Revenge Porn: uno degli aberranti fenomeni più diffusi del web
Revenge Porn: che cos’è?
Il Revenge Porn è quel tipo di pratica che indica la condivisione pubblica, di immagini e video, tramite internet. Questo tipo di azione avviene, chiaramente, senza il consenso dei protagonisti stessi, presenti nei contenuti multimediali sopracitati. Si parla di abuso psicologico, sessuale, il quale ha lo scopo di umiliare, di vendicare la rottura di una relazione e tanto altro.
E le vittime aumentano sempre di più
Il Revenge Porn ha assunto dimensioni assai preoccupanti, specialmente nell’ultimo periodo. Gli episodi di tale tipologia di vendetta sfruttano i mezzi di comunicazione come Telegram, ossia un servizio di messaggistica istantanea e broadcasting basato su cloud. Su Telegram, esistono gruppi con migliaia di iscritti nei quali vengono condivise immagini di qualunque genere. Abbiamo a che fare con pedopornografia, stupri di gruppo virtuale, organizzazioni di azioni di stalking. E la lista non termina qui. Talvolta, sono gli stessi genitori a mettere in rete foto dei propri figli, ponendo domande su come praticare violenza su di loro.
Anche il cantante Federico Lucia, in arte Fedez, ha recentemente denunciato uno di questi gruppi alla Polizia postale. Aveva ricevuto diverse segnalazioni da parte delle vittime, le quali si sono rivolte personalmente a lui e alla moglie Chiara Ferragni, sperando che la loro influenza potesse, in qualche modo, aiutar loro a ricevere la giusta attenzione.
Oltre alle immagini…
È vero che il Revenge Porn si riferisce, alla condivisione pubblica di contenuti multimediali. Tuttavia, negli anni, il materiale condiviso ha incluso ulteriori varianti, come numeri di telefono, indirizzi e profili social appartenenti alle vittime. Così, quest’ultime, oltre ad essere umiliate, vengono stalkerate e tartassate di chiamate, messaggi e richieste indesiderate.
Questo genere di gruppi vengono bannati ma rinascono sistematicamente. Ecco perché la maggior parte di essi, nel momento in cui vengono aperti, hanno già un messaggio fissato che rimanda immediatamente al gruppo di riserva.
Uno degli ultimi casi è stato segnalato da una ragazza, la quale è venuta a conoscenza del fenomeno e lo ha denunciato tramite Twitter.
“Buonasera, Polizia di Stato, volevo segnalarvi questo ENORME problema. In questo gruppo su Telegram vengono mandate foto di ragazzine minorenni e PRIVATE, oltre a del materiale pedopornografico (e non) dopo sussegue anche una violenza verbale e psicologica. Per favore, aiutateci” scrive.
“Riscatti sessuali”
Si è scoperto che a compiere Revenge Porn siano prevalentemente persone legate sentimentalmente alla vittima, prima, dopo o durante l’azione. Si tratta di coniugi, compagni, fidanzati e anche amici che, di fronte alla fine della propria storia d’amore od a un amore non corrisposto, si sentono liberi di vendicarsi pubblicamente su chi li ha abbandonati o rifiutati.
Le fotografie condivise non sono state necessariamente scattate dai carnefici, così come i video; talvolta, capita che siano le stesse vittime ad averle inviate precedentemente al fidanzato o al coniuge, quando la relazione andava a gonfie vele. Lo scopo, il 99% delle volte, è quello di fare sexting, specialmente nel momento in cui i partner sono costretti a portare avanti una relazione a distanza. E sebbene le intenzioni siano buone, tuttavia si rischia di mettere a repentaglio la propria salute psicologica e non solo.
