Jo Squillo: la cantante che combatte contro la violenza sulle donne
Giovanna Coletti, in arte Jo Squillo, nasce a Milano nel 1962 insieme alla gemella Paola.
Inizia a dedicarsi alla musica sin da giovanissima e il suo esordio nel mondo dello spettacolo la vede non ancora maggiorenne. Negli anni Ottanta, infatti, Giovanna entra a far parte del movimento Punk italiano e pubblica il 45 giri Sono Cattiva/Orrore, con le Kandeggina Gang. Si tratta di un gruppo musicale composto da sole ragazze, e nel loro disco si sentono diversi accenni anti-maschilisti. Il loro nome simboleggia la pulizia che le giovani si propongono di fare rispetto alla tradizione musicale.
Jo Squillo
- LE KANDEGGINA GANG
- LO SCIOGLIMENTO DEL GRUPPO
- LE SPERIMENTAZIONI DEGLI ANNI ’80 E LA SVOLTA POP
- LA CARRIERA TELEVISIVA
- TV MODA
- IL PROGETTO WALL OF DOLLS
- L’ATTIVISMO SOCIALE DI JO SQUILLO
LE KANDEGGINA GANG
Il punk arriva a Milano relativamente presto e trova il suo fulcro nel Centro Sociale Occupato Santa Marta. Questo Centro diventa famoso per le lezioni di musica di Demetrio Stratos, ma ospita anche laboratori di arte, teatro e fotografia. Tra i gruppi che si trovano in questa sala ci sono appunto le Kandeggina Gang e i Kaos Rock, guidati da Gianni Muciaccia, futuro marito di Jo Squillo.
Il gruppo musicale femminile nasce nel 1979 da un’idea di Giovanna, che ne prende presto le redini e ne diventa la portavoce. La bassista, Marghie, nel 2007 dichiara:
Tra di noi cominciarono subito i primi casini. Decideva tutto Giovanna, non c’era uno spirito di gruppo da parte sua, era una personalità molto forte, aveva un progetto in testa, ma non lo condivideva per niente con noialtre.
Nel ’79 arriva anche la prima esibizione dal vivo del gruppo, con la canzone Sono Cattiva. Le quattro ragazze, con il loro trucco nero e la loro energia sul palco, attirano subito l’attenzione. La giovane Jo Squillo, dichiara in un’intervista del 1980 a Red Ronnie:
Non siamo solo un gruppo musicale; Kandeggina vuole essere una generazione, un modo di vita, un rapportarsi rispetto a cose diverse. Il fatto che noi siamo giovani, delle ragazze e che vogliamo suonare vuol dire parecchio. […] Noi ci identifichiamo con le bambine […] perché le bambine sono più spontanee. […] Suoniamo anche noi, perché è giusto, perché pure noi donne abbiamo qualcosa da dire.
LO SCIOGLIMENTO DEL GRUPPO
Poco tempo dopo, le Kandeggina Gang partecipano a Rock ’80 e vengono inserite nella compilation omonima del festival. Il loro unico 45 giri, Sono Cattiva/Orrore, segue di poco questa compilation. Nelle canzoni del disco, risuona la voce di Jo Squillo, che esprime la rabbia di un’intera generazione di giovani, contro gli adulti:
Sono cattiva, se la sera mi gira, prendo il coltello ti stravolgo il cervello […] perché io so che tutti voi, belli o brutti, ce l’avete con noi.
Tuttavia, presto le giovani iniziano ad essere in disaccordo tra loro, fino a che il gruppo non si scioglie.
Nel marzo 1980, in un’esibizione live in Piazza Duomo, Jo lancia dei Tampax macchiati di rosso sul pubblico, all’insaputa delle altre. Questo evento dona visibilità al gruppo, ma incrina i rapporti tra le musiciste.
L’impegno di Jo Squillo, però, non riguarda solo la musica. La cantante, infatti, è anche nella Lista Rock, insieme a Gianni Muciaccia, che nel 1980 si presenta alle elezioni comunali di Milano. Questa scelta, però, inizia a far vacillare la credibilità punk di Giovanna. La lista, peraltro, si rivela un fallimento, ma Muciaccia riesce ad entrare nel giro della Milano bene.
Nel frattempo Giovanna si separa definitivamente dalle Kandeggina. Nel 1981, Jo Squillo pubblica un LP da solista per la casa discografica indipendente 20th Secret. Il titolo è Girl senza paura e contiene 16 brani punk rock dallo spirito anarchico.
LE SPERIMENTAZIONI DEGLI ANNI ’80 E LA SVOLTA POP
Le note graffianti della musica di Jo Squillo vanno via via stemprandosi col tempo. Negli anni ’80, la cantante inizia a sperimentare altre correnti musicali. Nel 1982 incide Africa, un 45 giri dedicato a Nelson Mandela e le sue canzoni abbracciano il movimento new wave. La giovane cantante collabora anche con il gruppo del compagno, i Kaos Rock e partecipa nel 1983 al Festivalbar con Avventurieri.
Poco dopo si avvicina allo stile italo disco e pubblica il 33 giri Bizarre, di cui fa parte anche I Love Muchaha. Questo titolo significa letteralmente “amo la ragazza”, ma è in realtà un gioco di parole col nome del compagno. Inizia così una stagione di discreti successi musicali per Jo Squillo, con i quali acquisisce sempre più notorietà.
Nel 1991 la cantante arriva sul palco del Festival di Sanremo, insieme a Sabrina Salerno, con Siamo Donne. Questo è sicuramente il brano più conosciuto di Jo Squillo e segna la fine della sua carriera rock. Il successo di Sanremo la orienta verso note più pop e dance.
