DIFFERENZA E SIMILITUDINE TRA NATUROPATIA ED OMEOPATIA
Il termine naturopatia fu coniato nel 1895 dallo statunitense John Scheel, medico a New York. Il significato odierno più accreditato della parola “naturopatia” è “sentiero della natura” per mantenere o ripristinare lo stato di benessere.
La naturopatia riunisce tutte quelle pratiche di medicina naturale, che ha l’obiettivo di mantenere o ristabilire l’equilibrio della persona e di giungere ad un benessere psicofisico. I suoi sostenitori non la ritengono una sostituta della medicina tradizionale (da essi definita “medicina allopatica“). Difatti, la medicina allopatica è ritenuta indispensabile in caso di patologie gravi o di emergenza.
La naturopatia si integra invece ad essa, focalizzandosi sulla persona e non sul sintomo estratto dal contesto individuale. Rappresenta inoltre un punto cardine ed essenziale nella prevenzione delle malattie: alla sua base c’è l’idea di uno stile di vita orientato a mantenere integro l’organismo il più a lungo possibile, riducendo il ricorso ai farmaci di sintesi. In caso di problemi cronici, la naturopatia prevede di affiancare la medicina allopatica, in quanto lo stile di vita sano può influire positivamente sulla modulazione dei sintomi.
Arriviamo così a parlare di visione olistica: la malattia non è intesa come causa di un unico fattore, ma come l’insieme di diversi problemi legati al corpo, alla mente e all’energia che si trova in ogni persona. A differenza della tradizionale medicina, che attribuisce ad ogni malore una singola causa precisa, la naturopatia cerca di ripristinare gli squilibri o le disfunzioni, favorendo il benessere della persona in toto.
Il rapporto con l’omeopatia
L’omeopatia nasce come sistema medico alternativo alla medicina tradizionale. La sua formulazione risale all’Ottocento, quando il medico S.Hahnemann introdusse il “principio di similitudine del farmaco”.
L’idea alla base della sua teoria, è quella di somministrare un determinato principio attivo a una persona sana. Se i sintomi che seguiranno sono i medesimi riscontrabili nella persona malata, allora il principio attivo somministrato risulterà essere quello giusto per la cura della malattia. La sostanza in omeopatia viene tagliata e dinanimizzata con acqua.
L’omeopata e il naturopata
– L’OMEOPATA
L’omeopata è prima di tutto un medico, cioè un laureato in medicina e chirurgia iscritto all’albo dei medici. Una volta terminati gli studi, questo medico si è specializzato in omeopatia, una branca della medicina.
L’approccio omeopatico, come accennato sopra, si rifà al pensiero di S. Hanemann (XVIII secolo) “il simile si cura con il simile“. I rimedi omeopatici sono rimedi diluiti (in acqua o in alcol ma si trovano anche in granuli) e “scossi” (il termine specifico di questo movimento è dinamizzazione).
Molti medici e scienziati ritengono i rimedi omeopatici inefficaci proprio perché, in seguito a questi processi, non resterebbe più niente del principio attivo. Al contrario, gli omeopati sostengono strenuamente che sarebbe proprio la dinamizzazione ad aumentare l’efficacia del prodotto. I rimedi omeopatici possono avere derivazione vegetale, minerale o animale ed agiscono a livello energetico, cioè non direttamente sul corpo bensì sullo squilibrio. Stando alla visione omeopatica, è proprio questo squilibrio a provocare la malattia. Dato che si agisce nel profondo, il tempo di azione è più lento rispetto alle medicine tradizionali; per questo è sconsigliato l’esclusivo uso di prodotti omeopatici per trattare casi molto gravi.
L’approccio omeopatico si ricollega direttamente alla naturopatia nella sua dimensione che guarda all’uomo come essere totale. Avere un colloquio con un omeopata significa quindi indagare sullo stile della vita della persona, sulla sua alimentazione e sui suoi aspetti individuali. Nonostante l’omeopata sia un medico, in omeopatia si parla di rimedi e non di farmaci; difatti i prodotti omeopatici non sono ancora riconosciuti come medicinali efficaci dalla comunità scientifica ufficiale.
– IL NATUROPATA
Il naturopata non è un medico e può anche non essere laureato. Ciononostante, egli deve aver svolto un corso di naturopatia ed aver superato l’esame finale, ricevendo la relativa qualifica. Al giorno d’oggi, i corsi di naturopoatia sono delle vere e proprie lauree, solo che in Italia non ricevono ancora la stessa dignità delle lauree.
