Fitoterapia: cos’è, perché fa bene e i suoi utilizzi
La Fitoterapia è quella pratica che, attraverso l’utilizzo di erbe o estratti di piante, si propone di curare numerose malattie sin dalla notte dei tempi. Difatti, essa può essere considerata come la primissima disciplina di cura del genere umano. In passato non esistevano ancora le molecole di sintesi, e per questo motivo l’uomo doveva ricorrere a rimedi più intuitivi e diretti. Salta sicuramente alla mente l’immagine dello speziale (il farmacista medievale), colui che preparava i medicamenti per trattare i disturbi e per alleggerire le sofferenze dei malati.
A livello etimologico, la parola Fitoterapia ha un duplice significato assai interessante. Essa deriva dal greco phytón (sarà un caso che il Professor Piton in Harry Potter insegni l’arte delle Pozioni?) che sta per pianta, e therapéia, ovvero cura. Tuttavia, phytón significa anche creatura. La radice deriva dal verbo “phyto” (generare ed essere generati), che indica il processo della fertilità, della creazione. Sembra quasi scontato sottolineare il parallelismo che accomuna una pianta all’essere, cioè all’uomo e alla vita.
Il Fitocomplesso
Spesso le sostanze farmacologicamente attive presenti in una pianta medicinale sono molteplici. Le sostanze vegetali usate nella Fitoterapia sono moltissime, e nell’insieme vengono chiamate fitocomplesso. Esso è responsabile delle proprietà terapeutiche di una determinata pianta, mentre il suo effetto è dato dall’azione integrata delle molteplici sostanze. I principi attivi contenuti nel materiale vegetale sono talmente tanti, che non risulta possibile separarli senza distruggere le loro proprietà medicinali. Dunque è necessario considerare non più soltanto il principio attivo, ma tutti quei composti, apparentemente inerti, che dimostrano un effetto coadiuvante l’attività del principio stesso (appunto il Fitocomplesso).
Un po’ di storia
Da millenni vengono usate erbe e piante medicinali a scopo terapeutico. Basti pensare al Papavero, utilizzato per la prima volta dai Sumeri come terapia del dolore, laddove gli Egizi sapevano distillare piante aromatiche dalle quali ottenevano oli essenziali usati durante le celebrazioni liturgiche, per preparare cosmetici o rimedi per alcune malattie. Sono numerosi, peraltro, i personaggi storici legati alla Fitoterapia. Uno fra tanti sicuramente Ippocrate (padre della medicina occidentale, citava il rimedio naturale come terzo strumento del medico, dopo il tocco e la parola), oppure Galeno, cui si deve il termine “preparato galenico” in quanto forma farmaceutica costituita da sostanza di origine naturale, indicata per trattare specifici disturbi.
Con l’avvento della chimica e dei primi farmaci di sintesi, la Fitoterapia è stata accantonata. Tuttavia, negli ultimi decenni è stata riscoperta. Gli effetti collaterali determinati dai medicinali di sintesi hanno rinnovato l’interesse per l’approccio “naturale”, tanto che una buona fetta della popolazione mondiale ha registrato una maggiore attenzione ed una spiccata sensibilizzazione nei confronti della Fitoterapia. Essa è rinata sia come medicina integrativa da affiancare a quella ufficiale, sia come rimedio più blando, nella prevenzione o nella cura delle lievi patologie.
L’era moderna
La moderna Fitoterapia può comunque considerarsi a tutti gli effetti una disciplina scientifica. I nuovi lavori di ricerca, sempre più rigorosi, e le nuove tecnologie, consentono di ottenere estratti standardizzati e più accurati. Ecco perché deve essere e viene considerata una branca complementare e non alternativa alla medicina tradizionale.
Ricondotta ai suoi principi essenziali, la Fitoterapia è l’impiego delle piante medicinali a scopo preventivo o curativo. Non parliamo quindi di una semplice scuola di pensiero, di una filosofia o addirittura di stregoneria, tanto meno di una medicina “alternativa”. La Fitoterapia è una branca nobile ed antica della farmacologia scientifica.
La Fitoterapia è la scienza medica che studia il corretto utilizzo delle piante medicinali e dei loro derivati, allo scopo di trattare o prevenire svariate malattie e condizioni di interesse prettamente medico (farmaci) o salutistico (integratori).
Le fitomedicine
Per definire natura e trattamento delle patologie, la Fitoterapia moderna fa riferimento agli stessi principi della medicina convenzionale basata su prove di efficacia, impiegando però soltanto rimedi di origine vegetale. Secondo L’OMS sono da considerarsi fitomedicine “i prodotti medicinali finiti, provvisti di etichetta, che contengono come principi attivi esclusivamente delle piante o delle associazioni di piante allo stato grezzo, sotto forma di preparati. Comprendono anche succhi, gomme, frazioni lipidiche, oli essenziali e tutte le altre sostanze di questo genere”.
