Icone gay del cinema: le star amate dalla comunità LGBT

Parlando di icone gay molto spesso si fa confusione. Spesso è un termine usato a sproposito e in modo inappropriato, dato che è diventato mainstream. Ha assunto dunque, numerose sfumature, come “icone gay del cinema“. Ma lo troviamo anche nel mondo della musica, dell’arte, della letteratura e così via.
In pratica, si tratta di una persona che appartiene alla cultura pop e che per determinate caratteristiche, attira i membri della comunità LGBT e ne è portavoce. Attenzione: non necessariamente li rappresenta. Semplicemente, per il modo in cui queste celebrità si pongono, annunciano la libertà di vivere il proprio orientamento sessuale o identità di genere.
Se pensiamo ad esempio a Taylor Swift, Lady Gaga o Madonna, icone gay per eccellenza, non sono parte della comunità LGBT ma vengono idolatrate per la loro arte e il modo di esprimersi in libertà, oltre al loro attivismo.
Chiarito questo punto, vogliamo focalizzarci sulle icone gay del cinema, attori e attrici (e non solo) che negli anni si sono mostrati per quello che sono e senza troppi veli, venendo ammirati dalla comunità.
Le 4 icone gay del cinema che devi conoscere
- ELLEN DEGENERES
- MADONNA
- LAVERNE COX
- RUPAUL
Scopriamo chi sono.
1. Ellen DeGeneres
Prima comica di stand-up comedy, poi attrice e infine conduttrice per ben 17 anni di uno degli show televisivi americani più seguiti. Ellen DeGeneres è divenuta una delle icone gay del cinema più amate e famose, grazie alla sua comicità.

Inizia la sua carriera di comica a 23 anni e, nel 1983, è ospite al The Tonight Show starring Johnny Carson, dove è stata la prima comica donna ad essere stata ospite dello show.
La sua fama decolla, venendo ospitata da altri famosi show, come quello di Oprah, David Letterman, Jay Leno e Good Morning, America.
Sempre più amata, nel ’94 crea una sitcom, Ellen, nella quale interpreta la protagonista, vista alle prese con normali vicende di vita quotidiana, affrontandole con la sua tipica comicità.
All’epoca, Ellen DeGeneres aveva vissuto le sue relazioni con donne sempre all’oscuro. Ai quei tempi, chi era parte della comunità LGBT non aveva successo nel mondo dello spettacolo. A conferma di questo, dopo 3 anni di successo con la sitcom, Ellen fa coming out in modo spettacolare, ma con delle conseguenze.
Arrivata ad un punto di stress tale da voler fare coming out e vivere apertamente le sue relazioni, Elle DeGeneres fa fare coming out al suo personaggio nella sitcom: è il primo personaggio della tv che si rende conto di essere lesbica e lo dichiara. Quando poi la stampa le chiede se non lo fosse solo il personaggio, ma anche lei stessa, ammise di essere omosessuale.
Nessuno la avvisò della cancellazione del programma, ma lo lesse sul giornale. Da lì la carriera crollò a picco. Partecipò ad altri film, senza raggiungere molta fama, e venne spesso menzionata per stupidi scherzi negli show televisivi.
Nel 2003, apre un suo talk-show televisivo, The Ellen DeGeneres Show, venendo subito apprezzato dai suoi fan. Diventa la presentatrice per due anni ai Grammy, due ai Primetime Emmys e due agli Oscar.

Amata per il suo attivismo e comicità, è ammirata dalla comunità LGBT per essere una persona che non si è piegata e, nonostante i tempi duri che ha dovuto affrontare, è riuscita a far sentire la propria voce, cambiando la televisione per sempre.
Ti consiglio questo video, dove si racconta con il suo humour unico!
2. Madonna
Una delle icone gay del cinema e della musica più amate.
Secondo The Advocate, importante rivista LGBT, Madonna è la più grande icona gay.
Fin dall’adolescenza, la cantante e attrice frequentava il mondo LGBT, entrando nella comunità gay locale di Detroit.

Forse conosci il brano “Vogue”, del 1990: quei passi danza nel video non sono stati inventati da lei, ma sono stati presi dalla Vogue Dance (o Vogueing), un tipo di danza della comunità LGBT (principalmente latinoamericana e africana) negli anni ’60 e arrivata al culmine della fama negli anni ’80. All’epoca, nessuna persona eterosessuale era a conoscenza di questa tendenza che si ballava nelle Ballroom, locali dove le varie “case” (le “squadre” anche se più correttamente “famiglie”) si sfidavano.
Madonna, portò queste coreografie nel video, facendo divenire la Vogue mainstream.
La cantante, durante i suoi concerti, spesso perora la causa LGBT. Nel 2009, in uno show in Romania criticò la discriminazione contro i rom e la discriminazione dei gay.

