscurità di un’acuta depressione. Le donne che dipinge, con il loro sguardo freddo e distante, raccontano tutte qualcosa di lei. La sua storia malinconica rappresenta, ancora oggi, uno dei simboli della liberazione delle donne.
Tamara de Lempicka
- L’INFANZIA E IL PRIMO VIAGGIO IN ITALIA
- IL TRASFERIMENTO A SAN PIETROBURGO
- L’INIZIO DELLA CARRIERA ARTISTICA
- L’ARRIVO AL VITTORIALE
- LA DONNA CHE NON HA CEDUTO A GABRIELE D’ANNUNZIO
- LA RAPPRESENTAZIONE FEMMINILE SCANDALOSA
- LA CRISI ESISTENZIALE E IL CAMBIO DI ROTTA
- GLI ULTIMI ANNI
L’INFANZIA E IL PRIMO VIAGGIO IN ITALIA
Tamara Rosalia Gurwik-Górska, in arte Tamara de Lempicka, nasce nel 1898, forse a Varsavia, come lei dichiarava, o più probabilmente a Mosca. Le incertezze sulla sua personalità sono state create dalla pittrice stessa. Tamara de Lempicka cerca infatti, sin da subito, di costruire attorno a sé l’alone di un personaggio misterioso.
Il padre, Boris Gurwik-Górski, è un agiato ebreo russo che scompare prematuramente, quando i figli sono ancora nell’età dell’infanzia. Tamara afferma che il padre li abbia abbandonati dopo il divorzio dalla madre, Malvina Decler, una donna polacca. Verosimilmente, in realtà, Boris Gurwik-Górski non è scappato, ma si è tolto la vita.
Tamara e i suoi fratelli, Stanisław e Adrienne, crescono quindi con la mamma e la nonna Clementine. È proprio con la nonna che, nel 1907, Tamara de Lempicka compie il primo viaggio in Italia, dove si innamora delle città d’arte. Si sposta poi a Menton, in Francia, dove inizia ad apprendere alcune nozioni di pittura. Impara così ad usare gli acquerelli, ancora prima di compiere dieci anni.
IL TRASFERIMENTO A SAN PIETROBURGO
La nonna Clementine segue la formazione scolastica della nipote, che si svolge tra Losanna e Rydzyna, dove Tamara de Lempicka frequenta un prestigioso collegio polacco. Dopo la morte della nonna, la giovane si trasferisce a San Pietroburgo, dalla zia Stefa Jansen. Prendendo questa strada, Tamara sceglie anche di interrompere gli studi, contro la volontà della madre.
Nella città russa, Tamara conosce l’aristocratico avvocato Tadeusz Lempicki. Per attirare la sua attenzione, la giovane si presenta ad una festa vestita da guardiana delle oche e porta con sé due oche vive. Con questa messinscena bizzarra, Tamara riesce nell’intento di conquistare Tadeusz, che nel 1916 diventerà suo marito. Da qui il suo nome d’arte, Tamara de Lempicka.
Poco dopo il matrimonio, scoppia la Rivoluzione Russa. Tadeusz Lempicki è un attivo militante delle file controrivoluzionarie e la sua posizione gli costa un arresto da parte dei bolscevichi. La moglie, grazie alla sua rete di conoscenze, riesce però a farlo liberare.
L’INIZIO DELLA CARRIERA ARTISTICA
Vista la situazione politica, i due coniugi scelgono di lasciare la Russia e si trasferiscono prima a Copenaghen e poi a Parigi. È proprio nella capitale francese che nel 1920 nasce la figlia Kizette e Tamara inizia a lavorare come disegnatrice di cappelli. Poco dopo, Tamara de Lempicka si iscrive all’Académie de la Grande Chaumière e così inizia definitivamente la sua carriera artistica, prendendo anche lezioni da maestri come Maurice Denis e André Lhote. La pittrice inizia in questo contesto a trovare e definire il proprio stile personale. I suoi quadri, influenzate dall’Art Déco, sono in realtà delle opere molto originali, che riescono a conciliare tratti del Cubismo e del Neoclassicismo.
