Benessere sociale e benessere ambientale
Trascorrendo gran parte delle nostre giornate indoor (in ambienti confinati quali abitazioni e luoghi di lavoro), è importante assicurarsi che le condizioni ambientali interne di questi luoghi siano tali da garantire la salute psicofisica e la produttività. Con comfort ambientale, o benessere ambientale indoor (IEQ – Indoor Environmental Quality) si intende la soddisfazione di quattro tipi di benessere all’interno di un ambiente chiuso:
- termo-igrometrico (temperatura, umidità e velocità dell’aria);
- respiratorio-olfattivo (qualità dell’aria);
- acustico (livello di rumorosità);
- visivo (livello di luminosità).
Sebbene la qualità ambientale di un ambiente possa essere definita da queste quattro classi separate, esse sono strettamente legate e solo insieme possono garantire il comfort ambientale, il benessere.
Benessere termo-igrometrico
Il benessere termo-igrometrico è legato alla temperatura, all’umidità e alla velocità dell’aria. Si raggiunge quando il soggetto nell’ambiente confinato non ha né caldo né freddo (la temperatura dell’aria è giusta, il pavimento non è né troppo caldo né troppo freddo, la differenza di temperatura tra la testa e le caviglie non è troppo elevata, si indossa un abbigliamento adeguato).
Benessere respiratorio-olfattivo
Il benessere respiratorio-olfattivo indica lo stato di soddisfazione di un individuo nei confronti dell’aria che respira. Quindi si raggiunge quando nell’aria non sono presenti inquinanti (muffe, acari, voc, radon) in concentrazioni ritenute nocive per la salute dell’uomo.
Benessere acustico
Il benessere acustico è lo stato in cui un individuo, in presenza di un campo di pressione sonora, dichiara di trovarsi in una situazione di comfort. Conseguentemente, rumori e vibrazioni possono nuocere alla capacità di concentrazione ed apprendimento e ridurre la qualità del sonno.
Benessere visivo
Il benessere visivo è lo stato in cui l’individuo può svolgere nel modo migliore i diversi compiti visivi che è chiamato ad assolvere.
Le variabili del comfort ambientale indoor sono controllabili sia durante la progettazione che durante l’utilizzo dell’edificio, eppure ci si ritrova spesso a vivere e lavorare in ambienti non sufficientemente salubri.
Talvolta la causa è da attribuire alla fase progettuale: una cattiva progettazione può dare luogo a stanze fredde e buie, o può far prevalere l’aspetto energetico sul benessere ambientale. Limitare i consumi energetici, infatti, non è garanzia di benessere ed il rischio è di avere ambienti ermetici, che soddisfano i requisiti energetici ma non quelli del comfort indoor.
Le cause del discomfort possono essere rintracciabili anche in un cattivo utilizzo dell’immobile o alla scarsa manutenzione: una mancata apertura delle finestre, e quindi ambienti poco ventilati, possono far insorgere problemi di umidità.
Fonte: muffaway
Il comfort ambientale si identifica quindi con il benessere psicofisico delle persone che vivono un ambiente (casa, ufficio) ed è una sensazione dipendente da determinate condizioni ambientali che sono in gran parte pianificabili e quindi rientranti nella responsabilità del progettista, ad esempio nelle fasi di progettazione, realizzazione e gestione di un green building.
Gli studi sul benessere termoigrometrico
Il benessere termoigrometrico o thermal comfort è definito dall’American Society of Heating Ventilation and Air-conditioning Engineers (ASHRAE) come quel particolare stato della mente che esprime soddisfazione con l’ambiente circostante.
Gli studi-esperimenti condotti dal danese P. Ole Fanger hanno messo in evidenza come in edifici residenziali con scadenti condizioni di comfort termoigrometrico il rischio di malattie polmonari, soprattutto nei bambini, è molto alto. Gli studi condotti su edifici per uffici dimostrano che il discomfort termoigrometrico crea un decisivo abbattimento del grado di attenzione e il conseguente rendimento.
Teorie di Fanger
Secondo gli studi e le teorie di Fanger, il benessere termoigrometrico in un edificio si raggiunge a seconda delle relazioni che si instaurano tra le variabili soggettive e le variabili ambientali.