Il naturopata lavora sul piano energetico dell’individuo, si preoccupa della sua salute e fa prevenzione. Inoltre egli si occupa dei meccanismi di autoguarigione, quindi tutti quei casi in cui il paziente è in grado di rimediare ai suoi disturbi in maniera del tutto autonoma. Il naturopata ha anche la facoltà di consigliare rimedi vegetali. A differenza del fitoterapeuta, per fare un esempio, il suo interesse non è per la singola molecola della pianta, bensì per tutta la pianta. Un naturopata può consegnare succhi, centrifughe, concentrati ed altri rimedi in cui il vegetale è stato usato intero (in gergo specifico si dice che il naturopata usa il fitocomplesso). Può anche consigliare fiori di Bach ed altri rimedi ed integratori ritenuti non invasivi.
Cosa dice la scienza
La differenza tra naturale e omeopatico va ritrovata fondamentalmente in ciò che ne dice la comunità scientifica. Se all’omeopatia non viene data alcuna rilevanza scientifica, i prodotti e le pratiche di naturopatia, sebbene più leggeri, hanno un comprovato effetto benefico. La naturopatia, difatti, fa essenzialmente uso delle stesse piante e vegetali da cui si ricavano i principi attivi di numerosissime medicine tradizionali. Tuttavia, a differenza della medicina allopatica, la naturopatia e l’omeopatia operano su questo piano in simultaneità.
L’equilibrio energetico
Parlando della naturopatia, descriviamo un approccio ai sintomi causati da una malattia che rimette in discussione: l’individuo, il suo benessere e il suo equilibrio energetico. Un modo rivoluzionario, antico di approcciarsi al problema, che ci ricorda che slegare le patologie dalla condizione psico-fisica della persone può essere un errore grossolano.
La medicina allopatica ha un modus operandi assai semplice: al palesarsi di determinati sintomi, si somministrano sostanze e principi in grado di interagire con l’organismo al fine di rimuoverli. Ma parliamo di una rimozione che dura un tempo sufficiente a farci ‘illudere’ di essere ‘sani’. Il problema è che in realtà non si interviene mai sulle cause ma sulle conseguenze.
La medicina omeopatica, in questo senso, ha fatto dei passi in avanti. A differenza di quella tradizionale, stimola l’organismo a difendersi con i propri mezzi. Il funzionamento ricorda molto quello di un comune vaccino. La piccola quantità di agenti patogeni presente nei medicinali omeopatici, mandano un allarme al sistema immunitario, che a sua volta si prepara ad affrontare l’attacco imminente.
Molto spesso però si confonde questa pratica con la naturopatia. Quante volte abbiamo sentito persone alla ricerca spasmodica del farmaco miracoloso in grado di alleviare tutti i nostri disturbi?
Questo è esattamente ciò che porta la medicina moderna a perdere la profonda connessione che esiste tra l’individuo e il mondo che lo circonda. Tutti i mali vengono ascritti ad una qualche particolare patologia; ad un qualche raro disturbo che come per diletto decide di insinuarsi in noi, nel nostro organismo.
Lo “stile di vita”
In realtà lo stile di vita, le abitudini quotidiane e la regolarità del nostro bio-ritmo sono elementi che necessitano della dovuta attenzione, e nel caso in cui siano fuori dalla norma potrebbero costituire un terreno fertile per lo sviluppo di determinate patologie.
Per questo la naturopatia riporta al centro della discussione l’individuo piuttosto che i suoi sintomi. Essa si focalizza sul: risanamento dell’equilibrio energetico, del suo benessere, e di tanti altri fattori che non sempre vengono trattati con la dovuta cura.
Quante sono le persone che si lamentano di disturbi o di problemi che le affliggono? E quante veramente si preoccupano di curare il loro stile di vita, cercando di migliorarne le numerose sfumature? A rifletterci un attimo, i sintomi non sono altro che dei segnali d’allarme mandatici dal nostro corpo per manifestare delle situazioni di disagio.
Ritrovare o recuperare la propria condizione naturale ottimale, è vitale se si vuole condurre una vita serena. L’alimentazione, l’attività fisica, una conoscenza profonda della propria intimità corporea e dei propri limiti fisici…sono alla base, al principio di un cammino di cura di se stessi. Guarire rapidamente e completamente non è possibile se non ci sentiamo bene con noi stessi. Il cambiamento parte sempre da dentro.
