Il benessere sociale e le sue funzioni nella vita
Il benessere sociale è un concetto centrale nell’economia del benessere. La sua funzione (Social Welfare Function, SWF) consiste nel costruire uno strumento analitico che consenta l’aggregazione delle preferenze individuali in preferenze collettive. il fine è di guidare le scelte pubbliche, tra i diversi equilibri di ottimo paretiano possibile verso quello ritenuto socialmente ottimo. (Treccani)
Per spiegare, da esso deriva la teoria delle scelte collettive. Parliamo cioè dello studio economico di decisioni prese al di fuori del mercato, o l’applicazione di metodologie di teoria economica ad argomenti politici.
In economia
Le decisioni economiche vengono prese attraverso due meccanismi di scelta. In particolare intendiamo il mercato e il processo politico. Nella realtà, i processi decisionali presenti in una collettività sono complessi.
Consideriamo elettori, partiti politici, legislatori, l’amministrazione e gruppi di pressione gli attori di questa collettività. Quindi è bene notare che ciascun attore tende a massimizzare la propria funzione obiettivo.
Ad esempio, la teoria si interessa di individuare alcuni precisi meccanismi. In particolare su come interessi, preferenze e giudizi di individui che compongono una collettività possono essere aggregati in una decisione collettiva. Ma ancora più importante come il risultato finale dipenda dalle informazioni possedute, dalle interazioni dei diversi attori e dalle regole vigenti.
Meccanismi di aggregazione
I meccanismi di aggregazione sono di varia natura in funzione di ciò che si vuole aggregare. Perciò intendiamo interessi economici o opinioni politiche. Parliamo poi di fine, quindi massimizzare il benessere collettivo o il consenso collettivo.
In generale, gli individui vorrebbero un meccanismo di aggregazione delle scelte importanti di una collettività che abbia/sia:
- validità universale (ossia che non dipenda dalle circostanze specifiche);
- democratico;
- massimizzi il benessere collettivo;
- non restringa la libertà degli individui ad avere opinioni o giudizi in merito.
Tale meccanismo non esiste ed è dimostrato da Kenneth Arrow nel 1951 (Teorema dell’impossibilità di Arrow). Vediamolo insieme.
Teorema dell’impossibilità di Arrow
Anche se esistesse una regola di aggregazione accettabile, si pone il problema di come incentivare i soggetti a manifestare le proprie preferenze. Difatti, gli individui possono nascondere le preferenze o inviare messaggi contrastanti per influenzare a proprio favore la regola di scelta collettiva.
Il teorema dell’impossibilità di Arrow produce un risultato negativo: non esiste alcuna regola di aggregazione di scelta collettiva che soddisfi assieme le seguenti condizioni:
- Universalità (o dominio non ristretto): la funzione di scelta sociale deve creare un ordinamento delle preferenze sociali deterministico e completo;
- Indipendenza dalle alternative irrilevanti: la preferenza collettiva rispetto a due alternative dipende solo dalle scelte degli individui rispetto a queste ultime. Quindi non rispetto a come queste sono ordinate rispetto ad altre (irrilevanti);
- Non-dittatorialità: la funzione di scelta sociale non deve semplicemente seguire l’ordinamento delle preferenze di un singolo individuo; né tanto meno un sottoinsieme di individui e al contempo ignorare le preferenze degli altri;
- Unanimità (o condizione di Pareto): se tutti gli individui preferiscono un’alternativa ad un’altra, anche la società deve ordinare la propria funzione di benessere sociale in questo modo;
- Transitività: le preferenze collettive devono essere transitive.
Il teorema dell’impossibilità è un elemento fondamentale nelle “scelte collettive“.
Fonte: Wikipedia
L’OMS e il Benessere
Secondo la Costituzione dell’OMS, l’obiettivo dell’Organizzazione è “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute“, definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”.
Il contesto sociale
L’influenza del contesto sociale e dei fattori sociali sulla salute e sul benessere, è stata riconosciuta da tempo essere importante per il benessere complessivo. Però, le teorie sul benessere sociale e sulle sue componenti sono piuttosto discordanti.
In particolare McDowell e Newell (1987) definiscono la salute sociale come “quella dimensione del benessere di un individuo che riguarda le sue relazioni con gli altri. Quindi come le altre persone reagiscono nei suoi riguardi e come egli interagisce con le istituzioni sociali e le norme della società”.
Per illustrare, gli autori hanno individuato due dimensioni principali: l’adattamento sociale e il sostegno sociale. Il primo aspetto include la soddisfazione per le relazioni, la prestazione nell’ambito di ruoli sociali e l’adattamento all’ambiente. Quindi la dimensione del sostegno sociale si riferisce alla disponibilità di persone di cui abbiamo fiducia e sulle quali si può contare e che ci fanno sentire amati.
Ancora di più la possibilità di ricevere sostegno implica anche le abilità sociali adeguate. Questa dimensione può venire quindi concettualizzata anche come indicatore del benessere sociale di per sé, oltre che studiarlo come correlato o antecedente del benessere soggettivo.
Le 5 componenti del benessere
Keyes (1998) ha posto invece maggior attenzione al benessere sociale dell’individuo all’interno della comunità a cui appartiene. Secondo l’autore, il benessere sociale è “la valutazione delle proprie condizioni di vita e del proprio funzionamento nella società” e presenta diverse dimensioni.
