CONSAPEVOLEZZA: IL VERO NEMICO È ALLO SPECCHIO
La consapevolezza è un fenomeno umano molto intimo, di estrema importanza. Non si tratta di una superficiale informazione, bensì di un’interiorizzazione della conoscenza. È una condizione in cui questo genere di cognizione si fa profonda, perfettamente in armonia col resto della persona. È quel tipo di informazione, di sapere, che dà forma alla disciplina, allo stile di vita, all’etica personale, rendendole completamente autentiche.
Proprio per la peculiarità della sua essenza, abbiamo qui preparato una serie di risposte ad una serie di domande, organizzate in modo schematico e di semplice lettura.
5 modi per approcciarci alla consapevolezza:
- COS’ È
- A COSA SERVE
- COME SI SVILUPPA
- COME SI MANTIENE NEL TEMPO
- L’AUTOSABOTAGGIO: IL VERO NEMICO È ALLO SPECCHIO
- I BENEFICI
Andiamo ora ad approfondirli insieme.
1. COS’È
La consapevolezza è quel genere di sapere che non si può inculcare. Non è nozionistica. È l’artefice del proprio e personale modo di rapportarsi col resto del mondo. È un sapere che ci identifica, capace di elevarci al di sopra dell’ignoranza e della piatta informazione. Come la consapevolezza del rischio, che non ci frena ma ci rende attenti. Della consapevolezza dei propri talenti e delle proprie capacità, che orientano ed entusiasmano.
Si può inoltre essere consapevoli del dolore, rendendoci compassionevoli e gentili. Consapevoli di essere amati, che ci fa sentire protetti e invulnerabili.
È quel genere di conoscenza e di status quo che ci bilancia e ci placa, quando tutto il resto diventa assordante.
2. A COSA SERVE
La consapevolezza è la condizione indispensabile per qualsiasi cambiamento: come si potrebbe mai pensare di cambiare una situazione, se non si è in grado di percepire correttamente quale sia il nostro stato attuale e di cosa necessiti?
Una persona consapevole è capace di prendere decisioni ponderate e intelligenti, scegliere e sviluppare convinzioni potenzianti abbattendo quelle limitanti. Mantiene uno stato emotivo positivo indipendentemente dalle circostanze. Impara a conoscere i meccanismi dei suoi processi mentali, comprendendo cosa faccia scatenare le sue emozioni e i suoi comportamenti. Si focalizza sulle cose importanti, accantonando le distrazioni.
Tutte cose che a scuola non ci insegnano. Né tantomeno, solitamente, in un’educazione tradizionale. È un lavoro interiore che finiamo con lo svolgere più o meno tutti, a seconda di quanto intendiamo volontariamente e lucidamente evolvere.
3. COME SI SVILUPPA
Tutto sta nel voler davvero apportare importanti cambiamenti nella nostra vita. Se vorremo farlo dovremo migliorarci, a partire dal nostro pensiero. I nostri pensieri generano le nostre emozioni, le emozioni sono quello che viene definito il carburante, l’energia che ci porta a compiere un’azione anziché un’altra.
Imparare a controllare i nostri pensieri e indirizzarli dove desideriamo sarà il primo passo che ci porterà ad avere le chiavi di noi stessi, del nostro presente, del nostro futuro e della nostra intera vita. In questo modo diventeremo responsabile al cento per cento delle nostre azioni, andando a sfruttare la nostra forza di volontà. Come?
Reagendo
In questo modo ad ogni evento della vita potremo decidere di reagire positivamente, con resiliente, senza continuare a subirla interpretando il ruolo di vittima. La consapevolezza non trova colpevoli, scuse e giustificazioni. Chiaramente non è semplice. Non si riesce ad essere consapevoli dall’oggi al domani. Ma se impareremo ad allenarla come un muscolo, giorno dopo giorno la svilupperemo sempre di più.
4. COME SI MANTIENE NEL TEMPO
Secondo il biologo e scrittore statunitense Jon Kabat-Zinn, aumentando la nostra consapevolezza, i cambiamenti nella nostra vita arriveranno da soli. Insegnante e promulgatore della mindfulness in occidente, Jon non si sofferma su un’affermazione vaga ed imprecisa. Questo ricercatore da anni dedica la sua vita a studiare e ad evidenziare scientificamente un aspetto che l’esperienza umana riconosce già da anni: l’introspezione e la profonda connessione con noi stessi ci aiutano a generare cambiamenti, talvolta anche fisiologici, duraturi.
Secondo lui grazie alla mindfulness riusciamo a prestare attenzione in modo più attivo al momento presente, il qui ed ora, senza cadere nel circolo vizioso del giudicare. Grazie allo sviluppo di questa capacità, riusciamo ad abbracciare la realtà delle cose nella loro vera essenza, fattore che risulta essenziale poiché curativo. Capace di cambiarci complessivamente, a tutti i livelli, poiché a lungo andare si può perfino presentare una trasformazione fisiologica a livello neurologico.
Ragion per cui la mindfulness è un ottimo metodo per far perdurare il nostro stato di consapevolezza nel tempo, rendendola parte della nostra routine e permettendole di arricchirci spiritualmente.
