Intervista a Giuseppina De Cristofaro, la “psicologa virale”
Chi è Giuseppina De Cristofaro, meglio conosciuta come “psicologa virale”?
Bella domanda. Quando penso a me stessa penso ad una persona in divenire, ad una persona che non sa definirsi e, detto tra noi, per me va bene così. Però posso dirti a che punto sono della mia vita.
Oggi sono una psicologa, psicodiagnosta, scrittrice, divulgatrice e content creator. Non necessariamente in quest’ordine. A 23 anni esco con lode dalla facoltà di psicologia dell’Università degli studi di Napoli Federico II. Nella valigetta ho una laurea, un master, qualche breve tirocinio e molti dubbi.
A 24 anni ci aggiungo un libro dal titolo “Lo stato islamico: propaganda e reclutamento 2.0”, una presentazione orale al 15° congresso europeo di psicologia e un’altra al 10° congresso europeo di psicologia di comunità, qualche seminario, poche certezze, alcuni progetti e altri dubbi.
A 26 anni metto in valigia un master in etnopsichiatria e psicologia della migrazione, altra formazione, altri tirocini, uno studio privato e tante emozioni. Poi arriva la pandemia e la valigetta non mi serve più. Non voglio collezionare, voglio comunicare. E decido di affacciarmi al mondo dalla finestra più grande che abbiamo: i social networks.
Cosa la gratifica maggiormente del suo lavoro?
Il mio lavoro significa principalmente tre cose: relazione, fiducia e coraggio. Traggo soddisfazione e immensa gratificazione quando tutte e tre le cose s’incontrano. Il coraggio di iniziare un percorso psicologico che altro non è che la necessità di prendersi cura di sé. Poi arriva la fiducia e la relazione terapeutica senza la quale nulla sarebbe possibile.
Mi gratifica sapere come un percorso psicologico possa aprire a strade e opportunità che prima non si riuscivano neanche a percepire, e io sono il mezzo.
Quali messaggi vuole lanciare sui social networks, dove è molto seguita?
La mia bio di instagram recita: combatto tabù per professione, divulgo psicologia per passione. C’è tanto di vero. La psicologia ha sempre affascinato un pò tutti, se n’è sempre parlato tanto ma mai, o con molta difficoltà, del proprio percorso o di quello di un figlio.
La mia mission, e quella di molti colleghi che divulgano online, è abbattere queste barriere, combattere tabù. I video più cliccati, Reels o Tiktok, sono quelli che raccontano con semplicità quello che accade nei primi incontri con l* psicolog*: cosa accade, cosa chiede, e se viene da piangere?
Chi si dovrebbe rivolgere ad uno psicologo?
Si può rivolgere allo psicologo chiunque avverta la necessità di una consulenza specialistica. Non c’è una soglia minima di sofferenza, non c’è alcun giudice delle emozioni umane. Sento spesso frasi del tipo “non stai soffrendo” o “c’è chi sta peggio”, non c’è nulla che faccia più male che ricevere parole come queste. Nessuno può dirti quanto è grande il tuo dolore, nessuno può paragonare un trauma, e nessuno può dirti fino a quanto devi resistere.
E poi c’è da dire che non tutte le consulenze diventano percorsi psicologici, a volte sono dei dubbi che si risolvono in un’unica consulenza. Altre volte invece si stabiliscono degli obiettivi terapeutici e si portano a termine in tempi più o meno lunghi.
A volte le persone lamentano il fatto di non riuscire a trovare un buon professionista, quali consigli possiamo dare, affinché riescano a trovare psicologi preparati come lei?
In Italia psicologi preparati proprio non mancano. Piuttosto è importante che si instauri una buona alleanza terapeutica che favorisca il raggiungimento degli obiettivi. Questo accade quando psicolog* e paziente lavorano insieme nel perseguire gli obiettivi scelti e il loro rapporto è intriso di fiducia e rispetto.
Come vede il futuro della psicologia in Italia?
Se avessi risposto a questa domanda qualche anno fa avrei immaginato un futuro come il nostro presente: psicologia sui maggiori social network, consulenze online a distanza, live serali per raccontare la professione, webinar di facile fruizione.
L’evoluzione della psicologia dipenderà dalle richieste del contesto e dalla società futura e soprattutto di come gli psicologi sapranno rispondere. Io spero, e lavoro tanto, verso una maggiore interdisciplinarità, la psicologia come chiave del benessere in ogni ambito.
Ringraziamo Giuseppina De Cristofaro per l’intervista.