Nel 1922 viene organizzata al Salon d’Automne la prima mostra della pittrice, da lì a poco il suo nome inizia a risuonare nel mondo dell’arte. Tamara de Lempicka continua quindi ad esporre a Parigi e a far parlare di sé, diventando una delle icone mondane e artistiche della Ville Lumière.
Nel 1925, Tamara de Lempicka torna in Italia, questa volta con la madre e la figlia, per studiare i classici. A Milano la pittrice conosce il conte Emanuele Castelbarco, che organizza per lei una mostra personale.
L’ARRIVO AL VITTORIALE
Durante il viaggio in Italia, Tamara de Lempicka incontra anche Gabriele D’Annunzio, che le chiede un ritratto. Il poeta, però, desidera aggiungere la seducente Tamara al numero delle sue amanti. Dal canto suo, invece, la pittrice vede in lui una strada per aumentare la propria notorietà. Sembra sia proprio lei a cercare il Vate con una lettera, in occasione del suo arrivo in Italia:
Caro maestro e amico (come spero ed intensamente desidero), sono appena arrivata a Firenze! Perché proprio Firenze? Per lavorare, per studiare i cartoni del Pontormo, per purificarmi al contatto della vostra arte sublime! […] Sarei così felice di poter parlare con voi, di confidarvi i miei pensieri!
Credo che voi siate l’unica persona che tutto può capire e che non mi definirebbe pazza, voi, che avete visto tutto, che avete vissuto tutto, che avete provato di tutto. Per Natale ritorno a Parigi. Passo per Milano dove conto di trattenermi per due giorni. Volete che passi anche da voi (in senso buono s’intende)? Io ne sarei così felice! Voi no? Vi invio, caro fratello, tutti i miei pensieri, quelli buoni e quelli cattivi, quelli scurrili e quelli che mi fanno soffrire.
Di fronte a queste parole, D’Annunzio invita subito Tamara de Lempicka al Vittoriale. Quando Tamara raggiunge il poeta, tutta la sua enorme dimora viene messa in subbuglio, per prepararle un’accoglienza in pompa magna, degna di lei. Al suo arrivo, il poeta fa partire due cannonate a salve, accompagnandole con l’augurio sonoro “Alla Polonia indipendente! Alla vostra arte! Alla vostra bellezza!”.
LA DONNA CHE NON HA CEDUTO A GABRIELE D’ANNUNZIO
Tamara, però, non è lì per cedere alle lusinghe del Vate e non si lascia ammaliare, irritando D’Annunzio, che non accetta di essere respinto. La pittrice trascorre comunque alcune giornate al Vittoriale, finché non rivela di essere lì per il ritratto e sottolinea che i suoi prezzi sono alti. Questo scatena un’ira tale nel poeta, che Tamara viene cacciata dalla dimora. Tuttavia, pochi giorni dopo, D’Annunzio, pentito, le invia una pergamena con una poesia dedicata a lei: La donna d’oro. A questo dono unisce alche un portagioie con un anello d’argento in cui è incastonato un topazio. Il ritratto non verrà mai realizzato, ma con il successo che raggiunge di lì a poco, Tamara de Lempicka non ha più bisogno del Vate. L’anello col topazio, però, resta con lei.
LA RAPPRESENTAZIONE FEMMINILE SCANDALOSA
Forte dell’interesse che suscita via via attorno a sé, Tamara de Lempicka inizia a costruire un personaggio eccentrico, nel panorama dei Roaring Twenties. Diventata ormai una diva, la pittrice inizia a fare scandalo: si rivela bisessuale ed esibisce le proprie avventure per creare gossip intorno a sé. La cura per i dettagli decorativi, su di sé e sui suoi soggetti, fa di lei un’icona dei salotti mondani dell’epoca. Tamara è infatti una donna seducente, potente: il suo autoritratto alla guida della Bugatti verde diventa un emblema dell’emancipazione femminile.