Le conseguenze del Revenge Porn
Essere umiliati pubblicamente, stalkerati e assaliti da richieste indesiderate può danneggiare gravemente la salute psicologica della vittima in questione. Risulta assai complicato gestire con positività azioni di questo genere, se non impossibile. Molti dei soggetti presi di mira cominciano a soffrire di profonda depressione, attacchi di panico, ansia ed eccessivo stress. Nei casi più gravi, la vittima tenta il suicidio. Infatti, il Revenge Porn viene definito anche “cyberstupro” per gli effetti incredibilmente devastati che ha sulle vittime. Essi vengono considerati gli stessi di una violenza sessuale effettiva, in quanto – tale condivisione di materiale sessualmente esplicito invade letteralmente l’intimità della persona violata.
Le statistiche
Almeno il 50% degli individui hanno riferito di aver subito molestie sessuali,
stalking online e tentativi di stupro dagli utenti che sono entrati in
possesso di immagini e video in cui venivano ritratti e/o ripresi.
Inoltre, l’82% delle vittime hanno
accusato danni psicologici anche a livello sociale e/o occupazionale e
secondo le statistiche, solo il 42%
di essi hanno richiesto un supporto psicologico.
È possibile difendersi dal Revenge Porn?
Per contrastare e perseguire il Revenge Porn, diversi paesi a livello mondiale hanno deciso di seguire una linea rigorosa e adottare normative che possano assicurare giustizia alle vittime. Alcuni di questi paesi sono: Germania, Israele, Regno Unito e trentaquattro stati presenti negli USA.
Per quanto riguarda l’Italia, fino all’agosto 2019 non vi era una vera e propria legge in grado di rendere il Revenge Porn un reato effettivo. Infatti, l’unica possibilità che avevano le vittime era quella di rifarsi alla normativa sui reati di diffamazione, violazione della privacy, trattamento scorretto dei dati personali e, infine, estorsione.
Chiaramente, considerando che il
Revenge Porn è molto più che una semplice diffamazione, questo tipo di
strategia è apparsa insufficiente e, se vogliamo, inutile.
Solo grazie alla legge “Codice Rosso”,
tale fenomeno è stato ufficializzato come vero e proprio reato.
La pena
“Chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde, senza l’espresso consenso delle persone interessate, immagini o video sessualmente espliciti, destinati a rimanere privati – con – la reclusione da 1 a 6 anni e la multa da 15.000 a 15.000 euro”.
E non verrà punito soltanto chi avrà sottratto materiale pornografico, pedopornografico e quant’altro ma anche chi lo ha ricevuto e, a sua volta, diffusi ulteriormente.
Le persone sono molto di più
Ciò che va compreso è che gli individui che decidono di accogliere positivamente questa tipologia di pratica più che diffamatoria hanno bisogno di supporto psicologico più di tutti. Evidentemente sono state presenti, in passato, della carenze affettive, abusi – insomma, disagi che hanno portato loro ad aggredire, umiliare e denigrare le proprie vittime.
Non si tratta solo di sesso. Parliamo di azioni che, in qualche modo, generano eccitazione, potere. L’essere consapevoli di essere un passo avanti alla vittima, di poter controllarle la vita, di decidere personalmente il suo destino. Il sentirsi superiore, poter sovrastare, possedere il corpo di una donna (o anche di un uomo) senza che possa opporre resistenza. È questo che spaventa e inorridisce.
Ecco perché è importante capire chi si ha di fronte e fare il punto della situazione prima che i carnefici vengano in possesso di fotografie, dati personali e video che verranno sfruttati a proprio vantaggio.
Conclusioni
Il Revenge Porn è pericoloso ma non è impossibile da contrastare. Bisogna disporre di tanta forza d’animo e pensare alle conseguenze nel momento in cui si decide di regalare un po’ della propria vulnerabilità alla persona con cui stiamo, con cui – magari – abbiamo una relazione. Fidarsi è bene; non fidarsi è meglio.
Lo sportello per la sicurezza degli utenti del web lo trovate a questo link: https://www.commissariatodips.it/segnalazioni/index.html
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VIOLENZA SULLE DONNE IN QUARANTENA: "MASCHERINA 19" – cataldi.com
Apr 11, 2020[…] Assicurarsi di dire tutto alle istituzioni di aiuto per non cadere vittime del Revenge Porn. Per sapere di più su questo argomento basta cliccare qui. […]