Frida Kahlo: la vita dell’artista tra anticonformismo e ribellione
Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón: è questo il vero nome di Frida Kahlo, la pittrice messicana divenuta il simbolo dell’emancipazione e dell’energia femminile. Una donna dallo spirito incredibilmente forte, ma in un corpo fragile, che, a soli quarantasette anni, si arrende alla sfida contro la malattia. Ma cosa ha reso questa donna un modello d’indipendenza e un’icona di stile?
Frida Kahlo
- UNA PERSONALITÀ FUORI DAL COMUNE SIN DAI PRIMI ANNI
- L’INCIDENTE CHE SEGNA LA SUA VITA
- DIEGO RIVERA: TRA L’ARTE E UN AMORE TORMENTATO
- L’IMPEGNO POLITICO DI UNA DONNA CHE HA SEGNATO LA STORIA
- UNA DONNA CHE LOTTA FINO ALL’ULTIMO
- L’ESPRESSIONE ARTISTICA DI FRIDA KAHLO
- IL RAPPORTO NEGATO CON IL SURREALISMO
Una personalità fuori dal comune sin dai primi anni
Frida Kahlo nasce nel 1907 a Coyoacán, affetta da una malattia congenita, la spina bifida, che i genitori scambiano per una poliomielite. La sua malattia comporta quindi una malformazione della colonna vertebrale, da cui non è possibile guarire. Nonostante ciò, manifesta sin da piccola una personalità ribelle e passionale.
Il padre è un fotografo tedesco emigrato in Messico, a sua volta molto malato, soggetto a frequenti attacchi epilettici. Frida inizia gli studi proprio presso la scuola tedesca, il Colegio Aleman, per iscriversi poi alla Escuela Nacional preparatoria, con l’idea di diventare un medico. Bisogna sapere che Frida Kahlo è una delle prime donne ad essere ammessa in questa scuola d’élite. Qui si lega ai Cachuchas, un gruppo di studenti sostenitori delle idee socialiste nazionaliste e inizia anche a dipingere per gioco. Il capo spirituale dei Cachuchas è Alejandro Gómez Aria, studente di giurisprudenza e giornalista, di cui la giovane si innamora.
L’incidente che segna la sua vita
Frida si trova proprio con Alejandro quando, il 17 settembre 1925, un evento terribile sconvolge la sua vita in modo drastico. L’autobus sul quale i due si trovavano quel giorno, al ritorno da scuola, si scontra con un tram e finisce contro un muro.
Salii sull’autobus con Alejandro… Poco dopo, l’autobus e un treno della linea di Xochimilco si urtarono… Fu uno strano scontro; non violento, ma sordo, lento e massacrò tutti. Me più degli altri. È falso dire che ci si rende conto dell’urto, falso dire che si piange. Non versai alcuna lacrima. L’urto ci trascinò in avanti e il corrimano mi attraversò come la spada il toro.
Quell’incidente costa a Frida diverse fratture: colonna vertebrale, femore, coste, gamba piede, spalla, osso pelvico. La giovane deve sottoporsi a più di trenta operazioni chirurgiche, che la costringono, in seguito ad un lungo periodo a letto. È proprio in questa fase di riposo forzato che Frida inizia a dipingere, chiedendo al padre di darle una sua vecchia tavolozza. La madre, dal canto suo, monta uno specchio sul letto a baldacchino di Frida, in modo che lei possa vedersi. Nascono così i primi autoritratti dell’artista, che dipinge se stessa, dovendo trascorrere molto tempo in una solitudine che trova sfogo solo nell’arte. Con lo scorrere di mesi la pittura diventa per Frida una ragion d’essere, il modo di trasmettere il proprio messaggio di dolore. In questo periodo inizia anche a leggere libri sul movimento comunista, di cui diventa un’attivista nel 1928.
Diego Rivera: tra l’arte e un amore tormentato
Quando può tornare a muoversi, spinta dal nuovo amore per l’arte, decide di sottoporre le proprie opere alla critica di Diego Rivera, pittore noto all’epoca. Nei suoi dipinti, Frida si ritrae marcando le sopracciglia folte, che si uniscono alla radice, e gli occhi scuri, infrangendo i tabù della rappresentazione femminile. Proprio Diego Rivera, rivolgendosi a queste opere, dirà:
La prima donna nella storia dell’arte ad aver affrontato con assoluta ed inesorabile schiettezza, in modo spietato ma al contempo pacato, quei temi generali e particolari che riguardano esclusivamente le donne.
Fin da subito Diego Rivera rimane colpito dall’arte di Frida Kahlo e la porta ad entrare nella vita culturale e politica del Messico. Nel 1928 Frida si iscrive al Partito Comunista Messicano e si unisce al mexicanismo, un movimento di intellettuali a sostegno dell’arte messicana indipendente. In questo contesto Frida elabora il proprio linguaggio figurativo, legato alla cultura precolombiana. Nelle sue opere compaiono spesso scene popolari da un lato e, dall’altro, la flora e la fauna selvagge della giungla. Probabilmente questo stile è anche dall’influenza di Diego Rivera.
Nel 1929 Frida sposa Diego Rivera, già al terzo matrimonio, consapevole che, per sua natura, lui non le sarebbe stato fedele. Il tradimento più clamoroso da parte di Diego è, di certo, quello con la sorella Cristina Kahlo, causa del loro divorzio nel 1939. Oltre alle sofferenze sentimentali, Frida subisce anche il trauma di più gravidanze mai portate a termine, a causa del suo fisico. Dal canto suo, in seguito a queste delusioni, anche la pittrice si lascia andare a diverse relazioni extraconiugali, con altri uomini e altre donne.
