Mindfulness: cos’è, come praticarla e a cosa serve
Vi capita mai di vivere con il pilota automatico?
Vi è mai successo di arrivare alla fine della giornata ed avere la sensazione di non aver vissuto, come se tutto vi sia passato accanto, e che voi non ve ne siate resi conto?
Avete mai sentito il bisogno di stendervi e non capire da dove arrivi tale stanchezza?
Bene, se la risposta è affermativa, in almeno uno di questi quesiti, allora vuol dire che avete bisogno di riprendere le redini della vostra vita e la Mindfulness è la soluzione.
Ma andiamo per gradi, chiediamoci che cos’è la Mindfulness. Dubito che non si conosca per niente tale pratica, tutto sommato voglio fare una breve descrizione introduttiva giusto per ripasso.
La Mindfulness nasce a cavallo tra gli anni 70’ e gli anni 80’, per mano di Jon Kabat Zinn, che decide di utilizzare le pratiche meditative derivanti dalle filosofie orientali e dal Buddismo e di adattarle al mondo occidentale. Apre presso il Medical Center dell’Università del Massachusetts la “Clinica di riduzione dello stress”, in cui mette in pratica “il programma per la riduzione dello stress e per il rilassamento”. Jon Kabat Zinn, traduce il termine Sati, antica parola induista, in Mindfulness, che vuol dire attenzione consapevole.
All’interno di questa clinica elabora anche la Mindfulness based stress reducion, che consiste in sedute di gruppo in cui tramite un incontro a settimana, in due mesi circa, si svolgono diverse attività meditative, per due orette, discutendone poi in tutti insieme.
Sin dai primi incontri Zinn e i suoi collaboratori, notarono nei partecipati un aumento del benessere percepito e una diminuzione dello stress, oltre che una riduzione significativa della sintomatologia patologica di cui erano affetti i partecipanti del gruppo.
Attualmente la Mindfulness viene utilizzata per un ampio spettro di patologie e campi, come i disturbi alimentari, lo stress, per migliorare l’apprendimento scolastico, nella gestione dei conflitti famigliari, ma anche come semplice esercizio quotidiano che aiuta a vivere con maggiore consapevolezza la propria vita.
Quindi la Mindfulness implica la messa in atto di pratiche meditative, sia formali come per esempio lo yoga, o il bodyscan, che informali, quindi che possiamo mettere in pratica nella vita quotidiana, magari mangiando un pasto con attenzione o camminando con maggior consapevolezza.
Ed è proprio la consapevolezza una delle chiavi per entrare nel pieno di una mentalità Mindfulness. I quesiti che vi ho posto all’inizio, vanno ad indagare come viviamo e come percepiamo la nostra vita. Tendiamo sempre a fuggire con il pensiero, a non vivere il momento presente, a riempire il nostro tempo con rimuginii o ruminazioni, proiettandoci costantemente o verso il passato o verso il futuro. Pensieri della serie: cosa devo fare dopo? Quanto vorrei ritornare ai tempi in cui… sono solo esempi dei mille pensieri che occupano la nostra mente. Questo cosa implica? Un non vivere con consapevolezza, a fuggire gli eventi, ad avere la sensazione, a fine giornata, che il sipario si sia chiuso senza essersi goduto in pieno lo spettacolo. Questo alla lunga porta allo sviluppo di insoddisfazione, patologia.
La meditazione è un allenarsi a vivere il momento presente, a prendere coscienza dei nostri pensieri, osservando con pazienza e non giudizio dove ci portano, per poi disancorarsi da tali pensieri e ritornare a quello che si stava facendo.
Per praticarla non basta mettersi con le gambe incrociate e gli occhi chiusi, ed assumere una postura dignitosa, ma bisogna tener presente delle 7 condizioni indispensabili che bisogna far propri per accostarsi a questa pratica e sono:
- Non giudizio
- La pazienza
- Mente del principiante
- Fiducia
- Non cercare risultati
- Accettazione
- Lasciare andare
Li descriverò in breve, in quanto più avanti farò un articolo in cui li spiegherò meglio.
- Non giudizio: ovvero coltivare la compassione verso sé stessi e il mondo, non cadendo in etichettamenti o pregiudizi.
- La pazienza: è una forma di saggezza, implica l’accettazione che le cose hanno un loro naturale decorso e maturazione.
- Mente del principiante: Ovvero essere curiosi verso il mondo come se ci si rapportasse ad esso per la prima volta.
- Fiducia: implica il diventare sé stessi, non cercare una guida al di fuori di sé, ma avere fiducia nella propria autorità, delle proprie sensazioni e intuizioni.
- Non cercare risultati: ovvero non fare, permettersi di essere sé stessi, osservandosi, studiandosi, senza necessariamente voler raggiungere uno scopo.
- Accettazione: “Ora è il solo momento in cui puoi amarti”, prima accetti la tua condizione, e prima riuscirai ad uscirne, sembra un paradosso, ma è così!
- Lasciare andare: quindi il perseguire il non attaccamento, osserviamo quello che ci succede, prendiamo atto, ma lasciamolo andare, senza soffermarsi troppo su dato pensiero o fatto.
Quello che vi ho fatto è solo un piccolo prospetto di questa pratica, ma se ne avete piacere, nelle prossime settimane andremo ad indagare nel dettaglio ogni aspetto della Mindfulness.
Conclusioni
La Mindfulness è una pratica che se svolta con costanza aiuta a migliorare la percezione della nostra vita, a controllare quei meccanismi automatici e lesivi della mente che ci portano a rimanere ancorati al passato o a proiettarci al futuro senza vivere in pieno il presente, diminuendo lo stress, aiutandoci ad essere compassionevoli verso di noi e gli altri, accettandoci di più. I 7 principi sopra elencati, possono essere delle modalità di rapportarsi non solo alla meditazione, ma anche, se non soprattutto, un modus opernadi nuovo da introdurre nella nostra vita per migliorarla.
A presto Dott.ssa Laura Di Paoli
Laura Di Paoli è una psicologa iscritta all’albo degli psicologi della regione Lombardia n. 22523.
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