Anche nei suoi soggetti si percepisce un alone carico di erotismo e provocazione. Tamara de Lempicka dipinge soprattutto donne borghesi, in pose sensuali e altezzose, come delle veneri moderne. Le sue modelle appartengono di solito ai più eleganti ritrovi di prostitute e sono ritratte da protagoniste. In ognuna di esse, la pittrice mette qualcosa di se stessa, raccontandosi in modo celato e per piccoli segnali.
Sono stata la prima donna a dipingere in maniera chiara e pulita: questo è il segreto del mio successo. Un mio quadro può essere subito riconosciuto tra altri cento… Il mio stile attirava subito l’attenzione: era chiaro, era perfetto.
Una rappresentazione così perfetta è forse dovuta anche agli interessi eroici che Tamara ha nei confronti delle donne che dipinge. Le coppie saffiche che ritrae, spesso abbigliate solo con sottovesti rosse oppure nude, le conferiscono l’appellativo di Scandalosa Tamara. La pittrice, in realtà, rappresenta delle donne spogliate da ogni preconcetto, le sue donne sono vive e libere.
LA CRISI ESISTENZIALE E IL CAMBIO DI ROTTA
Nel 1928 divorzia dal marito e, poco dopo, si lega al barone Raoul Kuffner, che sposa nel 1933. Tamara e il secondo marito si trasferiscono presto a New York, dopo l’invasione nazista della Polonia.
La sua carriera decolla anche negli USA, ma, nel frattempo, il suo corpo inizia a mostrare i primi segni del tempo. Nel frattempo, l’ex marito Tadeusz ha un nuovo matrimonio e questa notizia scuote ulteriormente i suoi nervi. Tamara de Lempicka entra in una profonda crisi esistenziale e cade vittima della depressione, che non riuscirà mai a superare completamente.
A partire da questa crisi, Tamara inizia ad avvicinarsi alla religione cattolica, che entra anche a far parte delle sue opere. I soggetti religiosi sembrano dare sollievo alle sue pene e, tra di essi, compare anche il suo psichiatra svizzero nelle vesti di Sant’Antonio. Accanto a questi, Tamara de Lempicka inizia anche dedicarsi ad una produzione surrealista e di nature morte, a cui fanno seguito dei dipinti a spatola. La critica, però, non accoglie positivamente questa inversione di rotta e finisce presto col dimenticarla.
GLI ULTIMI ANNI
La pittrice continua ad allestire mostre, ma senza successo e sceglie di cadere in un lungo periodo di silenzio. Dopo la morte del secondo marito, avvenuta nel 1961, Tamara lascia New York, per andare a Huston dalla figlia Kizette. Nel 1969 sceglie però di tonare a Parigi e riprende l’attività artistica. Nel 1972 Alain Blondel, gallerista parigino, convince Tamara ad organizzare una nuova mostra, presso la Galerie du Luxembourg. Questo evento le restituisce il successo, ma Tamara de Lempicka è ormai stanca e pochi anni dopo abbandona la capitale francese. Nel 1978 la pittrice si trasferisce infatti a Cuernavaca, in Messico, dove si sposa per la terza volta con lo scultore Victor Manuel Contreras. È in questa città che nel 1980 Tamara de Lempicka si spegne nel sonno. Le sue ceneri vengono sparse sul cratere del vulcano Popocatépetl, seguendo le volontà indicate nel suo testamento.
La pittrice trova, recentemente, una nuova popolarità grazie all’interesse che le dedicano alcuni personaggi famosi, come Jack Nicholson, Barbra Streisand e gli stilisti Dolce&Gabbana. La popstar Madonna è una delle principali collezioniste di Tamara de Lempicka e fa rientrare alcune opere della pittrice nei suoi videoclip.