Benessere soggettivo e benessere psicologico
Abbiamo già parlato di benessere nei nostri articoli, in particolare del benessere sociale e di quello ambientale. Oggi vi proponiamo un approfondimento in merito del benessere soggettivo e al benessere psicologico.
Benessere soggettivo
Il concetto di benessere soggettivo proposto da Diener (1984; 1994), si articola in due componenti, distinte ma interrelate. La prima è la componente cognitiva, che si rifà al grado di soddisfazione per le proprie condizioni di vita, ed è espressa dal giudizio soggettivo sulla qualità della propria vita nei suoi ambiti generali (es. la famiglia, il lavoro). La seconda, la componente emotiva, si riferisce invece al “grado di bilancio edonico” (Steca & Caprara, 2007), un bilancio che ha a che fare col “piacere” ed è dato dalla differenza fra l’affettività positiva e quella negativa esperite dal soggetto.
Il benessere soggettivo è una condizione dell’individuo ed una risorsa per il suo funzionamento fisico, psicologico e sociale, nella cui “costruzione” rientrano scopi, valori, bisogni personali, ruoli e rappresentazioni sociali connessi all’esperienza soggettiva (Lonardi, 2011). Le valutazioni che l’individuo dà sul suo stato avvolgono tutto il suo essere e possono comprendere tutto il suo mondo, condizione psicofisica compresa.
In generale, dunque, il benessere ha a che fare “principalmente con la percezione positiva che l’individuo ha di sé” (De Beni, 2009) e si associa ad emozioni positive come la gioia, la serenità, l’orgoglio, le quali sono indicatori del buon andamento dei piani motivazionali dell’individuo. In contrasto, il malessere si affianca a esperienze emotive negative quali tristezza, rabbia, depressioni, che segnalano ostacoli che si frappongono fra il singolo e le sue mete (Fredrickson, 1998; Galati, Sotgiu, & Lavagno, 2007).
I fattori
Fra i fattori che predicono il benessere soggettivo, Zambianchi e Ricci Bitti (2009) pongono in risalto anche i processi di autoregolazione, come: le credenze di controllo sulla propria vita, le strategie di coping e quelle di gestione della quotidianità, la presenza di obiettivi commisurati allo stato del soggetto (Freund & Baltes, 1998).
Un altro elemento centrale è rappresentato dalle “convinzioni di autoefficacia” (Bandura, 1986; 1997), che corrispondono alle valutazioni che gli individui danno “rispetto al sentirsi capaci di eseguire determinati corsi d’azione e di raggiungere livelli designati di prestazione, in specifici compiti e ambiti della vita” (Steca & Caprara, 2009).
Queste convinzioni, per gli autori, determineranno gli scopi, i modi d’agire e le situazioni nelle quali l’individuo si metterà alla prova. Infatti, gli individui “sono scarsamente motivati ad agire e ad impegnarsi se non si ritengono all’altezza o se non credono di avere buone probabilità di successo” (Steca & Caprara, 2009).
Fonte: psicologi online
Benessere psicologico
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha incluso il benessere psicologico nel concetto di salute: gli individui devono avere la possibilità di sentirsi a proprio agio nelle circostanze che si trovano a vivere.
Secondo la definizione dell’OMS, infatti, il benessere psicologico è quello stato nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni.
La Misurazione del Benessere
Quasi cinquant’anni fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non solamente l’assenza di disagio o malattia”. Tuttavia, gli indici di salute nella nostra società continuano ad essere focalizzati in larga parte sul disagio, sulla malattia e sul funzionamento negativo. Anche le ricerche epidemiologiche sono spesso indirizzate alla misurazione della mortalità e della morbilità tra la popolazione umana, piuttosto che alla quantificazione del benessere e del funzionamento positivo.
La maggior parte degli strumenti di valutazione usati in psicologia, sociologia e medicina, inoltre, è orientata alla misurazione di problemi fisici (malattie, dolore, disturbi del sonno, sintomi), mentali (disfunzioni cognitive, stress, depressione, ansia, ostilità), o sociali (limitazioni di ruolo, disagi familiari o disfunzioni sessuali).