LA CARRIERA TELEVISIVA
La giovane attira l’attenzione non solo per la musica, ma anche per la sua personalità, che la porta a diventare anche una conduttrice televisiva. Sempre nel 1991, Jo Squillo inizia la sua carriera televisiva, presentando su Antenna 3 il programma musicale Scorribande. L’anno successivo viene ancora chiamata a partecipare al Festival di Sanremo con Me gusta il movimento. Poco prima del festival, però, si scopre che il suo pezzo non è inedito e la cantante, con questo scandalo, viene esclusa dalla gara.
Nel 1992 Jo Squillo diventa anche attrice, recitando in Gole Ruggenti, film di Pier Francesco Pingitore. Lo stesso anno conduce anche Caccia al ladro su Canale 5, insieme a Paolo Bonolis.
Nel 1993 Jo Squillo si afferma decisamente come conduttrice, presentando alcuni programmi di successo, come Sanremo Giovani, il Festival di Castrocaro e Il grande gioco dell’oca. Quell’anno Giovanna torna anche sul palco di Sanremo con Balla italiano e lavora per Intrepido, un giornale per ragazzi, che le dedica anche una striscia di fumetti: Le avventure di Jo Squillo.
In seguito, la produzione musicale della cantante si riduce e Jo Squillo si dedica prevalentemente alla televisione, conducendo diversi programmi, tra cui TV Moda. Questo programma nasce nel 1999 e va in onda su Rete 4.
TV MODA
TV Moda è un magazine dedicato al mondo della moda, che si ispira al programma Style della CNN e al francese Première. Si tratta di un programma che mostra sfilate e backstage a cui si aggiungono delle interviste ai grandi stilisti italiani e internazionali.
Il successo del programma TV Moda, porta Jo Squillo a fondare, nel 2002, un canale satellitare omonimo, diventandone la direttrice. Il canale è gratuito e trasmette 24 ore su 24 sfilate, reportages e servizi dalle capitali della moda. Dal 2007 il canale diventa parte di Class Editori, cambiando il nome in Class TV Moda.
A partire dal 2003, Jo Squillo incide diversi brani che vengono poi usati come sigle per i programmi del suo canale. Queste canzoni per la maggior parte, non vengono pubblicate come singoli. Alcuni di questi brani entrano però a far parte di TV Moda Compilation Vol. 1, uscita nel 2011. Quello stesso anno il programma inizia ad essere trasmesso dalle reti Mediaset sotto il nome di ModaMania.
Nel 2017 Jo Squillo è entrata anche a far parte del cast di Detto Fatto come opinionista di moda.
IL PROGETTO WALL OF DOLLS
Oltre agli impegni musicali e televisivi, dagli 2000 Jo Squillo è anche portavoce della battaglia contro la violenza sulle donne. La showgirl, con il suo animo sensibile e il suo attivismo, diventa il simbolo della lotta al maschilismo. Dal giugno 2013, Jo Squillo amplia il suo impegno, ideando e organizzando il progetto Wall of Dolls. Si tratta di un’installazione artistica permanente, in via Edmondo De Amicis a Milano, nata per denunciare il femminicidio e la violenza sulle donne. L’opera, infatti, vede una griglia agganciata ad un muro cittadino, su cui vengono appese le foto di alcune vittime e delle bambole di stoffa. L’installazione si trova su un muro cittadino perché tutti possano vederla passando e riflettere sul tema della violenza sulle donne. A questo progetto collaborano stilisti, associazioni no profit, artisti, ma soprattutto le allieve della sartoria meneghina della Scuola San Giusto, che realizzano le bambole.
L’opera, però, non è pensata solo per denunciare la sofferenza delle vittime femminili. Jo Squillo, infatti, con quest’iniziativa vuole anche rivolgersi alle istituzioni:
L’iniziativa vuole mandare un messaggio ed un appello al Ministro dell’Istruzione per l’introduzione nelle scuole dell’ora di Educazione Sessuale e Sentimentale, perché solo con un cambio culturale si può fermare il femminicidio.
Il Muro delle Bambole di Milano diventa poi un modello per altre città. Uno dei più celebri è quello di Venezia, inaugurato nel 2019 da Donatella Versace.
L’ATTIVISMO SOCIALE DI JO SQUILLO
Fin dagli esordi con le Kandeggina Gang, Jo Squillo canta il potere delle donne, il coraggio, la provocazione. Dopo gli esordi ribelli, il suo desiderio di dare voce alla forza femminile non si è arrestato. Ogni anno, nel mese dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, Jo Squillo si trova in prima linea, per sensibilizzare l’opinione pubblica. Il suo obiettivo è mantenere alta l’attenzione sul problema del femminicidio e sollevare la questione della parità di genere.
Wall of Dolls, inizialmente un’installazione artistica, è poi diventato anche un docu-film, presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma nel 2016. Il documentario racconta l’attività di comunicazione svolta al Muro delle Bambole di Milano, fin dalla sua creazione. Ma soprattutto, il docu-film mira a denunciare gli abusi ed essere una forma di supporto per le vittime. L’obiettivo è anche quello di sensibilizzare le istituzioni alla creazione di nuove case-rifugio per chi si trova in difficoltà e centri anti-violenza. Diverse donne vittime di violenza prendono parte al documentario per portare la loro testimonianza.
Tutto questo dimostra che purtroppo i femminicidi non sono sul punto di scomparire e che questo fenomeno va combattuto o, meglio, sradicato. Il messaggio del film è anche questo: bisogna partire dall’educazione degli uomini di domani, affinché imparino a rispettare le donne. E, allo stesso modo, è importante puntare sulla rieducazione di chi ha fatto del male, perché non cada nello stesso errore.