Più recenti studi sul comfort negli edifici mettono in evidenza che oltre alle suddette variabili la sensazione di comfort è strettamente connessa ad aspetti psicologici, culturali e sociali dell’individuo, è funzione del tempo e della capacità di adattamento dell’individuo rendendo quindi non semplice quantificare lo stato di benessere che dovrebbe almeno tenere conto del sesso, dell’età delle persone e del relativo stato di salute. Quest’ultima teoria conosciuta come Adaptive method cioè metodo adattivo è stata avanzata da studiosi quali G.S. Brager, R.J. de Dear, M.A. Humphreys, J.F. Nicols.
Variabili soggettive
Con riferimento al benessere termoigrometrico, le variabili soggettive sono relative all’attività che l’individuo svolge all’interno dell’ambiente e al tipo di vestiario. – L’attività metabolica di un individuo trasforma l’energia chimica prodotta dall’assunzione del cibo in energia termica.
Variabili ambientali
Riprendiamo le quattro variabili che dipendono dalle condizioni climatiche esterne ed interne all’edificio e che influenzano il benessere termoigrometrico:
- Temperatura dell’aria: si misura in °C;
- Umidità relativa dell’aria interna: indica il rapporto tra la quantità di vapore contenuto da una massa d’aria e la quantità massima che ne può contenere quella massa d’aria nelle stesse condizioni di temperatura e pressione. Si misura quindi in percentuale %.;
- Temperatura media radiante: espressa in °C, si calcola come media delle temperature delle pareti interne all’ambiente, compresi soffitto e pavimento;
- Velocità dell’aria: espressa in m/s
Indici del benessere termoigrometrico
Si tratta di indici di livelli di comfort che nascono dalle relazioni tra il funzionamento del corpo umano e la sensazione di benessere termico. La norma UNI EN ISO 7730 ne individua due:
- Il Predicted Mean Vote PMV, ovvero Voto Medio Previsto, è un indice di valutazione dello stato di benessere di un individuo e tiene conto delle variabili soggettive e ambientali; si tratta quindi di una funzione matematica che dà come risultato un valore numerico su una scala con range -3 (indice di sensazione di troppo freddo) a +3 (indice di sensazione di troppo caldo), dove lo zero rappresenta lo stato di benessere termico. Essendo un indice medio riferito ad un gruppo di individui, il raggiungimento del PMV pari a zero non significa che l’intero gruppo ha raggiunto le condizioni di benessere.
- Il Percentage of Person Dissatisfied PPD, esprime la percentuale di persone insoddisfatte in un determinato ambiente.
Fonte: Wikipedia
Gli ambienti domestici
La nostra vita si svolge all’interno di vari ambienti, ognuno dei quali è costruito per un determinato scopo.
Ve ne sono alcuni dove abitiamo, altri dove gli adulti lavorano parecchie ore al giorno, altri dove i bambini e i ragazzi fanno scuola e ricevono una parte della loro educazione, altri ancora dove passiamo il nostro tempo libero e ci dedichiamo agli svaghi.
Quasi mai ce ne rendiamo conto, ma la gran parte della nostra giornata scorre dentro stanze all’interno di edifici. Fatta questa constatazione abbastanza elementare, è lecito farsi una domanda: quanto influisce la qualità degli ambienti che frequentiamo sulla qualità della nostra vita di tutti i giorni e sul nostro benessere psicofisico? Indubbiamente moltissimo.
Chi dorme in una casa costruita con materiali salubri, senza umidità, poco rumorosa e ben riscaldata e ventilata, conduce alla lunga una vita più sana di chi vive in un luogo privo di questi requisiti. Ne deriva la necessità di ricercare un certo Benessere Ambientale.
La definizione del benessere ambientale assume due aspetti ben distinti in funzione del fatto che lo si valuti come stato mentale oppure come stato fisico di piacevolezza.
La gestione delle variabili
La temperatura dell’ambiente è necessario che non subisca brusche e repentine variazioni, indipendentemente da ciò che avviene nell’ambiente esterno.
