Elisabetta Franchi: la stilista italiana, esempio di women’s empowerment
Elisabetta Franchi, questo il nome di una stilista, imprenditrice e mamma, una donna italiana carismatica e forte, che sa lottare per ciò in cui crede. Difficile non conoscere il suo brand, sinonimo di moda ed eleganza, ma forse non tutti conoscono la donna che sta dietro a questo nome. Come molti, Elisabetta Franchi ha dovuto superare grossi ostacoli, ma il suo successo dimostra che vale la pena seguire i propri sogni.
Elisabetta Franchi
- LE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE DELLA FAMIGLIA E L’ASCESA DELLA SUA CARRIERA
- LA STORIA D’AMORE CON SABATINO CENNAMO
- IL SECONDO MATRIMONIO
- CELYN B.: LE ORIGINI DEL BRAND
- IL MARCHIO ELISABETTA FRANCHI: LA STILISTA DECIDE DI “METTERCI LA FACCIA”
- L’AMORE PER GLI ANIMALI
- LA FONDAZIONE ELISABETTA FRANCHI ONLUS
LE DIFFICOLTà ECONOMICHE DELLA FAMIGLIA E L’ASCESA DELLA SUA CARRIERA
Elisabetta Franchi nasce nel 1968, tra le ristrettezze economiche di una famiglia bolognese in cui i cinque figli non possono contare su un padre. La madre, dal canto suo, ha altri due uomini, che comunque mancano nella quotidianità. Il papà, invece, è spesso in prigione e, quando ne esce, non si dedica comunque alla famiglia.
Eravamo cinque figli. Non ho potuto finire la scuola, servivano i soldi: cosi ho iniziato a lavorare a Bologna al mercato come commessa alle bancarelle, e lì ho imparato la sensibilità commerciale. Poi ho proseguito per sei mesi nel fine settimana facendo la barista e prendendomi la leadership, fino ad essere assunta in un’azienda, la Imperial di Bologna che realizzava, e lo fa ancora, il fast fashion, ossia il cosiddetto pronto moda.
È esattamente da qui che la Franchi comincia la sua ascesa. Elisabetta riesce infatti ad ottenere una posizione di spicco alla Imperial, ma deve uscirne: ha bisogno di creare il proprio marchio. L’amministratore delegato dell’azienda, Sabatino Cennamo, crede da subito in Elisabetta, ed è proprio lui a dargli il sostegno economico iniziale per spiccare il volo.
LA STORIA D’AMORE CON SABATINO CENNAMO
Cennamo non è solo un collega o un sostenitore per la Franchi, ma diventa anche il partner di una complicata storia d’amore. Sabatino Cennamo ha circa vent’anni più di Elisabetta e, quando i due si conoscono, lui ha già una famiglia. Questa situazione non impedisce ai due di innamorarsi, instaurando una relazione clandestina. La posizione di amante, però, sta stretta a Elisabetta Franchi, che mette quindi Sabatino di fronte ad una decisione: lei o la sua famiglia. La scelta di Sabatino si riassume in una frase che la stilista afferma, raccontandosi nel documentario Essere Elisabetta:
Una domenica lui è venuto da me e non è più andato via. Siamo stati insieme 17 anni.
Questo grande amore è coronato nel matrimonio e, soprattutto, nella nascita della figlia Ginevra. La Franchi non può però abbandonare la sua azienda e per questo, racconta, non può concedersi il lusso di cullare la sua bambina. Ad un solo anno dalla nascita della piccola, Elisabetta deve però affrontare un altro momento di grande dolore. Cennamo, dopo un anno di lotta contro la malattia, perde la vita nel 2008. La bambina, troppo piccola al momento della sua scomparsa, non ha ricordi del padre, ma la Franchi non può dimenticarlo. Sabatino Cennamo è anche colui che le ha permesso di realizzare il suo sogno, investendo il proprio denaro e lavorando al suo fianco. Purtroppo, però, Cennamo può vedere solo la nascita della casa di moda della moglie e non la crescita che ha in seguito.
IL SECONDO MATRIMONIO
Dopo questa perdita, da sola e madre di una bambina di un anno e mezzo, Elisabetta Franchi riesce comunque a portare avanti la loro azienda. Anche se il marito non ha potuto vedere la realizzazione del loro sogno, è stato lui a renderlo possibile. Per questo, all’entrata della maison, la Franchi ha voluto una foto proprio di Cennamo: è grazie a lui se questo marchio è nato.
La scomparsa di Cennamo lascia Elisabetta in un momento difficile, ma che non le impedisce di andare avanti. La stilista riesce infatti a guidare e far crescere il proprio brand, da un lato, e ritrovare il sorriso anche in campo sentimentale. La Franchi incontra, infatti, ad una festa Alan Scarpellini, il suo amore adolescenziale. Questo ritrovamento sfocia poi nel matrimonio dei due e viene coronato dalla nascita, nel 2013, del figlio Leone.
CELYN B.: LE ORIGINI DEL BRAND
Già nel 1995 Elisabetta apre un atelier chiamato “Le complici”. L’avventura imprenditoriale di Elisabetta Franchi inizia però tre anni dopo, nel 1998, quando la stilista fonda con Cennamo la società Betty Blue. Il nome ricorda quello della bambola Betty Doll, che la stilista, da bambina, si divertiva a vestire con degli stracci.
