Laurel Hester: donna, poliziotta, omosessuale e attivista
Alcune persone avranno saputo della storia di Laurel Hester grazie all’amatissimo film Freeheld del 2015, ma molte non la conoscono affatto. Eppure, la sua battaglia ha influenzato il futuro di migliaia e migliaia di vite.
Chi era Laurel Hester?
Laurel Hester è stata una un luogotenente della polizia a Ocean County nel New Jersey, Stati Uniti. Per oltre 20 anni ha fatto rispettare la legge e compiuto giustizia, anche in occasioni molto pericolose.
Fin dai tempi dell’università aveva preso parte attiva al movimento LGBT. È stata infatti la co-presidente del primo club del movimento nel suo campus. Agiva sotto pseudonimo cosicché il suo vero nome rimanesse segreto: era il 1975, non era passato molto tempo dagli inizi dei Moti di Stonewall e la vita delle persone omosessuali era ancora troppo a rischio.
Le difficoltà nel vivere come donna lesbica
Dopo la laurea, entrò nelle forze dell’ordine come poliziotta locale: durò per due anni, al terzo non le venne rinnovato il contratto poiché era lesbica.
Iniziò così a lavorare come poliziotta in un altro distretto, Ocean County, e lì lavorò per tutta la sua vita. Ovviamente, manteneva segreto il suo orientamento sessuale per poter mantenere il posto di lavoro.
Per poter vivere la sua vita privata, era costretta a fare chilometri, così da essere sicura di non poter incontrare nessuno che potesse riconoscerla.
È proprio durante un incontro di pallavolo distante dalla sua città che trova l’amore: Stacie Andree, una ragazza 19 anni più giovane. Dopo essersi guadagnata la fiducia della poliziotta nel giro di mesi, Stacie riesce finalmente ad entrare nella sua vita e nel suo cuore.
Era il 1999 ed erano una coppia come tante altre: pensavano alla loro vita assieme, con dei cani, una casa e un giardino. Stacie viveva la sua vita alla luce del sole, era molto giovane e apparteneva a una generazione che non aveva vissuto in prima persona le violenze e il clima di terrore degli anni ’60. Laurel dal canto suo, aveva vissuto la sua adolescenza con la paura di esprimere chi fosse e, proprio quando lo aveva fatto, aveva perso il lavoro. Il suo più grande timore era vedersi chiudere la porta in faccia dopo anni di carriere in un ambiente già difficile per le donne.
Tuttavia, nella completa segretezza, riescono comunque a coronare i loro sogni di convivere, avere dei cani e in più, la registrazione come coppia di fatto, nascosta sul posto di lavoro.
La vita però, forzerà Laurel a uscire allo scoperto per battersi in difesa del amore e i suoi diritti.
Luarel Hester “Quello che sto chiedendo è uguaglianza“
“Sono il detective Laurel Hester, lavoro per il Dipartimento di Polizia da 23 anni. Mi hanno appena diagnosticato un tumore ai polmoni al quarto stadio. Quando i miei colleghi eterosessuali muoiono, la loro pensione viene trasferita al coniuge; ma poiché la mia compagna è donna, io non ho questo diritto. In tutta la mia carriera non ho mai chiesto favoritismi: quello che sto chiedendo è uguaglianza.”
Questo è stata la sua richiesta ai Freeholders, per poter fare in modo che, dopo la sua morte, la compagna ricevesse la pensione che si era guadagnata con anni di servizio. Non chiedeva nulla di straordinario, dal suo punto di vista. Chiedeva solo il medesimo trattamento dei suoi colleghi e colleghe eterosessuali.
I Freeholders, nella legislazione statunitense, sono coloro che, detenendo il potere legislativo ed esecutivo nelle contee, possono decidere se recepire o meno una legge federale ed applicarla ai cittadini che vivono nell’area di loro competenza. Quest’organo giuridico si raduna in assemblea ogni 15 giorni e ognuno può accedervi, facendo una richiesta.
Nel 2005 a Laurel viene diagnosticato il cancro ai polmoni già in stadio avanzato e la chemioterapia non può fare molto. La metastasi arriva rapidamente al cervello, debilitandola ogni giorno di più. La poliziotta si prepara a vivere gli ultimi mesi della sua vita ma sa che, se non si espone, la compagna non potrà tenere la casa in cui vivevano. L’unico modo per assicurarsi che Stacie continui a vivere nella loro casa, era la possibilità di ricevere la sua pensione una volta sopraggiunta l’ora.
Questo ovviamente, per una coppia omosessuale era fuori discussione.
Laurel e Stacie cominciano così a presentarsi in aula degli Freeholders per poter chiedere dei diritti che erano negati alle coppie gay. Molti cittadini simpatizzarono la causa. Non solo l’associazione LGBT che si stava battendo per i matrimoni gay all’epoca, ma anche preti, pastori, rabbini, cittadini in genere che credevano nella parità. Si uniscono alla causa, inaspettatamente per Laurel, anche i colleghi poliziotti.
Fu un calvario per Hester e Andree. Se da una parte molti le sostenevano, dall’altra dovevano scontrarsi con una società tradizionalista e conservatrice. Non vedeva una coppia di persone che si amavano e si prendevano cura l’una dell’altra, ma due donne che mettevano a rischio “la santità del matrimonio“, per usare le parole dei Freeholders.