Un altro aspetto controverso, di frequente riscontro, è la mancanza di accordo sul concetto di benessere, salute e funzionamento positivo dell’individuo. Le definizioni proposte per illustrare il benessere psicologico e la felicità sono infatti molteplici.
Giudizio cognitivo
Vari studiosi di discipline sociali hanno cercato di capire su quali elementi le persone si basano nel giudicare positivamente la propria vita. Questa definizione di benessere soggettivo è stata etichettata come soddisfazione nella vita e si fonda sugli standard delle persone nel determinare ciò che è positivo nella vita. Si tratta quindi di una valutazione globale della qualità della vita di una persona secondo i propri criteri soggettivi. Sono stati di conseguenza creati degli strumenti psicometrici in grado di misurare il benessere, qui inteso soprattutto nella sua componente di giudizio cognitivo. Tra le scale più utilizzate possiamo indicare:
a) Life Satisfaction Index di Neugarten;
b) Satisfaction with Life Scale (SWLS) di Diener et al.;
c) Il singolo indice di felicità.
Un’altra categoria di definizioni che si riferisce al concetto di benessere denota una prevalenza di affetti positivi su affetti negativi, enfatizzando così la presenza di esperienze emotive piacevoli. Secondo Bradburn, infatti, la felicità è un giudizio globale che le persone formulano comparando i loro affetti negativi con quelli positivi. Bradburn ha costruito uno strumento autovalutativo, l’Affect Balance Scale, che più tardi è stato ripreso da Watson creando la Positive and Negative Affect Scales (PANAS) con cui si possono quantificare gli stati emotivi sia positivi che negativi in un arco di tempo precisato.
Altri ricercatori, inoltre, hanno fatto corrispondere il concetto di benessere psicologico con quello di varie componenti: ad esempio l’autostima, l’ottimismo, gli stati d’umore positivi, il locus di controllo e il senso di coerenza. In campo clinico, infine, il benessere è stato interpretato come assenza di sintomatologia legata a depressione, ansia ecc.
Remissione e guarigione
A tal riguardo in vari studi è stato utilizzato il Symptom Questionnaire di Kellner che associa a quattro scale sintomatologiche (ansia, depressione, somatizzazione ed ostilità) le corrispondenti scale di benessere (rilassamento, contentezza, benessere fisico e buona disposizione). Nell’ambito della psicopatologia, infatti, risulta essere di rilevante importanza la valutazione della remissione e della guarigione da un disturbo affettivo.
Un’ampia letteratura documenta la presenza di sintomi residui in pazienti con disturbi ansiosi e depressivi al termine del trattamento farmacologico e/o psicoterapico.
Tali sintomi implicano un esito prognostico negativo a lungo termine. Di conseguenza, nella valutazione della guarigione da un disturbo affettivo diventa essenziale non solo la completa remissione sintomatologica, ma anche il ripristino del benessere psicologico e di un funzionamento ottimale dell’individuo.
Il rapporto tra benessere e malessere, inoltre, sembra essere molto complesso e, in alcuni trials farmacologici, le sottoscale che misuravano il benessere si sono rilevate più sensibili di quelle sintomatologiche nel valutare gli effetti del trattamento.
Emerge quindi l’importanza della creazione e dell’utilizzo di strumenti psicometrici che diano innanzi tutto una valida formulazione concettuale di salute mentale o di benessere psicologico e che ne sappiano fornire una soddisfacente misurazione.
Benessere multidimensionale
Carol Ryff sostiene che la felicità non è tutto e che la struttura sottostante al benessere è molto più complessa di quanto la letteratura esistente ce la faccia apparire. Il benessere si presenta come un processo multidimensionale e dinamico che comprende vari e molteplici aspetti. Il modello della Ryff, recentemente introdotto al pubblico italiano, è stato utilizzato per creare un questionario autovalutativo (Psychological Well-Being, PWB) in grado di misurare le sei dimensioni del benessere proposte dall’Autrice:
- Autoaccettazione;
- Relazioni interpersonali positive;
- Autonomia;
- Controllo ambientale;
- Crescita personale;
- Scopo nella vita.