5. L’AUTOSABOTAGGIO: IL VERO NEMICO È ALLO SPECCHIO
L’autosabotaggio è, troppo spesso, il risultato del dialogo interno con noi stessi. La vocina interiore che ci suggerisce di rimandare, aspettare, non illuderci, procrastinare. Ci dissuade dai nostri tentativi di progredire, e questo può avvenire per diversi fattori per lo più, chiaramente, inconsci.
Per paura, per mancanza di fiducia, bassa autostima, visione pessimistica.
Una vera a propri zavorra che finisce, giorno dopo giorno, per consumarci.
Nella stragrande maggioranza dei casi, il vero nemico di noi stessi, siamo proprio noi stessi. Gli stessi che ci salutano e sorridono allo specchio, ogni volta che guardiamo il nostro riflesso.
Come fare allora?
Essere consapevoli, anche di starci autosabotando.
La consapevolezza sarà il nostro asso nella manica ogni qualvolta saremo sul punto di sentire nuovamente quei bisbigli che fanno capolino alle nostre spalle.
Con tanta mindfulness e una buona dose di forza di volontà, impareremo sempre più a riconoscerle quelle vocine che tentano di sabotarci.
E quando accadrà, dovremo – e sapremo – essere capaci di riconoscere quegli stati d’animo che non ci appartengono, provenienti da uno smodato, quanto naturale, istinto di conservazione.
Dall’alba dei tempi, l’essere umano è sempre stato propenso a salvaguardarsi, soprattutto ogni qualvolta abbia fiutato un cambiamento, che non sempre ha coinciso con un reale pericolo.
Ai nostri giorni siamo sempre più preparati al mondo che ci circonda, complici le innumerevoli informazioni che possiamo carpire quotidianamente dal web, prontamente a portata di mano.
Ragion per cui è piuttosto naturale avvenga frequentemente un autosabotaggio. Quanto sarà sano provvedere, relegandolo nell’angolino dal quale proviene.
6. I BENEFICI
Quando ci si sarà decisi ad affidarsi alla consapevolezza e a coltivarla, arriveranno i benefici. Tutti diversi e tutti interconnessi.
Si avrà una maggiore chiarezza mentale. Facendo il viaggio all’esterno della propria zona di comfort, si creerà automaticamente un vero e proprio salto che sarà in grado di scombussolarci, in un primo momento, per poi lasciare spazio al sottile filo conduttore della nostra intera esistenza.
Si sarà più percettivi, permettendoci di cogliere tutta quella serie di segnali che prima non sapevamo neanche che esistessero. Questo permetterà di creare una mappa molto più accurata della realtà in cui ci muoviamo.
Si sarà più capaci di percepire sè stessi in modo oggettivo, prendendo coscienza e conoscenza dei propri limiti, delle proprie debolezze. Spalancando automaticamente le porte al margine di miglioramento e alla crescita. Elementi indispensabili per la propria crescita personale.
Si avrà maggiore disciplina, insieme alla splendida abilità di dirigere i propri pensieri, tipico di una chiarezza mentale diversa dal solito.
Automaticamente, come tutto del resto, una maggiore pace interiore. Quando si aumenta la propria consapevolezza si diventa molto più equilibrati e ciò che avviene all’interno di noi stessi si rispecchia poi anche nella realtà esterna.
Senza contare che ampliare la nostra consapevolezza, studiarla, approfondirla e farla perdurare praticando mindfulness, non prevede alcuna controindicazione. Nè tantomeno effetti collaterali.
Conclusioni
Chiunque si approcci ad un percorso di crescita personale non potrà fare a meno di incontrarsi e scontrarsi con la consapevolezza.
È bene specificare che a nulla vale intraprendere un qualsiasi percorso interiore se non si ha l’effettiva voglia di mettersi in gioco.
E mettersi in gioco vuol dire davvero guardarsi allo specchio, chiedendosi come si sta. Tutti i giorni. Non lasciando nulla al caso.
Questo, sostengono in tanti, aiuterebbe ancora di più.
Come si fa a rendersi conto che qualcosa non va? Quando si comprende che determinate cose della vita che conduciamo ci mettono a disagio. Ci lasciano un senso di vuoto. Si possono migliorare.
Ma è anche vero che un percorso di questo tipo si decide d’intraprenderlo quando si è mossi e smossi da una profonda esigenza, che non troverà terreno fertile da nessuna parte, se non quando s’inizierà l’esplorazione.
Molto studiosi della mindfulness trovano estremamente utile munirsi di un quaderno o un diario, dove scrivere quotidianamente. I propri pensieri. I propri desideri. Le proprie paure, i propri limiti. Gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Rispondere ad un suggerimento del genere che non si ha tempo, implica una profonda mancanza di rispetto nei confronti di se stessi, dando modo alla nostra vocina di sottofondo autosabotatrice di sottolineare che non è importante. Che non siamo importanti.
Invece tutto quello che bisogna fare è ripartire da se stessi. E da ciò che abbiamo lasciato in sospeso.
Tanto che una volta che saremo usciti dalla nostra comfort zone, finiremo col chiederci perché non l’abbiamo fatto prima.
E il farlo il prima possibile ci consentirà di avere quanto meno rimpianti possibili.