Sviluppo sostenibile: come migliorare il benessere ambientale?
Cosa vuol dire sviluppo sostenibile?
Oggi tutti noi parliamo di sostenibile, declinato in varie salse:
- economia sostenibile
- turismo sostenibile
- mobilità sostenibile
- agricoltura sostenibili
- acquisti sostenibili
- etc….
Sembra effettivamente che il concetto della sostenibilità sia entrato di diritto nella vita quotidiana degli italiani, probabilmente in alcuni paesi nel mondo questa mia affermazione è già realtà, qui credo che ci siano ancora ampi margini di miglioramento.
Così, abbiamo applicato questo concetto in quasi tutti gli ambiti della nostra vita, cerchiamo infatti di essere:
- sostenibili a casa (detersivi ecologici, riciclo dei rifiuti..etc)
- sostenibili a tavola (acquisti a Km zero, uso di cibo biologico, riduzione degl’imballaggi..etc)
- sostenibili a lavoro (boccioni dell’acqua, carta riciclata, gadget bio, etc..)
- sostenibili a scuola (borraccia delll’acqua, sana politica alimentare, educazione ambientale, etc)
- e via dicendo..
Navigando sul web, questa mia impressione si rafforza.
Risulta in crescita il trend delle persone che, prima di procedere all’acquisto, consultano il grado di ecosostenibilità del proprio marchio preferito, costringendo così le aziende ad attuare politiche che si discostano dal puro profitto.
Un buon esempio è la moda, anche in Italia si registra un cambio di direzione, le collezioni puntano su una produzione più etica e sostenibile, appunto.
Va segnalato che i prezzi degli indumenti sono ancora alti, di fatto la moda sostenibile ha processi interni più costosi dettati dai vincoli ambientali e sociali (diritti dei lavoratori).
Di fatto però, cosa sappiamo esattamente della parola sostenibile?
Da dove arriva? Qual è il vero significato?
L’etimologia ci spiega che deriva dal latino “sustinere”, ma è dalla fine degli anni ottanta che il termine ha acquisito il significato attuale. In pratica, con sostenibile si intende
quel processo di sfruttamento delle risorse per soddisfare le proprie esigenze che implica il rispetto della natura e la salvaguardia delle generazioni future, nei tre ambiti: ambientale, economico e sociale.
Spero abbiate apprezzato il mio dono di sintesi ma nel dubbio, qui potrete trovare tutte le informazioni necessarie!
Ci si è concentrati da prima sullo studio dell’impatto ambientale, preoccupandoci di analizzare e implementare azioni che permettessero la salvaguardia dell’ecosistema e biodiversità.
L’aggravarsi di “criticità” come il degrado ambientale, il cambiamento climatico e il sovraconsumo ha fatto sì che questo approccio fosse poi applicato anche negli altri settori della vita umana, passando così dall’ecosistema al famoso sistema, sancito poi nel 2005 al Il Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile del 2005 (WSSD )
Molti però ancora non sposano questo nuovo modello di vita.
(ammettiamolo, anche con tutte le buone intenzioni a volte è proprio difficile seguirlo… quanti di voi hanno smesso di acquistare dal solito supermercato sotto casa?)
Ad esempio c’è chi sostiene che il riscaldamento climatico ed i suoi conseguenti disastri ambientali sia la semplice conseguenza dell’evoluzione terrestre, un processo naturale dimostrabile dallo studio delle passate ere geologiche.
Alcuni climatologi spiegano il riscaldamento climatico come processo naturale, come dimostrerebbero studi sulle passate ere geologiche.
Gli scienziati dibattono da anni sull’argomento. Due anni fa, al Congresso internazionale di geologia a Città del Capo, è stata presentata l’ipotesi dell’individuazione di una nuova era: l’Antropocene.
Lo studio sembra basarsi su prove fisiche, climatiche e ambientali, ma anche qui gli esperti non abbracciano un’unica visione.
Io però non voglio aspettare a decidere.
Mi domando, ne siamo davvero sicuri? Chi di noi in fondo in fondo si sente un po’ un “Gretino”?
Gretino è il simpatico appellativo, che gioca ovviamente con la parola cretino, con cui vengono chiamati in maniera ironica i seguaci di Greta Thunberg (la conosciamo tutti e eviterò di tediarvi ulteriormente)
Per fortuna ci sono anche uomini coraggiosi che hanno deciso di stravolgere le loro politiche aziendali per il bene di tutti. E come sempre ..i detti popolari hanno sempre ragione, ricordate il famoso :
“Aiutati che Dio ti aiuta?” ecco, a premiare il coraggio di questi pionieri è il mercato.