Spesso, queste fitomedicine sono dei farmaci di origine vegetale a tutto tondo, perché finalizzati a svolgere un’azione terapeutica. Il loro effetto può variare a seconda della natura e della concentrazione dei costituenti chimici farmacologicamente attivi. Nonostante siano ormai stati definiti e identificati, grossomodo, i principi attivi per ogni fonte vegetale, in esse sono presenti altre straordinarie miniere di sostanze complementari che contribuiscono a modularne l’azione.
Proprio come i farmaci di sintesi, i rimedi fitoterapici vengono assunti in quantità ponderali, commisurate al peso corporeo e non fortemente diluite com’è il caso dei rimedi omeopatici.
Le “droghe” vegetali
I farmaci vegetali vengono studiati e valutati per le loro proprietà di qualità, sicurezza ed efficacia terapeutica, allo stesso modo di tutti gli altri farmaci. Su di essi gravano però pesanti problemi riguardanti la qualità: le piante medicinali, come del resto tutti i vegetali, sono facilmente soggette ad alterazioni. Alterazioni dovute sia a fattori pedo-climatici, sia a cattivi procedimenti nella preparazione dei fitoterapici. Le droghe vegetali non sono quindi tutte sicure. Alcune possono provocare effetti collaterali di una certa gravità, altre sono invece più sicure, perché ad azione più blanda. La conoscenza dell’efficacia e della sicurezza di una droga sono essenziali per la Fitoterapia. Come del resto sono indispensabili le conoscenze farmacocinetiche e farmacodinamiche dei componenti attivi delle droghe vegetali. Ma non solo. Anche il modo in cui agiscono (meccanismo d’azione farmacologica) e la loro tossicità.
La comunità scientifica
Secondo il Ministero della Salute “I medicinali fitoterapici sono tutti quei medicinali il cui principio attivo è una sostanza vegetale. Questi medicinali sono stati ufficialmente approvati dall’AIFA, che ne ha verificato la loro qualità, efficacia e sicurezza, e sono venduti esclusivamente nelle farmacie, alcuni dietro presentazione di ricetta medica ed altri come medicinali senza obbligo di prescrizione o medicinali da banco”.
La European Medicines Agency (EMA) classifica tre tipologie di farmaci:
- Ad uso umano
- Ad uso veterinario
- Vegetali
e definisce questi ultimi secondo la direttiva 2004/24/CE: The Directive provides definitions for herbal medicinal products, herbal preparationsand herbal substances.
In Italia e nel resto d’Europa l’esercizio della Fitoterapia è di pertinenza medica, ma in alcuni stati UE esistono anche figure sanitarie che, attraverso un percorso curriculare universitario, possono gestire la cosiddetta “medicina naturale”. In Italia l’Accordo Stato – Regioni del febbraio 2013 chiarisce molti aspetti della formazione del medico fitoterapeuta e definisce gli elenchi speciali degli ordini provinciali degli esperti in medicine alternative, tra cui la Fitoterapia.
L’accordo fa riferimento anche ai veterinari e ai farmacisti per il proprio ambito di professionista preparatore e dispensatore di farmaci fitoterapici e prodotti erboristici.
I principali farmaci fitoterapici
Di seguito un elenco dei più noti e comuni farmaci utilizzati nella medicina fitoterapica.
- Acido folico
- Agar
- Aloe
- Aloe vera (Aloe gastrointestinale)
- Cascara
- Cimicifugae racemosae rhizoma
- Fragula
- Frangula
- Ginkgo biloba
- Ginseng
- Iperico
- Ipriflavone
- Melissa officinalis
- Metilergonovina
- Olio di ricino
- Passiflora
- Probiotici
- Propoli
- Rabarbaro
- Semi di psylium
- Senna
- Valeriana
Benefici e controindicazioni della Fitoterapia
I benefici riconosciuti delle piante sono innumerevoli. La Fitoterapia consente di utilizzare rimedi con attività ormonoregolatrice, antimicrobica, antitossica, lassativa, antinfiammatoria e antiossidante. Se preparati seguendo l’adeguato iter professionale, le fitomedicine non presentano controindicazioni. Talvolta però, lo sfruttamento promozionale di piante ed erbe può dar vita a trattamenti non ben documentati che possono portare a possibili rischi. Oltre a ciò, non bisogna dimenticare che molte piante interagiscono con i farmaci, spesso annullando l’effetto o addirittura aumentandone la tossicità.
