Stemmi araldici. Come verificare se ne possediamo uno
Chissà se apparteniamo a famiglie importanti vissute nel passato. Non è facile risalire esattamente al proprio albero genealogico. Magari, un tempo, abbiamo posseduto persino degli stemmi araldici. Chi può saperlo con certezza? Eppure ci sono ricerche che si possono fare grazie agli esperti di Araldica.
Gli stemmi rappresentavano l’appartenenza ad un determinato casato. E’ sicuramente un argomento di grande fascino. Soprattutto in Italia, terra di grandi invasori, sono subentrati cambiamenti davvero radicali. Non dimentichiamo poi che fino al secolo scorso il nostro Paese era governato dalla monarchia.
Scoprire l’appartenenza ad una determinata dinastia è utile per identificare le proprie radici o le origini del cognome. Come si può capire se nel corso della storia, quindi, ci sono state tracce araldiche importanti? Nell’articolo verrà rivelato qualche suggerimento per scoprirlo.
- Cosa sono gli stemmi araldici
- Come si generava lo stemma di una famiglia
- Chi può aiutarci a scoprire se possediamo gli stemmi araldici
- Conclusioni
1. Cosa sono gli stemmi araldici
Gli stemmi araldici sono rappresentati solitamente da raffigurazioni. Simbolicamente indicano l’appartenenza ad un casato. Sono considerati, in taluni casi, dei veri e propri blasoni. Solitamente uno stemma di questo tipo viene abbinato alle famiglie di una certa nobiltà.
Lo studio dei blasoni è compreso, infatti, all’interno dell’Araldica. Tutto ciò serve per portare alla luce le antichità delle varie dinastie. Sappiamo che gli stemmi venivano creati utilizzando un sistema grafico (in base alle epoche ovviamente). A prima vista permettevano di comprendere determinate caratteristiche di una stirpe.
Gli stemmi araldici venivano inseriti su pergamene e su alcuni oggetti di valore. Li troviamo infatti su manoscritti d’epoca, oppure sulle bandiere o su alcune particolari divise. L’effige poteva essere persino impressa sulla pietra e sul marmo. Non a caso, ancora oggi, si trova la loro presenza un po’ ovunque. Basta osservare alcuni edifici storici delle nostre città per scoprirlo.
Ogni riproduzione di uno stemma deve seguire determinate regole. L’Araldica è sicuramente una materia affascinante, basti pensare che si tramanda dal Medioevo. Gli stemmi araldici si trasferivano ovviamente agli eredi. Tutta la discendenza di una famiglia doveva possedere il medesimo simbolo.
Ecco il perché compare spesso su gioielli antichi oppure nelle collezioni di certi quadri. Diversi musei espongono i monili e gli articoli storici appartenuti a certe famiglie aristocratiche. Lo stemma, comunque, era considerato un elemento importante e soprattutto identificava l’unicità.
2. Come si generava uno stemma di una famiglia
Gli stemmi araldici venivano considerati esattamente come dei distintivi. La simbologia era la vera forma di riconoscimento. Osservando quello che era stato impresso nello stemma si comprendeva la classe sociale di una famiglia. Fondamentali erano i colori riportati sullo stemma, così come certe rappresentazioni. Già nel Medioevo vi era l’usanza di adoperare gli stemmi araldici.
Osservando oggi i vari simboli ci accorgiamo che potrebbero avere l’aspetto di piccoli scudi. Essi possono contenere diversi colori, anche in contrasto fra loro. Solitamente venivano inseriti per contraddistinguere la località di appartenenza.
Un po’ come accade oggi per suddividere le varie contee. Viene in mente, come esempio pratico, lo stemma di ogni contrada della città di Siena. Lo si può osservare ovunque durante il suo famosissimo Palio. Tornando agli stemmi araldici, sappiamo che si prediligeva raffigurare gli animali. Le famiglie importanti sceglievano sempre i più forti e potenti come i leoni o le aquile.