Il green marketing ormai piace a tutti, consumatori inclusi.
La rivista canadese specializzata in sostenibilità “Corporate Knights”, durante il Il World Economic Forum 2019 (Davos, in Svizzera) ha reso noto la lista dei Global 100 : ovvero quelle aziende che a livello mondiale si sono contraddistinte per buona condotta in tema di etica del business, ambiente e temi sociali. Tra le nominate ne troviamo anche due italiane.
La cosa davvero degna di nota a mio dire è che l’azienda al primo posto è conosciuta a pochi, è danese e si occupa di conservazione naturale del cibo e si rivolge alle aziende, ma grazie al suo lavoro sono milioni le persone che prenderanno vantaggio dal loro lavoro.
L’economia circolare inoltre premia anche il mercato del lavoro.
A marzo 2019, durante il Focus Censis – Confcoperative “Smart &Green, l’economia che genera futuro“, presentato a Roma si è stimato un valore del 2,4 del Pil italiano, prevedendo la nascita di nuovi posti di lavoro, più di quelli generati dal settore digitale.
Il mondo dell’eco-industria è così distribuito: il 51% ca si concentra in attività di conservazione, mantenimento e miglioramento delle risorse naturali, la restante parte si concentra sulla diminuzione ed eliminazione dell’inquinamento.
Le statistiche segnalano grosse opportunità di crescita per il settore dello sharing e per le attività di riparazione.
Ora, mentre parlo con voi mi è balenata la malsana idea di darmi al mestiere di riparatore di scarpe, in fondo centinaia di manuali ci insegnano che il miglior lavoro è quello che coniuga il guadagno ad i tuoi interessi personali, giusto?
Direi che scarpe ed ecosostenibilità rappresentino già per me una ghiotta occasione!
Guadagnare facendo un servizio che fa stare bene le persone, mi aggiorna sul gusto del mio quartiere ed è pure ecosostenibile!!
(non scherzo sulla questione che fa bene al morale delle persone, il mio risuolatole di fiducia mi ha salvato spesso la mia vita sociale) ok… dopo corro a fare il business plan.. qualcuno di voi mi aiuta? suggerimenti ?
Tornando a noi, ricordiamolo ancora una volta.
Negli ultimi decenni gli effetti dell’uomo sugli ecosistemi ha abbattuto quasi definitivamente la capacità della natura di adeguarsi ai cambiamenti generando il famoso disequilibrio e quindi la conseguente instabilità ambientale.
Pensiamo all’emergenza della microplastica negli oceani, è nostro dovere riuscire ad applicare tutte le strategie che conosciamo per rendere il nostro impatto meno dannoso possibile.
L’esploratore Alex Bellini, tornando dal Gange ha dichiarato che secondo lui il fiume sacro è ormai irrecuperabile, non solo per le industrie che versano nelle acque i loro rifiuti, ma soprattutto per la per le abitudini della popolazione locale che da secoli assume comportamenti inquinanti.
Occorrerà un lungo processo di sensibilizzazione ed educazione ma chissà se il Gange avrà la forza di aspettarci?
Il WWW ha dichiarato, con il lancio del nuovo “Living Planet Report”, che entro il 2020 la popolazione globale di specie animali e vegetali potrebbe crollare del 67%.
Leggendo alcuni estratti del loro report, il documento a pubblicazione annuale che raccoglie tutte le informazioni sullo stato della biodiversità globale, ho trovato una delle definizioni di sviluppo sostenibile più apprezzabile, vi lascio il link per l’approfondimento, quine riporto una parte:
Sviluppo sostenibile
“Vuol dire imparare a vivere nei limiti di un solo pianeta. Quindi lo sviluppo sostenibile è la capacità della nostra specie di riuscire a vivere, in maniera dignitosa ed equa per tutti, senza distruggere i sistemi naturali da cui traiamo le risorse per vivere e senza oltrepassare le loro capacità di assorbire gli scarti e i rifiuti dovuti alle nostre attività produttive”
Ecco, vorrei concludere con questo augurio, al di là dei convincimenti personali, ci meritiamo un futuro equo e sostenibile, cominciamo da piccole cose, io vi lascio con queste simpatiche vignette che ho “rubato” a ehabitat, le trovo bellissime!
A presto, Viola
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Comments 1
Plastica, come ridurre il nostro uso quotidiano – cataldi.com
Sep 18, 2019[…] ps: avete letto il mio precedente articolo? […]