Richiedere diritti ha il suo prezzo
Da sempre, richiedere dei diritti ha sempre influenzato la vita di chiunque. Chi fa parte di una minoranza, che sia di natura etnica, fisica, religiosa, politica, o della comunità LGBTQ+, lo sa bene. Vivere in un mondo in cui la maggior parte delle persone ha privilegi di cui non è nemmeno conscia di possedere, significa che le tante minoranze soffrono ogni giorno per vedersi sbarrare la strada poiché non rispecchiano la maggioranza.
Anziché vivere il dolore dell’ultimo periodo insieme, la coppia fu costretta a portare avanti una causa in cui credeva ciecamente, ma che risultava illegittima agli occhi di molti.
In breve tempo, tutti conobbero la storia di Laurel Hester. Tuttavia, se da una parte crebbero i sostenitori, dall’altra non mancarono episodi di omofobia. Eppure, Hester continuò inesorabile: mentre il fisico appassiva, la sua anima era più forte che mai.
Le persone più vicine a Laurel Hester furono, oltre alla compagna, Dane Wells, il suo partner di lavoro e l’attivista per i diritti civili Steven Goldstein, che dopo aver sentito della causa, si accodò per far valere la sua di causa, quella per l’ottenimento della celebrazione del matrimonio gay. Hester però, non mostrò mai particolarmente interesse per il matrimonio: ciò a cui lei importava era che le persone omosessuali ricevessero il medesimo trattamento riservato alle persone etero, dunque pari diritti nel poter far visita ai propri cari in ospedale, nel matrimonio, nell’eredità, nell’adozione.
Il coraggio di Laurel Hester nel documentario Freeheld
Verso la fine del 2005, la storia della coppia giunge alle orecchie della regista Cynthia Wade. Fin da subito si appassiona nel voler raccontare questa battaglia, per mostrare al mondo quanto la coppia si amasse e che proprio per questo volesse veder riconosciuti i propri diritti.
A tal proposito afferma: <<L’ho sempre vista come una storia d’amore. Ma non era solo una storia d’amore tra Laurel e Stacie. Era anche la storia di una comunità che amava i suoi membri, di persone che divennero attiviste inaspettate quando la politica divenne improvvisamente personale per loro.>>
La regista diede una videocamera alla coppia e chiese di filmare la loro vita. Si presentò a tutte le riunioni dei Freeholders, riprendendo e lottando come se fosse divenuta anche la sua, di causa.
Perché fu proprio così: la causa di Laurel e Stacie ormai era diventata la causa di tutti.
Il nome Freeheld si riferisce al potere degli freeholders, che nel passato rappresentavano i proprietari terrieri di un latifondo, ma fa riferimento anche, con una sottile analogia, al fatto che i diritti delle persone sono proprietà in realtà, di altri.
All’inizio del 2006, Laurel è allo stremo delle forze. Debole, si filma richiedendo per un’ultima volta che la persona che ama venga trattata alla pari. Il giorno dopo aver ricevuto il filmato, i Freeholders si riuniscono in via eccezionale. Infine, la sentenza: Laurel e Stacie avevano finalmente gli stessi diritti delle coppie etero. Il decreto venne modificato, affermando che una coppia omosessuale ha diritto alla pensione alla morte del coniuge, che fosse unita in matrimonio o registrata come coppia di fatto.
Laurel Hester e Stacie Andree avevano appena scritto la storia dei diritti LGBTQ+.
Nemmeno un mese dopo la sentenza, a 49 anni, Laurel muore nella casa in cui lei e Stacie si erano tanto amate.
Era riuscita a resistere fino alla fine per poi abbandonarsi una volta aver compiuto quella che era divenuta la sua missione di vita. Ora, poteva finalmente riposare in pace.
I filmati che riprendono quei mesi di puro coraggio, forza e determinazione divennero un cortometraggio che nel 2007 commosse Hollywood, vincendo l’Oscar.
Dalla causa di Laurel Hester a oggi, cosa è cambiato?
“Sono proprio le persone come Laurel e Stacie che hanno un impatto su di te e ti ispirano, hanno fatto qualcosa di importante in un periodo in cui era importantissimo farlo. Ti ispirano a far la cosa giusta ed essere più visibile per la comunità LGBT e per i giovani” dichiara Ellen Page in un’intervista a Newscinema, che interpreta il ruolo di Stacie nella trasposizione cinematografica del documentario.
Nel 2015 è stato proiettato il film Freeheld, che ricostruisce l’inizio della storia d’amore tra le due donne e della malattia di Hester, concentrandosi sulla lotta per i suoi diritti durante l’ultimo periodo di vita.
La battaglia di Laurel Hester è stata l’ennesima storia che ha portato il mondo ad aprire gli occhi e anche la mente. La sua causa ha scosso gli animi e grazie alla forza e la perseveranza, la legge è stata messa in discussione e rivalutata.
Poco dopo il rilascio del film, venne approvata dalla Corte Suprema la legge che stabilisce la possibilità alle coppie gay di celebrare il matrimonio in ogni stato d’America, anche se alcuni già lo celebravano.
CONCLUSIONI
La storia di Laurel Hester e Stacie Andree, come di tante altre perone, è stata di ispirazione a molti e hanno cambiato il corso della storia.
Oggi, in ogni paese degli Stati Uniti d’America è celebrato il matrimonio di coppie gay. Tuttavia, sono sempre violente le intolleranze, che sfociano in veri e propri crimini d’odio spesso impuniti.
Il presidente Trump, nel corso del suo mandato, si schiera sempre a sfavore della comunità LGBTQ+, di cui ha anche abrogato un regolamento istituito dal suo predecessore Obama.
L’uguaglianza che Laurel Hester ha tanto sognato e per cui ha combattuto con tutte le forze è ancora lontana.
(Fonte immagini NJ.com)