- Integrazione sociale: consiste nella valutazione della qualità del proprio rapporto con la società;
- Accettazione sociale: è il sentimento di fiducia nei confronti degli altri e la sensazione che le persone siano capaci di gentilezza;
- Contributo sociale: consiste nella valutazione del proprio valore sociale, ovvero di essere un membro importante per la comunità;
- Attualizzazione sociale: è l’analisi delle potenzialità e risorse della società;
- Coerenza sociale: si riferisce alla percezione della qualità e dell’organizzazione del mondo sociale.
Senso di appartenenza
Un altro concetto importante è il senso di comunità (McMillan & Chavis, 1986). Esso include:
- Senso di appartenenza: la condivisione di legami con altri;
- Influenza: la convinzione di essere un membro vitale per la comunità;
- Integrazione e soddisfazione dei bisogni;
- Connessione emotiva condivisa.
Queste componenti supplementari del benessere permettono di analizzarlo in maniera più articolata e sfaccettata. Keyes nel 1998 ha dimostrato come le cinque componenti del benessere sociale mostrano correlazioni significative con indicatori come la soddisfazione complessiva.
Dati simili sono stati trovati per il senso di comunità che correla significativamente in rapporto con la soddisfazione per la vita, la percezione di sostegno sociale e l’autostima (Prezza & Costantini, 1998).
Fonte: Psicologiadellavoro
Il benessere nello specifico
Il benessere è un tema che sicuramente ricorre spesso, sia nelle discussioni ordinarie che in ambiti più scientifici. Chi non vorrebbe poter trovare la chiave per vivere costantemente nel benessere? Ma cosa intendiamo esattamente per benessere? L’essere ricchi e facoltosi, avere ville in giro per il mondo, yacht privati, atolli e macchine sportive? Oppure il benessere in realtà non c’entra nulla con la ricchezza, e la frase “I soldi non fanno la felicità” è in effetti vera?
In termini olistici, il benessere è sicuramente multifattoriale. La conoscenza scientifica (anatomia, fisiologia, alimentazione, psicologia, allenamento…) è sicuramente la base per il raggiungimento di uno stato di benessere. Tuttavia, non sono sicuramente da trascurare i percorsi interiori e la conoscenza di noi stessi.
Molte volte il benessere ci appare sotto forme ingannevoli; chi sembra avere conoscenza e dimestichezza con questo argomento, sono i frequentatori delle nostre palestre. In particolare di sesso maschile, cultori dell’addominale scolpito, affetti dal complesso di Adone (vigoressia). Gli psicologi ci dicono che chi ne soffre è ossessionato dalla cura del proprio corpo. Ma non solo. Hanno anche una personalità narcisistica, e il loro comportamento probabilmente deriva dall’insicurezza maschile verso il sesso femminile. Avere un fisico strepitoso non è una colpa. Tutto dipende fin dove si è disposti ad arrivare per averlo. Ovviamente si parla di integrazione portata all’eccesso, di alimentazione iperproteica con l’aggiunta di metodiche disidratanti, di sovrallenamento e via dicendo.
È davvero questo il benessere?
Questo significa benessere? Se poi la natura è stata generosa verso alcuni e li ha dotati di un pacchetto genetico favoloso, buon per loro. Ma solo in questo caso si possono raggiungere traguardi in termini estetici/prestazionali rilevanti in modo naturale. Per tutti gli altri vanno posti obbiettivi realistici, altrimenti il prezzo da pagare è quello di uscire dai confini del benessere.
Esiste poi ovviamente l’antagonista del sopra citato affetto dal complesso di Adone. Ci riferiamo a colui invece di passare ore in palestra passa ore sul divano di casa. Ovviamente mangiando cibi spazzatura, quel tipo di persona da cui ti senti dire” tu non ti sai godere la vita”. Spesso associa fumo o alcool o entrambi; insomma, un possessore di biglietto di sola andata per la sindrome metabolica. Sempre se addirittura non già patologico nonostante la giovane età. Ma la cosa che stupisce è che questi soggetti siano quasi inconsapevoli della strada che hanno imboccato. È evidente che la loro percezione di se stessi sia qualcosa di meccanico più che di biologico. Se quindi si rompe qualcosa, la si può aggiustare come aggiustano la loro automobile.
I canoni estetici
Vi sono poi persone che essendo magre o in normopeso sono convinte di non aver bisogno di fare attività fisica. In fondo rispondono ai canoni estetici a cui la nostra società fa riferimento e questo per loro è sufficiente. Ma non è raro trovarne con segnali precursori di patologie o già con problemi di salute. Se poi facciamo un’indagine eziologica è probabile scoprire che la scarsa – se non addirittura assente – attività fisica è la causa o una concausa di questi problemi
Non esiste nessun farmaco, né esisterà in futuro, che garantisca una buona salute al pari di un programma di esercizio fisico che duri tutta la vita (1982 Walter Bortz II, docente universitario di medicina).
Fonte: Mypersonaltrainer
Conclusioni
Il benessere sociale rientra senza dubbio nella sfera di quegli elementi di cura di se stessi a noi tanto cari. Il benessere, come abbiamo visto, ha diverse forme e varia a seconda di numerosi fattori. E voi? Cosa ne pensate? Fateci sapere la vostra al riguardo qui sotto!