Sempre nel ’98, la Betty Blue lancia la prima linea di abbigliamento, chiamata Celyn b. Questo nome rievoca lo stile parigino e la lettera “b” è l’iniziale di Betta, diminutivo di Elisabetta. Il marchio nasce dunque in Italia, ma con l’obiettivo di essere esportato all’estero, anche se, per riuscirci, ci vuole qualche tempo. Gli obiettivi, comunque vengono raggiunti poco alla volta: nel 2002 apre il primo negozio monomarca a Viareggio. Seguono poi altri negozi: uno a Firenze nel 2003 e uno a Bologna nel 2005, fino a che arriva il desiderato debutto all’estero. Tra il 2006 e il 2007 aprono infatti più punti vendita Celyn b. in diverse città della Russia, che comprendono anche la capitale Mosca. In tutti i negozi monomarca viene venduta anche la bambola Betty, simbolo del percorso della stilista.
IL MARCHIO ELISABETTA FRANCHI: LA STILISTA DECIDE DI “METTERCI LA FACCIA”
Nel 2007 Celyn b. ha già ottenuto dei successi, ma la stilista capisce che il brand ha bisogno di un’identità più solida. Il marchio cambia quindi nome in Elisabetta Franchi Celyn b., per poi diventare esclusivamente Elisabetta Franchi nel 2012. Nel frattempo il marchio debutta alla Settimana della Moda di Milano, prosegue l’espansione all’estero e apre lo showroom.
Metterci la faccia e la mia vita era la cosa giusta da fare. Credo che oggi il mondo voglia sapere chi c’è dietro un abito, quali pensieri, quali progetti, quale impegno sociale. E io non mi nascondo.
L’idea alla base di questa scelta e del modo di agire della stilista è proprio di essere autentica coi suoi clienti e fan. L’attenzione e la vicinanza al cliente non possono che passare dai canali social. Elisabetta Franchi si impegna a pubblicare con costanza i suoi messaggi positivi. Ma non solo, la Franchi tiene ad un rapporto di vicinanza ed empatia con tutti gli uffici della sua azienda. La partecipazione in prima persona e la comunicazione orizzontale sono le qualità fondamentali di una leader capace di ascoltare gli altri. Questa strategia è, di sicuro, vincente, se ha portato la stilista a creare un impero da più di 300 dipendenti e cento milioni di fatturato.
Il significato del brand va oltre il business: è la realizzazione di un sogno e un modo per dare voce a chi non ne ha. Elisabetta Franchi, infatti, prende parti a molte attività di impegno sociale e ispira una “Tribù” di persone che la sostiene.
L’AMORE PER GLI ANIMALI
Elisabetta Franchi non si ferma neanche sul fronte sociale e il suo impegno va soprattutto a favore degli animali. La maison appoggia la filosofia cruelty free dal 2012, con il Fur Free Retailer Program e l’adesione, poi, al progetto Animal Free Fashion. Si tratta di un’iniziativa della LAV, la Lega Anti Vivisezione, di cui Elisabetta Franchi è Socia Straordinaria. Lo scopo del programma è quello di promuovere delle politiche di commercio che tengano conto dei diritti degli animali.
Il primo è un progetto per l’abolizione delle pellicce vere, il secondo è un programma che punta ad eliminare i materiali di origine animale. La sua azienda, inoltre, impiega solo carte certificate FSC per gli imballaggi. Le sue collezioni, quindi, escludono l’impiego della pelliccia e della piuma d’oca. La stilista infatti adotta sistemi e materiali innovativi che sfruttano la fibra di poliestere e l’ovatta
Nel 2015 il brand lancia anche EF loves dogs: una linea di accessori dedicata agli amici a quattro zampe, pensata per finanziare le organizzazioni animaliste. Lo stesso anno Elisabetta Franchi riceve il Premio Moda e Sociale, all’evento Tao Moda di Taormina, una rassegna di arte moda e cultura. Il premio le viene conferito per il suo impegno verso una moda sostenibile e le attività di charity.
Sono stata tra i primi marchi di moda a eliminare la pelliccia dalle collezioni, per fortuna poi molti altri brand, vedi Gucci e Versace, hanno seguito il mio esempio, perché hanno capito che si trattava di un’esigenza del consumatore. Ma io non l’ho fatto per questo, l’ho fatto per amore e le mie clienti lo sanno. Grazie ai social.
LA FONDAZIONE ELISABETTA FRANCHI ONLUS
La stilista ha inserito tutte le sue attività per la salvaguardia degli animali in un unico progetto, la Fondazione Elisabetta Franchi. Si tratta di una Onlus nata con l’obiettivo di creare a Forlì un rifugio per accogliere gli animali che vivono in condizioni precarie in strada. La Fondazione continua poi a sostenere le iniziative già intraprese dalla stilista prima dell’istituzione di questo progetto. “Non abbiamo bisogno di indossare una pelliccia per la nostra vanità”: questo è il motto che porta avanti coi suoi progetti benefici.
La Onlus si impegna ad operare anche in Asia, per combattere il fenomeno del Dog Meat Trade. Già prima della Fondazione, Elisabetta Franchi aveva finanziato la costruzione dell’Island Dog Village in Cina per salvare i cani vittime del Festival dello Yulin.
La Fondazione supporta inoltre molti canili che necessitano di beni di prima necessità e i volontari che si impegnano a favore degli animali.
Nel 2013, con l’adesione al progetto Dog Hospitality, Elisabetta è la prima italiana che permette ai propri dipendenti di portare i loro animali in ufficio.