Per chi è utile
Mai sentito parlare di rimedi della nonna? Sicuramente sì. Chi si rivolge alla Fitoterapia è solitamente colui o colei che lamenta disturbi o difficoltà largamente diffuse, per le quali non serve in linea di massima il parere di un medico. Si tratta di disturbi come insonnia, mal di testa, ansia, dolori muscolari, irritabilità, dolori mestruali, ritenzione idrica e via dicendo. Questi mali della società contemporanea vengono contrastati dalla Fitoterapia in maniera efficace. Ciononostante, la preparazione di una medicina a base di erbe richiede un preciso lavoro, che può portare alla creazione di un farmaco per la cura di patologie ben più specifiche.
La Fitoterapia può trovare un’importante applicazione anche solo accostandosi all’uso dei farmaci convenzionali. Per fare un esempio, non si dovrebbe mai assumere l’iperico (Hypericum Perforatum) con altre medicine, perché potrebbe modulare l’assorbimento dei farmaci assunti. Ecco perché la Fitoterapia è anche competenza del medico, oltre che dell’erborista.
Il farmaco di sintesi, protagonista della medicina convenzionale, spesso si limita a curare i sintomi senza agire sulle cause. La medicina alternativa, o l’uso di erbe, si pongono invece l’obiettivo di alleviare la causa che sta alla base del disturbo, occupandosi dell’individuo in toto e della sua salute a 360 gradi (importanza di un corretto stile alimentare e di vita, meditazione, attività fisica ecc.). Probabilmente, è proprio per questo motivo che l’uomo del terzo millennio si è maggiormente avvicinato alla Fitoterapia e alle medicine complementari o non convenzionali, allo scopo di sradicare il disturbo alle sue fondamenta.
Quindi, se dovessimo riassumere il tutto in punti fondamentali:
L’automedicazione
In quanti si portano dietro disturbi da mesi, magari anche anni, senza aver mai trovato una soluzione efficace? Ecco, la Fitoterapia spesso si inserisce proprio in questo modo, scovando la radice del problema ed eliminandola una volta per tutte. È comunque buona norma rivolgersi sempre ad un esperto prima di intraprendere qualsiasi percorso si cura.
È un rimedio naturale
Le piante non sono forse la principale fonte di vita? Senza di esse, non potremmo respirare, e di conseguenza nemmeno vivere. Un ritorno alle origini, allo stato naturale, molto spesso può essere di grande aiuto. In particolare nel mondo moderno, questa giungla d’asfalto ricreata dal chiasso perenne e caratterizzata da ritmi insostenibili.
Le fitomedicine, spesso non hanno effetti collaterali, ed è difficile li abbiano. Affidarsi alla natura significa gettarsi tra le braccia di colei che ci ha creato e ci custodisce.
Una vasta offerta di integratori
Scegliere integratori naturali può essere d’aiuto non solo a livello fisico, ma anche economico. Ebbene sì, poiché una volta individuati quelli efficaci per i nostri disturbi, non dovremmo più preoccuparci di fare una cernita continua per capire quale sia la pillola dal colore più vivace.
Una valida alternativa
Parliamo dell’affidabilità, forse la caratteristica più importante e vitale quando parliamo di rimedi, o di medicina più in generale. La Fitoterapia non solo è una branca della farmacologia, ma fa uso di composti esclusivamente naturali.
Le erbe portano benefici per il nostro organismo
Sembra quindi ormai scontato sottolineare quanti possano essere i benefici derivanti da una pratica come la Fitoterapia. Ma per andare più nel dettaglio, facciamo un esempio.
L’Aloe. Chi di voi ne ha mai sentito parlare, o addirittura già ne ha sperimentato gli effetti benefici? Infatti essa viene impiegata in tutte le sue forme per ridurre effetti di problematiche al fegato, per ridurre gonfiore e arrossamento, anche se in alcuni casi si potrebbero presentare effetti collaterali all’intestino. Ecco perché il parere di un medico o erborista è vitale.
Esistono delle liste SIFIT delle piante ammesse alla Fitoterapia
Per tutti coloro che si ostinano a chiamare certe pratiche “stregonerie”. La Fitoterapia non è affatto una disciplina inventata, ma ufficiale. Esiste infatti una lista dove si possono trovare tutte le piante ammesse (SIFIT).
Conclusioni
La Fitoterapia, un’immersione nelle radici della storia. Fa sempre un certo effetto pensare alla nascita dei primi rimedi e delle prime medicazioni, e al modo in cui gli uomini ci si rapportavano. Le figure dello speziale e dell’erborista dovevano essere sicuramente tenute in grande stima, e senza dubbio c’era chi li etichettava come maghi o stregoni! Ma nell’era moderna lo spazio per le magie è confinato nella fantasia e nell’immaginazione, e in particolare quando si parla di Medicina, il discorso si fa piuttosto serio. Siete dell’idea che la fitoterapia abbia un potenziale ancora non del tutto compreso, oppure ha già dimostrato alla comunità scientifica di valere molto? E voi? Come vi relazionate con la medicina naturale? Fateci sapere la vostra nei commenti!