Questo strumento psicometrico è stato validato negli Stati Uniti, ha mostrato buone proprietà psicometriche ed è stato utilizzato in numerose ricerche. In Italia, il PWB è stato somministrato a pazienti con disturbi ansiosi e dell’umore.
Fonte: psicologia del lavoro
Edonismo
Dottrina morale, secondo la quale fine di ogni azione umana è, e non può non essere, il piacere che essa procura a chi la compie. In senso generale, l’edonismo si contrappone quindi ad ogni teoria che veda nella volontà morale la tendenza a un fine (virtù, obbedienza disinteressata a una legge) nettamente distinto, o addirittura contrapposto, a quello della propria soddisfazione, sia questa intesa in senso strettamente egoistico, o anche in senso altruistico.
L’edonismo propriamente detto considera l’azione nella sua puntuale presenza, e non sa ivi giustificarla se non in forza dell’attuale percezione di un valore pratico positivo, nel senso più elementare. Momento per momento, non si fa se non ciò che immediatamente piace.
Eudaimonia
Affrontiamo il problema della felicità, cercando di mostrarne pienezza di senso e manifestazioni autentiche, senza limitarci ad accoglierla nel suo semplice apparire e disparire nelle nostre mortali biografie. Questo è possibile, a patto che se ne ricostruisca la genesi a partire dalla filosofia greca, che ci ha lasciato in perenne eredità una serie veramente densa e cospicua di testimonianze.
Il termine greco per indicare la felicità è “eudaimonia”, che, nel suo significato originario, va tradotto con l’espressione “avere un buon Demone”, ovvero, essere abitati da divinità capaci di assicurarci una vita prospera dal punto di vista materiale. Erano, così, felici quegli uomini, quelle città o quelle regioni con un elevato benessere materiale.
In seguito, grazie soprattutto alla riflessione filosofica, il termine è stato interiorizzato, rivestito di un abito etico e, quindi, riferito all’intimità dell’uomo e al connesso esercizio dell’areté, della virtù.
Democrito ed Eraclito
A questo proposito, Eraclito afferma che se la felicità si identificasse immediatamente con i piaceri del corpo, anche i buoi sarebbero felici. Ma con ancor maggiore intensità così si esprime Democrito: “La felicità non consiste nel possesso del bestiame e neppure nell’oro, l’anima è la dimora della nostra sorte”. E ancora: “Ottima cosa è per l’uomo passar la vita conservando il più possibile la tranquillità dell’animo e affliggendosi il meno che si può. E si potrebbe vivere così, se non si riponesse il piacere in cose passeggere e mortali”.
Come si vede, la felicità e ricondotta all’anima, a quella disposizione interiore che, come ci ricorda ancora Democrito: “Ci è procurata dalla misura nei godimenti e dalla moderazione in generale nella vita, il troppo e il poco sono facili a mutare e quindi a produrre grandi turbamenti nell’animo”.
Fonte: Filosofia e felicità
Conclusioni
Abbiamo quindi visto come esistano effettivamente degli strumenti per la misurazione del benessere. Va tuttavia specificato e ricordato che il termine “soggettivo” non è a caso; infatti, come nella ricerca della felicità, il benessere rappresenta un obiettivo assai personale e legato alla percezione individuale. Abbiamo anche visto come esso sia già riscontrabile nell’antica filosofia greca, a dimostrare quanto rientri in quella sfera di questioni tanto care all’uomo.
Il benessere è uno stato di salute, felicità, armonia e contentezza. Tutti vogliono godersi il benessere. Quando le cose vanno bene nella tua vita, provi un senso di benessere. Essere sani, felici e avere amici sono tutti segni di benessere, mentre quando si perde il lavoro o ci si ammala gravemente, le persone che ci circondano saranno preoccupate per il nostro benessere.
Le persone che fanno lavori pericolosi, come i poliziotti o i soldati, vedono il loro benessere a rischio. Psicologi, filosofi, medici e molti altri professionisti sono costantemente a lavoro per trovare misure per valutare il benessere delle persone e per poterlo migliorare. (Frasicelebri)
“Non bisogna tenere in massimo conto il vivere come tale, bensì il vivere bene.” (Platone)