Disabili e benessere (mancato): 5 ostacoli da rimuovere
Disabili e benessere, sono termini spesso disgiunti. Anzi spesso i disabili sono associati a situazioni di malessere, fisico e psicologico. La storia della disabilità infatti è da sempre piena di dolore e il cammino per l’emancipazione pieno di ostacoli. Fin dall’antichità i disabili erano infatti visti come esseri inferiori. Gli Spartani uccidevano i bambini disabili gettandoli dal monte Taigeto, i Romani li deprecavano. Lucio Anneo Seneca scriveva: “Soffochiamo i nati mostruosi, anche se fossero nostri figli. Se sono venuti al mondo deformi o minorati dovremo annegarli. Ma non per cattiveria. Ma perché è ragionevole separare esseri umani sani da quelli inutili…” (De Ira, libro I). Perfino nel cristianissimo Medioevo, papa Gregorio I, noto come San Gregorio Magno diceva: “Una anima sana non trova albergo in un corpo tumefatto”. ciò che più d’ogni altra cosa colpisce è che sia il Papa, nella sua infallibilità dogmatica, a sancire l’infamia della disabilità.
DISABILI E BENESSERE: DUE RETTE PARALLELE?
Sorvoliamo sul fatto che nel Rinascimento i disabili diventano fenomeni da baraccone. E che nei secoli successivi vanno incontro a infamia e persecuzioni. Basterà infatti ricordare che un cammino di inclusione comincia soltanto alla fine del XX secolo. Nonostante una legislazione all’avanguardia, presente in Italia già dagli anni Settanta, lo slancio propositivo è stato frenato dalla mentalità ancora immatura. Oggi sono tanti i pregiudizi duri a morire; un cammino ancora lungo e in salita che cerca lentamente di fare breccia nelle coscienze. Risulta purtroppo ancora difficile rimuovere la vecchia visione pauperistica dei disabili. Una visione più larga e possibilista della disabilità, intesa come diversità e quindi arricchimento socio-culturale, fatica ancora a emergere.Troppi infatti gli ostacoli, le barriere che impediscono l’integrazione, l’inclusione, l’indipendenza. Insomma ancora oggi disabili e benessere sono molto distanti.
Spieghiamo quali sono i principali ostacoli da rimuovere per avvicinare disabili e benessere.
DISABILI E BENESSERE: 5 OSTACOLI DA RIMUOVERE
- BARRIERE ARCHITETTONICHE
- BARRIERE MENTALI
- DIPENDENZA ECONOMICA
- CARENZA DI PERCORSI FORMATIVI
- CARENZA DI PROGETTI A LUNGO TERMINE
Andiamo allora ad analizzarli più dettagliatamente.
1. BARRIERE ARCHITETTONICHE
Nonostante l’attuale normativa in materia di barriere architettoniche sia in vigore da molti anni (Legge n. 41/1986, richiamata e perfezionata da leggi successive), capita spesso di imbattersi in edifici, pubblici e privati, in percorrenze pubbliche o in servizi pubblici in cui persistono gravi impedimenti all’accessibilità degli spazi. Accessi, ingressi, porte, pavimenti, servizi igienici, ascensori, altezze di vari elementi non fruibili per coloro i quali presentano un handicap motorio o fisico.
2. BARRIERE MENTALI
Se per le barriere architettoniche bastano ruspe e picconi, più dure a morire sono le barriere mentali. Non è un caso se anche l’Italia, paese attento alle esigenze degli ultimi, non aveva fino a pochi anni fa politiche di sviluppo per i disabili, ma soltanto di mantenimento. Purtroppo ancora oggi sono tanti i pregiudizi e la considerazione dei disabili come “Figli di un Dio minore” persiste brutalmente nelle coscienze di molti. Il cammino dei disabili è ostacolato soprattutto dalla beceraggine umana.
3. DIPENDENZA ECONOMICA
Abbiamo parlato fin dall’inizio del binomio disabili e benessere, specificando quanto grande sia ancora il distacco tra i due termini. Un vecchio adagio recita “i soldi non fanno la felicità”, io aggiungerei “figuriamoci la miseria”. Se soffrire di una forma di disabilità è una sfortuna, nascere in una famiglia con scarse possibilità economiche è una iattura. La condizione di disabilità richiede sforzi: fisici, mentali ed economici. la pensione di invalidità (per invalidi civili totali) è di 286,81 euro, l’assegno di accompagnamento è di 520,29 euro. Non serve dire altro.
4. CARENZA DI PERCORSI FORMATIVI
Ribadendo che la disabilità si presenta sotto molte diverse forme, soprattutto a livello psichico, dobbiamo farci due domande. Quali sono i percorsi formativi per i disabili? E che prospettive danno? A parte l’insegnamento di sostegno, va detto che le iniziative realmente volte alla professionalizzazione e all’inserimento lavorativo dei disabili sono davvero poche. Quanto alle prospettive offerte, direi che tali percorsi hanno la stessa prospettiva delle pitture rupestri. “E più non dimandare”.
5. CARENZA DI PROGETTI A LUNGO TERMINE
Se parliamo di progetti a lungo termine dobbiamo intendere progetti di vita. Molti sono i disabili non autosufficienti; viene da chiedersi allora: quale sarà la loro vita da adulti.? Come vivranno quando saranno senza genitori? Chi si prenderà cura di loro? E soprattutto chi pagherà per il loro mantenimento? Alcune Associazioni si occupano specificamente del problema e poche famiglie previdenti, ma soprattutto benestanti, predispongono il futuro dei loro cari. E lo Stato? Come sempre “Gli ultimi saranno gli ultimi”.
CONCLUSIONE
Disabili e benessere: dunque un traguardo difficile da raggiungere finché i soggetti disabili non smetteranno di essere considerati oggetti di assistenza di stampo pietistico e non saranno considerati portatori di diritti.