Quando si trattava di raffigurare un leone, gli artigli comparivano sempre in bella vista. Un’altra alternativa era quella di raffigurare oggetti che rappresentassero un valore simbolico di forza. Lo sono, per esempio, le spade e i cannoni. In certi blasoni venivano riportate anche le figure astratte o mitologiche. Tutto ciò che simboleggiava la potenza veniva preso in considerazione.
Un’altra cosa importante da non sottovalutare era la presenza delle figure geometriche. Esse occorrevano per suddividere uno stemma in due o in più parti. Le epoche passavano ma nella creazione dei nuovi stemmi araldici venivano sempre rispettate le regole imposte dal casato e dall’Araldica.
3. Chi può aiutarci a scoprire se possediamo gli stemmi araldici
Tantissimi ricercatori ed appassionati di Araldica eseguono costantemente le loro ricerche. Ci sono araldisti più o meno esperti ma che potrebbero aiutarci a scoprire qualcosa in più sulle nostre radici. Ufficialmente esistono due Enti accreditati (uno pubblico e uno privato) che trattano l’Araldica. Scopriamo come vengono svolte le loro mansioni.
Ente pubblico
E’ un organismo dello Stato. Si tratta dell’Ufficio Araldico che lavora presso il Consiglio dei Ministri. Essendo un Ente della Presidenza, non effettua ricerche. Controlla e vigila, però, sulle richieste di nuove concessioni. Per esempio ci sono organismi comunali o associazioni che vorrebbero avere uno stemma proprio. L’Ufficio Araldico indica tutte le modalità per ottenerlo. In questo caso basta fare richiesta, anche in carta semplice, ed inoltrarla all’ufficio competente.
Ente privato
Per risalire alla storia della nostra famiglia, e all’eventuale casato, esiste il Corpo della Nobiltà Italiana. E’ nato privatamente ed è composto da molti studiosi di Araldica. Si è formato nel 1958 e fornisce il suo operato per verificare l’appartenenza ad una determinata classe sociale. Ci sono comunque delle associazioni regionali che lavorano all’interno del Corpo della Nobiltà Italiana. E’ possibile chiedere direttamente una consulenza dettagliata.
Chissà se in passato abbiamo fatto parte di una famiglia nobile e famosa. Chiunque volesse approfondire l’argomento, potrà chiedere di effettuare un controllo di questo tipo. Per sapere di più si può visitare il sito www.corpodellanobiltaitaliana.it.
4. Conclusioni
Nella storia è contenuto il nostro immenso passato. Nessuno può, a memoria, tornare indietro e ricordare tutte le informazioni. Poterle recepire, però, è importante. Proprio per questo motivo sono nate un po’ ovunque altre associazioni di Araldica. Esse ci forniscono l’aiuto essenziale per scoprire qualcosa in più sulla nostra storia genealogica.
L’Associazione Araldica Genealogica Italiana è proprio una di queste. Dispone di un archivio molto nutrito ed ha la sua sede a Roma. Dal 1939 si occupa di aggiornare costantemente il registro delle famiglie italiane. Le radici familiari sono quelle che si tramandano. Effettivamente ci è impossibile conoscerle veramente a fondo. Molte cose del nostro passato sono conservate nei suoi archivi.
L’Araldica comunque è una vera e propria scienza. Essa ha il compito di regolare la composizione di tutti gli stemmi. Bisogna differenziare le varie “comunità” con un certo criterio. Per esempio, le nobiltà antiche ritraevano, nel proprio stemma, un castello. In base a come era rappresentato indicava la podestà feudale.
Riuscire a scoprire dove hanno vissuto i nostri avi è diventato importante. Oltretutto questo suscita anche una certa curiosità. Chissà, magari arriveremo anche a comprendere perché abbiamo particolari aspetti caratteriali. Oppure capiremo il perché abbiamo difficoltà ad eliminare alcune abitudini.
Ma non solo, ci sono anche le origini del cognome che hanno sempre affascinato le persone. Nulla è impossibile, a questo punto. Per chi volesse approfondire i tanti aspetti della sua dinastia, consigliamo il sito web di questa Associazione che è www.aagi.it.
Lella Leonardi