Gli approcci nel mondo e in Italia
In India è nato un ministero dello Yoga, per promuovere le pratiche ascetiche e meditative, oltre l’ayurveda, la naturopatia e l’omeopatia. Ed è stato voluto fortemente dal ministro Narendra Modi, al fine di esaltare la cultura e le tecniche indiane. In Italia invece è possibile frequentare delle scuole di naturopatia olistica, come quella dell’Università Popolare AICTO, che in convenzione con il Dipartimento di Chimica dell’Università La Sapienza di Roma, tiene dei corsi che hanno l’obiettivo di formare delle figure professionali, anche se giuridicamente non riconosciute nel nostro territorio.
Lo stesso vale per tutto il Paese, in particolare con forte concentrazione in Toscana, regione molto attiva. Essa ha regolamentato con una propria legge le “Discipline del benessere e bio-naturali”. In questo territorio vi sono numerose strutture, come l’ANEA (Accademia di Naturopatia bio-Energetico e Ambiente) che permette una formazione di tipo universitario, che si rifà agli standard delle scuole europee. Nonostante normativamente ancora non vi siano riconoscimenti ufficiali della figura del naturopata è stata fondata anche una Federazione Italiana di Naturopati Professionisti (F.I.N.P.), al fine di promuovere la tecnica naturale e proteggere gli esperti del settore.
La scelta delle cure resta sempre personale. La naturopatia e l’omeopatia possono essere una opzione da affiancare ad un percorso medico. E poi, bisogna dire che spesso purtroppo anche i medicinali che acquistiamo in farmacia possono non avere una riuscita certa per tutti.
Qualche massima naturopatica
- Sostenere le forze auto-guaritrici dell’organismo. L’organismo umano dispone di strumenti di auto-guarigione, situati ad esempio nel sistema immunitario. Tra essi rientrano la plasticità nervosa, le rigenerazioni tessutali e molti altri. Il naturopata ha la responsabilità di rinforzare e sostenere certi aspetti.
- Identificare e curare la causa del disagio o della malattia. Rimuovere la causa del disturbo o della malattia è fondamentale se si vuole raggiungere una completa guarigione. Essa, ovviamente, può avere diverse radici: fisiche, chimiche, metaboliche, genetiche, emotive, sociali, mentali, spirituali ecc. Il naturopata, nel curare i sintomi, cerca di identificare queste cause per rimuoverle, ove possibile.
- Primum nihil nocere, “per prima cosa, non nuocere” (naturopati tradizionalisti) oppure il minor danno (medici naturopati). I naturopati tradizionalisti insistono sul “nihil nocere”, ovvero fanno esclusivamente uso di metodi privi di controindicazioni. In questo senso, però, decidono anche di astenersi dai casi clinici dove potrebbero sorgere aggravamenti nocivi per il paziente. I medici naturopati valutano invece il minor danno per il paziente, ricercando un equilibrio tra malattia e cura. Nel fare ciò, sono pronti a ritenersi responsabili in caso di errore o di valutazioni contrastanti.
- Curare la persona e non la malattia. I naturopati non condividono la visione cosiddetta “specialistica” della medicina, che cura sistemi, organi e malattie presi singolarmente. Essi dichiarano di attuare pratiche terapeutiche che coinvolgano la persona in tutte le sue dimensioni: fisica, emotiva, mentale e spirituale (visione olistica).
- Fungere come insegnante del corretto stile di vita.
- Prevenire le malattie.
Conclusioni
La naturopatia è una pratica affascinante, dai risvolti assai interessanti. Decidere di escludere dalla propria vita medicinali di sintesi, spesso purtroppo dalle conseguenze nocive, non è una scelta facile. La naturopatia, come l’omeopatia, è un vero e proprio stile di vita, un percorso che intraprende solo chi sa di volerlo davvero, nel profondo. Molto spesso si confonde l’ignoranza con l’audacia, essendo molto sottile la linea che divide questi due fronti. Comunque sia, ogni percorso esistenziale prevede un salto di fede non indifferente, in particolare quando parliamo di pratiche sconosciute o non propriamente comuni a tutti.
E voi? Cosa ne pensate al riguardo? Credere che affiancare la naturopatia alla medicina tradizionale sia una buona idea? Oppure preferite abbracciare totalmente una delle due visioni? Fatecelo sapere qui sotto nei commenti!