L’impegno politico di una donna che ha segnato la storia
Dal punto di vista politico, Frida continua la sua attività; in particolare, si impegna per difendere a distanza la Repubblica Spagnola, nella guerra del 1936. La pittrice, infatti, insieme ad altri organizzatori socialisti, fonda un comitato di solidarietà a favore dei repubblicani spagnoli che combattono contro il fascismo. Organizza, quindi, riunioni e si impegna a raccogliere viveri e medicinali da inviare al fronte e aiuta i rifugiati. Sempre nell’ottica dell’impegno politico, nel 1937, Frida ospita, nella sua nota Casa Azul, Lev e Natalja Trotskij, espulsi dall’Unione Sovietica. Il rivoluzionario Lev Trotskij diventa poi, peraltro, uno dei suoi numerosi amanti.
Nel 1940 Diego torna verso la pittrice, chiedendole di sposarlo nuovamente e, nonostante le infedeltà passate, il nuovo matrimonio viene celebrato a San Francisco. La difficile relazione tra i due si riflette anche nella scelta di vivere in case separate, per avere ognuno i propri spazi da artista.
Nel 1943 Frida Kahlo viene anche chiamata ad insegnare all’Esmeralda, una nuova scuola d’arte della pedagogia popolare e liberale. Tuttavia, l’artista è presto costretta a tenere lezioni da casa, per via dei problemi di salute. Secondo i racconti dei suoi studenti, Frida non insegna come dipingere o come trovare uno stile, il suo aiuto sta nel dare loro stimoli.
Una donna che lotta fino all’ultimo
Dal punto di vista politico Frida continua a restare attiva: istituisce una campagna di pace contro la Guerra Fredda e si impegna a contrastare l’URSS. Raccoglie, tra l’altro, firme per l’Appello di Stoccolma, un’iniziativa del 1950 per promuovere il disarmo nucleare. In quello stesso anno subisce diverse operazioni alla colonna vertebrale, che segnano ulteriormente il suo fisico già debole. Dal 1951, infatti, a causa dei dolori fisici, riesce a lavorare solo servendosi di farmaci per alleviare la sofferenza. In questo periodo il tratto dei suoi dipinti cambia, diventa più morbido e il colore si fa più spesso. Due anni dopo, nel 1953, viene allestita la prima mostra personale di Frida Kahlo, a cui lei partecipa da sdraiata sul proprio letto. È il marito Diego ad avere l’idea di portare il letto in centro a Città del Messico, per permetterle di condividere l’evento con il pubblico.
Nel 1954, a pochi giorni dalla sua scomparsa, Frida Kahlo prende ancora parte attiva alla vita politica. Il 2 luglio di quell’anno, su una sedia a rotelle, scende in piazza per partecipare alla protesta contro l’intervento degli USA in Guatemala. Gli Stati Uniti, con un colpo di stato, avevano installato un governo guidato da Castillo Armas, a sfavore dell’allora presidente democratico Jacobo Arbenz. Questi sono, peraltro, gli eventi che finiscono col radicalizzare il giovane Ernesto Guevara, che si trova in Guatemala in quel periodo.
Frida muore di embolia polmonare il 13 luglio, pochi giorni prima dell’arrivo di Ernesto Guevara a Città del Messico, dove incontrerà Raul e Fidel Castro.
L’espressione artistica di Frida Kahlo
La carriera artistica di Frida Kahlo inizia nel suo letto a baldacchino, dal quale si vede riflessa allo specchio, da qui il tema dell’autoritratto. Molti quadri rappresentano quindi Frida stessa, con diversi elementi che comunicano la sua sofferenza. Una delle sue tele più note è La colonna rotta, dove il corpo nudo di Frida è attraversato da una colonna spezzata in diversi punti. Questo ricorda il suo stato fisico, la fragilità della sua colonna vertebrale, le operazioni subite dall’incidente in poi. Il corpo e il volto sono trafitti dai chiodi, il più grosso si trova sul cuore, mentre i suoi occhi piangono. La sofferenza di Frida Kahlo è fisica, sì, ma anche emotiva, segnata dai tradimenti del marito.
Ho subito due gravi incidenti nella mia vita. Il primo è stato quando un tram mi ha travolta e il secondo è stato Diego.
L’arte, tuttavia, diviene nello stesso tempo il mezzo per difendere il popolo messicano e le sue origini. Spesso, quindi, nei suoi quadri si vede l’artista stessa, insieme a scimmie e pappagalli. Frida esprime, del resto, Il suo legame con l’identità messicana su vari fronti, anche nel modo di vestire. Per i suoi abiti si ispira, infatti alle donne di Tehuantepec, nota per essere una società matriarcale, dove le donne comandano i mercati. L’arte popolare messicana da un lato e le opere realistiche di Diego Rivera dall’altro sono le due principali influenze per le opere di Frida.
Il rapporto negato con il Surrealismo
A partire dal 1938, Frida sposta il centro delle sue rappresentazioni: non si concentra più sui propri incidenti, ma sull’interiorità. Quell’anno l’intellettuale surrealista André Breton si interessa a Frida e la invita a Parigi, dove presenta le sue opere in una mostra. Breton entra poi a far parte del numero dei suoi amanti.
L’intellettuale francese la definisce “una surrealista creatasi con le proprie mani”, ma Frida non vuole sentirsi parte di una corrente artistica. Il suo desiderio di originalità la porta a rifiutare l’etichetta di pittrice surrealista. Del resto Frida non cerca, con la pittura, di dare sfogo al subconscio, ma di dare un simbolismo alla propria esperienza di vita.