L’importanza della musica ai tempi del Covid-19
In questo periodo di “arresti domiciliari” forzati per l’Italia, è evidente l’importanza della musica nelle nostre vite. Dedicarsi qualche minuto per ascoltare un brano, o anche prendere in mano uno strumento musicale e suonare la propria canzone preferita, è sicuramente un ottimo modo per rendere meno angosciosa l’emergenza Covid-19.
Numerose sono state le proposte musicali che si sono diffuse tra i social, che sottolineano in modo eclatante l’importanza della musica nei nostri momenti difficili. In determinati casi l’ascolto di una canzone può assecondare il nostro umore, peggiorarlo, o anche migliorarlo, a seconda di ciò che stiamo ascoltando. L’importanza della musica per un cantante o uno strumentista si manifesta maggiormente in questi casi, in quanto i musicisti di ogni genere, sono abituati a suonare il proprio strumento insieme ad altre persone, in gruppi, bande musicali o orchestre.
IL FLASHMOB DEL 13 MARZO
Il Flashmob del 13 Marzo, evidenzia l’importanza della musica in questo periodo storico molto significativo, che ha visto numerosi musicisti di tutta la nazione, affacciarsi sui propri balconi per intonare l’Inno di Mameli, è stato un modo per fare musica d’insieme anche se lontani. In molti hanno aderito all’iniziativa ufficializzata dalla Sindaca Virginia Raggi. Tra le figure che hanno partecipato troviamo i “Ferragnez“, Il rapper Fedez e sua moglie, la web influencer tra le più seguite al mondo, Chiara Ferragni.
Non era necessario essere musicisti esperti o diplomati in conservatorio, ma era sufficiente essere desiderosi di condividere a distanza un momento di svago e spensieratezza, anche solamente suonando a ritmo di marcia due pentole da cucina. Un noto musicista di strada, Raffaele Kohler a Milano ha deliziato con le note della sua tromba tutto il suo vicinato, intonando “O mia bèla Madunina“, canzone simbolo del capoluogo Lombardo.
Ma perché in questi momenti difficili, la musica può essere un ottimo rimedio per il nostro umore e per il nostro benessere interiore?
La Musicoterapia e la Neuro-musicologia
Già dagli anni ‘50 del secolo precedente, numerosi studi fatti negli Stati Uniti e in Europa, i medici hanno iniziato a notare l’importanza della musica, più nello specifico, la Musicoterapia e la Neuro-musicologia, e quanto essa possa incidere sullo sviluppo del nostro cervello.
Queste due scienze portano numerosi benefici già nei primi anni di un bambino per lo sviluppo cognitivo, fino alla gestione di malattie che possono colpire un anziano, come il Morbo di Alzheimer o il Morbo di Parkinson, tramite l’ascolto.
In questo momento dove il Covid-19 ci obbliga a rimanere rinchiusi tra le nostre mura, la Musica può essere d’aiuto anche nello studio o nel lavoro. Ormai vede da qualche giorno molte persone costrette a studiare da casa tramite le video-lezioni o lavorare da casa dal proprio Pc (Smart working).
A seguito di quanto appena detto possiamo creare due categorie di vari generi musicali, utili alle nostre attività scolastiche o lavorative, al fine di migliorare le nostre prestazioni:
– La musica che va dal Jazz strumentale alla musica classica può agevolare la nostra efficacia in ambiente lavorativo o favorire la nostra capacità di apprendimento negli studi. Le melodie di questi due generi il più delle volte aiutano a rilassare il nostro cervello, e ci permettono di alzare l’asticella della nostra concentrazione facendoci assentare da ciò che ci succede attorno.
6 BRANI DA ASCOLTARE IN QUARANTENA
Qui sotto sono elencati 6 brani che più possono essere conformi con le caratteristiche sopracitate
– Franz Schubert – Symphony No.8 “Unfinished” (Classica)
– Pietro Mascagni – Intermezzo Cavalleria Rusticana (Classica)
– Camille Saint-Saëns – The Carnival of the Animals (Classica)
– Autumn Nocturne – Lou Donaldson (Jazz)
– Heartbreak Hotel – Nashville Jazz (Jazz)
– Theme For Elijah – Terence Blanchard (Jazz)
La musica con il testo, al contrario di quella esclusivamente strumentale appena citata, può essere utile per dei lavori che non comportino una grande concentrazione, ovvero compiti che possono essere ripetitivi o monotoni in modo tale da renderli meno pesanti e noiosi, spostando la propria attenzione sull’ascolto delle parole della canzone che si sceglie.