Deve quindi essere garantito un buon grado di isolamento delle chiusure superiori ed inferiori
Si è rilevato, infatti, che l’organismo umano sopporta solo una escursione termica assai contenuta. L’irraggiamento termico, inteso come calore che viene trasmesso da un corpo più caldo ad uno più freddo, è fortemente influenzato dalla natura, dal calore e dall’aspetto fisico dei corpi stessi.
Tenore di umidità
Per ciò che concerne invece l’umidità relativa si deve sottolineare la grande importanza che essa assume nel contesto del benessere ambientale, considerato che questo parametro favorisce, se in eccesso, l’insorgenza di patologie infettive e non.
Se si considera poi che il tenore di umidità è determinato anche dalla natura stessa dell’edificio, diventa di estrema importanza intervenire preventivamente in sede progettuale, ovvero con gli opportuni risanamenti, sulle costruzioni.
Infine, per quanto riguarda il movimento dell’aria, c’è da dire che con esso è possibile ottenere, quando occorre, un più veloce rinfrescamento del corpo umano, sempre che tale movimento sia mantenuto entro limiti accettabili.
Le altre variabili in gioco
Per la definizione del benessere ambientale, bisogna tenere in considerazione altri fattori, quali per esempio: l’età degli abitanti e la loro cultura, la qualità dell’aria.
Date le molteplici variabili in gioco, risulta di estrema difficoltà poter definire esattamente i limiti entro i quali si realizzano le condizioni di comfort abitativo, anche se diversi tentativi sono stati compiuti in questo senso.
Fascia del benessere
È possibile comunque, pur tenendo conto delle difficoltà sopra menzionate, individuare una sorta di “fascia del benessere” così delimitata: temperatura tra i 18°C e i 24°C ed umidità relativa tra il 30% ed il 70%.
Solitamente i soli meccanismi di autoregolazione, corporei e non, di questi parametri, che all’occorrenza intervengono, non sono sufficienti a garantire le condizioni di benessere ambientale sopra definite; pertanto bisogna porre l’attenzione anche sulla cosiddetta “terza pelle” (l’edificio), soprattutto per ciò che attiene alle scelte dei materiali da costruzione.
Posto che la scelta di questi ultimi, per ovvie ragioni di salubrità ambientale, va indirizzata verso quelli sani ed ecologici, uno tra questi che sicuramente risponde alle esigenze e caratteristiche sopra argomentate, è senza dubbio il sughero.
Il sughero
Esso infatti, oltre ad essere un ottimo isolante termico ed a possedere un’elevata traspirabilità, è un materiale sano e naturale ed in un discorso bioecologico, quale il nostro, tale caratteristica risulta basilare.
Infine tale materiale, grazie alla sua versatilità, consente la risoluzione di innumerevoli problemi che con altri materiali risulterebbe pressoché impossibile.
La bioedilizia non si ferma alla realizzazione di pareti divisorie con alto grado di isolamento termico-acustico, ma è un altro modo di concepire la progettazione della casa che passa da una scelta di impiego di tecnologie e materiali utili per la progettazione di una casa dalle fondamenta al tetto.
Fonte: salesalutebenessere
E il benessere sociale?
Abbiamo già scritto un articolo relativo al benessere sociale, e come esso sia legato al rapporto tra individuo e mondo. In questo senso, il modo in cui viviamo la nostra casa, i nostri spazi e ambienti influisce massicciamente sul nostro stato psicofisico. In particolare, il nostro modo di relazionarci con gli altri è il frutto di una serie di fattori, di cui il benessere ambientale è forse uno dei primi, se non il principale.
Conclusioni
Socrate e Platone, due dei più grandi filosofi mai esistiti, sostenevano che “Non la vita, ma la buona vita, deve essere principalmente apprezzata” e che “Non bisogna tenere in massimo conto il vivere come tale, bensì il vivere bene.”
Il benessere, sociale o ambientale che sia, è senza dubbio una scelta di vita. Per altro, nell’ambito sociale c’è da ricordare che “Il bene che assicuriamo per noi stessi è precario e incerto fino a quando non viene assicurato a noi tutti e incorporato nella nostra vita comune” (Laura Jane Addams).
Benessere non vuol dire egoismo, tanto meno individualismo. Il benessere è un seme che portiamo con noi e che possiamo spargere nel mondo, polarizzarlo sugli altri, cosicché non sia più un bene personale, ma condiviso.