L’anno dopo, rilasciò una dichiarazione per criticare la decisione di incarcerare due uomini in Malawi in seguito alla loro unione. La dichiarazione diceva “In linea di principio, credo nella parità di diritti per tutte le persone, indipendentemente dal loro sesso, razza, colore, religione o orientamento sessuale. Questa settimana, il Malawi ha fatto un enorme passo indietro. Il mondo è pieno di dolore e sofferenza; pertanto, dobbiamo sostenere il nostro diritto umano di amare e di essere amati. Invito gli uomini e le donne progressisti del Malawi, e in tutto il mondo, a sfidare questa decisione in nome della dignità umana e della parità dei diritti di tutti“.
Nel 2011, incitò i suoi fan a sostenere il matrimonio tra persone degli omosessuali a New York, pubblicando nel suo sito web: “Le voci dei newyorkesi devono essere ascoltate. Dite al vostro membro del Congresso di sostenere il disegno di legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. Tutto ciò di cui avete bisogno è amore“. Il Marriage Equality Act, il disegno di legge di cui parlava, venne approvato una settimana dopo, legalizzando il matrimonio di persone gay a New York.
Nel 2013, Madonna consegnò il Vito Russo Award al giornalista gay Anderson Cooper ai GLAAD Media Awards a New York. Era vestita da Boy Scout, in segno di protesta contro il divieto degli Boy Scout omosessuali di diventare leader degli Scout.

Una figura che fa parlare di sé insomma, e che non ha paura di esporsi.
Se ti interessa la Vogue Dance, ti consiglio di guarda Paris is Burning (Parigi Brucia) e Pose. Il primo un film documentario del 1990, incentrato sulla scena della ball culture di New York, esplora le vite della comunità emarginata di LGBT afroamericana e latinoamericana alla fine degli anni ’80. Pose invece è una serie tv che puoi trovare su Netflix, ambientata negli anni ’80 con un tema simile a Paris is Burning.
3. Laverne Cox
Laverne Cox è si una delle icone gay più riconosciute all’interno della comunità, ma ancora di più come icona transgender.
Se hai visto Orange Is The New Black, di sicuro la conoscerai nei panni di Sophia Burset, detenuta transgender, uno dei personaggi più amati della serie.

Laverne Cox è ammirata dalla comunità LGBT, e non solo, per essere stata una delle prime pioniere per la comunità transgender. Il suo obiettivo, il suo modo di porsi da attivista, è sempre stato quello di diffondere la consapevolezza sulla transessualità.
È stata la prima persona apertamente transgender ad essere comparsa sulla copertina della rivista Time, ad essere stata nominata per un Primetime Emmy, e avere una statua di cera al Madame Tussauds. Inoltre, è la prima donna transgender a vincere un Daytime Emmy come produttore esecutivo.
Il suo contributo e impatto nei media ha permesso di accrescere l’interesse verso la transessualità, e soprattutto alla conoscenza di molti temi prima d’ora trascurati. Nello specifico, la Cox è portavoce delle donne transgender e della relazione con l’etnia.

Recentemente, è apparsa nel documentario Disclosure su Netflix, dove insieme ad altre personalità transessuali parla del mondo trans nel cinema. Fortemente consigliato per far luce sulla rappresentazione di personaggi e persone transessuali nei film.
4. RuPaul
Non proprio una delle icone gay del cinema (semmai della televisione e della musica) ma meritava una menzione comunque.

Forse lo conosci per aver guardato i suoi programmi su Netflix come RuPaul’s Drag Race, un famoso programma televisivo statunitense dove varie spettacolari Drag Queen si esibiscono.
RuPaul è lo pseudonimo di RuPaul Andre Charles, è un cantante, attore, personaggio televisivo, conduttore televisivo e doppiatore statunitense, diventato famoso soprattutto nel mondo dello spettacolo come drag queen.
Negli anni ’90 aveva grande successo nel mondo della musica, raggiungendo l’apice della sua fama. Nel ’94 addirittura, incide la canzone Don’t Go Breaking My Heart con Elton John ed insieme, la cantano al Festival di Sanremo. Alla fine dell’esibizione, Pippo Baudo, (che già all’inizio lo aveva presentato dicendo “un personaggio inquietante, non spaventatevi” per via delle vesti da drag queen) scherza sulla sua altezza, chiedendogli se fosse un giocatore di basket. RuPaul, con la sua personalità travolgente ed elegante allo stesso tempo, non sta al gioco e urla “I love everybody!“, “amo tutti!”

Dopo gli anni ’90, la carreira va in lento declino e si perse di vista. È nel 2009 che ritorna in scena, iniziando a condurre il programma America’s Next Drag Queen (o RuPaul’s Drag Race). Questo programma, gli fece vincere ben quattro Emmy Awards.
Nel 2017 ricevette una stella sulla Hollywood Walk of Fame e venne incluso dalla rivista TIME, tra le 100 persone più influenti al mondo.
In un’intervista per Vanity Fair, gli venne chiesto qual era la cosa che più gli metteva paura. Rispose “Le persone ignoranti sono l’unica cosa di cui ho paura. Specialmente le persone ignoranti che pensano di essere intelligenti, quella è la cosa più terrificante sulla Terra.“
CONCLUSIONI
Queste sono le 4 icone gay del cinema che devi assolutamente conosce.
Ovviamente, esistono tante altre icone gay del cinema che meriterebbero di essere menzionate. Eccentriche, stravaganti, irriverenti: queste persone sono celebrità, certamente, ma che hanno usato la propria fama a favore del progresso.
E questo, le rende delle icone intramontabili.
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