I seguenti brani sono elencati per orecchiabilità, e per popolarità. La scelta per questa categoria varia molto anche in base al genere preferito da chi ascolta:
– Bohemian Rhapsody – Queen
– Boogieman (Feat. Salmo) – Ghali
– Ringo Star – Pinguini Tattici Nucleare
– Davide (Feat. Coez) – Gemitaiz
– Wanted – OneRepublic
– Cin Cin – Alfa
“La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza.”
Questa è una delle citazioni di Nick Hornby, scrittore inglese della metà degli anni cinquanta, il quale descrive alla perfezione lo status di molti musicisti contemporanei. Essi sono obbligati a rimanere rinchiusi nei loro studi di produzione o nelle loro case a comporre qualsiasi tipo di musica, senza che poi venga ascoltata da nessuno, almeno per i prossimi mesi.
A chi non è mai capitato di ripensare a un preciso istante della propria vita all’ascolto di un brano?
Tutti abbiamo quella canzone che ascoltandola ci riporta a quella sera in discoteca, o a quella festa in spiaggia passata con gli amici a divertirsi. Questa “nostalgia” sopracitata nel pensiero di Hornby, nei musicisti è ancora più marcata. Chi compone musica, o la esegue, vive a stretto contatto con questa arte astratta, tanto da provare un vero e proprio disagio nel momento in cui non si può avere nessun riscontro positivo o negativo da chi ascolta in ciò che si fa, non avendo nessun tipo di pubblico di fronte ad ascoltare.
Di questo gruppo ne fanno parte ogni tipo di musicista, a partire dal contemporaneo al classico. Alcuni di questi stanno sfruttando la quarantena per dedicarsi totalmente al proprio strumento e a seguire comunque il proprio lavoro come insegnante con le videolezioni, altri invece stanno vivendo un vero e proprio momento di crisi con la loro arte, dove la ragazza che prenderemo come esempio, afferma proprio che per giorni non è mai riuscita a mettersi al piano per suonare e cantare.
Nel primo caso, troviamo una flautista, Arianna diplomata in conservatorio, concertista ed insegnante in numerose scuole musicali. Come tanti del settore ha dovuto fare ricorso alle lezioni online per non perdere di vista il percorso musicale dei propri allievi.
“I miei alunni sono contenti, anche perché in questo modo con le videolezioni si riesce a mantenere un rapporto con altre persone, che non siano esclusivamente la propria famiglia. A tratti è anche divertente, perché con alcuni allievi, nonostante la difficoltà di essere dietro uno schermo, riesci comunque a riderci o a scherzarci. Insomma, nonostante le tante difficoltà, ci si trova bene.”
Ovviamente non sarà come la classica lezione dal vivo, ma lo spirito è quello giusto per non abbattersi e non lasciarsi andare, cercando di andare avanti con la propria attività, di insegnate o di alunno, nonostante le difficoltà di connessione emotiva e di connessione internet!
Nel secondo caso, abbiamo Sara, in arte “Sally”, cantautrice, pianista, performer e creatrice di eventi. In questo caso parliamo di un’artista che più delle lezioni, vive di grandi spettacoli fatti in tutto il mondo.
Sara afferma che l’importanza della musica è tale, tanto da fargli vivere una vera e propria “Altalena emotiva”, dove l’umore si alterna tra alti e bassi, provocando uno stato di confusione che va a danneggiare un po’ l’espressione creativa dell’artista : “Non trovando una ben che minima stabilità nel mio stato d’animo, e vivendo in questo stato confusionale, trovo conforto più che altro nelle azioni visive e tattili, dalla cucina ai disegni, o anche creando piccole sculture.”
In entrambi i casi stiamo parlando di due figure che dimostrano quanto l’importanza della musica si manifesti non solo su chi ascolta, ma anche su chi la produce e ci lavora abitualmente. La mancata organizzazione di eventi, spettacoli, o la sospensione delle lezioni scolastiche, non sono un problema soltanto per il pubblico che va ad assistere, o per gli studenti che si trovano a non avere più la classica routine scolastica.
Allo stesso modo i protagonisti di tutte le esibizioni artistiche, e gli insegnanti di ogni materia, stanno vivendo un momento di disagio con il proprio lavoro, sia in quanto non ricevono nessun riscontro emotivo, sia sotto un punto di vista economico.
Tutti ci auguriamo che questa attesa di tornare alla normalità sia ormai ridotta al minimo, nella speranza che ormai il peggio sia passato, e che tutti in un giorno non molto lontano possiamo tornare a vivere la routine quotidiana, tra lavoro, lezioni, concerti e serate con i nostri cari amici!