Bambini e benessere: 5 storie di malessere da non dimenticare
Bambini e benessere: un binomio che dovrebbe essere indissolubile. Quando si parla di bambini vengono subito in mente immagini di benessere e di felicità. Bambini tra le braccia dei genitori, bambini che giocano, bambini che fanno merenda. Immagini insomma, legate a una visione tenera e ovattata dell’infanzia. Un periodo aureo nella vita di ogni persona, quello che più di tutti forma il carattere e la personalità. Questa immagine è spesso veritiera nei paesi cosiddetti sviluppati, in cui benessere e bambini sono indissolubilmente legati. Purtroppo non si può dire lo stesso per molte zone del mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Tralasciando la divisione geo-politica tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, diremo semplicemente che benessere e bambini sono fattori non coincidenti soprattutto in quelle zone del mondo dove è forte il malessere economico. E a questo vanno sicuramente aggiunte usanze e credenze ataviche, spesso difficilmente condivisibili.
L’infanzia negata
Bambini e benessere dunque non viaggiano all’unisono in molti paesi del mondo e se il problema è celato agli occhi della società del benessere, non significa che non esista. La Repubblica Centrafricana è il Paese al mondo dove le condizioni di vita per i bambini sono le peggiori; a seguire Niger e Ciad. Il primato dei Paesi più a misura di bambino spetta a Singapore, seguito da Svezia e Finlandia. L’Italia è all’ottavo posto, peggio solo di Irlanda, Germania, Slovenia e Norvegia, oltre che dei tre sul podio. Nel nostro Paese oggi si contano 1,2 milioni di minori in povertà assoluta. Questi risultati emergono dal nuovo rapporto sulle condizioni dei bambini nel mondo che scatta un’istantanea della condizione attuale dell’infanzia nel mondo. Bambini e benessere s’incontrano solo nei paesi ricchi?
Il rapporto di Save the Children
Tale rapporto si sofferma sui progressi significativi compiuti negli ultimi 20 anni per tutelare i diritti dei bambini. Nel 2000, si legge infatti nel rapporto, i minori derubati della propria infanzia erano 970 milioni, un numero che oggi si è ridotto di 280 milioni, assestandosi a quota 690 milioni. “Bambine e bambini che muoiono troppo presto a causa di malattie curabili, che non hanno cibo adeguato per vincere la malnutrizione, che non possono studiare e andare a scuola, costretti a lavorare o a sposarsi precocemente. In totale nel mondo sono 690 milioni i minori a cui è stata negata l’infanzia“. (Save the Children)
Spieghiamo i cinque casi più eclatanti di infanzia negata, che sembrano essere ignorati e dimenticati.
Bambini e benessere: 5 storie da non dimenticare
- SOLDATI BAMBINI
- LAVORATORI BAMBINI
- BACHA BAZI
- PROSTITUTE BAMBINE
- SPOSE BAMBINE
Andiamo allora ad analizzarli più dettagliatamente.
1. Soldati bambini
In alcuni paesi africani, sudamericani e asiatici, i bambini (Child-Soldiers) sono spesso soggetti a questo tipo di sfruttamento. Ai baby soldati vengono spesso somministrati degli stupefacenti, per poter interagire senza paura negli scontri senza arrendersi. Le bambine vengono spesso usate per scopi sessuali, per cucinare e addirittura per piazzare esplosivi. Spesso anche per aprire la strada all’esercito sul campo minato perché possono essere rimpiazzate più facilmente, non devono essere pagate e non si ribellano. “Quando si parla di bambini e benessere… dei loro carnefici”. I soldati bambini sono oggi tra 250mila e 300mila nel mondo. Pedine in giochi più grandi di loro, che, hanno causato, nello stesso arco temporale, 12mila tra morti e mutilati e 24mila violazioni a danni di minori.
2. Lavoratori bambini
In tutto il pianeta ci sono 250 milioni di bambini lavoratori. Il 61% in Asia, il 32% in Africa e il 7% in America Latina. Di questi il 5% lavora alle dipendenze delle grandi multinazionali nei paesi in via di sviluppo. Così, in Indonesia, in Pakistan, in Brasile, il capitale transnazionale costringe ragazzini e bambini a tessere dall’alba al tramonto tappeti, a cucire palloni di cuoio, a produrre scarpe da ginnastica. I settemila bambini del distretto di Sialkot in Pakistan, producono il 75% dei palloni di cuoio del mondo, la cui esportazione rende un miliardo di dollari l’anno. Venduti dalle famiglie poverissime e comprati da padroni senza scrupoli. Costretti a lavorare in condizioni schiavistiche, i bambini operai spesso non hanno né ferie, né un giorno di riposo. E non possono neppure andare al bagno durante le ore di lavoro. Bambini e benessere lontani anni luce insomma.
3. Bacha bazi
Il Bacha Bazi, che significa essere interessato ai bambini, è una forma di schiavitù sessuale, e di prostituzione minorile. I ragazzi non ancora adolescenti sono venduti a potenti uomini afghani per intrattenerli e compiacerli sessualmente. Hanno un’età tra 8 e 14 anni e rientrano quindi sia nella fattispecie della pedofilia che in quella della pederastia. In Afghanistan questa pratica è un business e molti adulti considerano i Bacha Bazi uno status symbol. I ragazzi, sono schiavi e debbono sottomettersi sessualmente agli adulti, pena lo stupro. I bambini sono venduti dalle famiglie più povere, dietro il pagamento di un compenso in denaro. In altri casi i Bacha Bazi possono essere degli orfani costretti a vivere per strada. Le autorità governative e locali fingono d’intraprendere pratiche atte a reprimere la schiavitù sessuale dei minori, poiché signori afghani che posseggono bambini schiavi sono ex comandanti militari.
4. Prostitute bambine
La prostituzione minorile è tristemente diffusa in ogni parte del mondo, ma assume dimensioni vastissime nel sudest asiatico. Il pensiero corre immediatamente alla Thailandia. In questo paese risale al XIV secolo, quando le prostitute erano schiave. L’abolizione della schiavitù, nel 1905, ha reso forzata la prostituzione illegale. La guerra del Vietnam ha dato poi nuova vita alla prostituzione thailandese. Si stima che dal 1957, al 1972, quando gli USA hanno ritirato le truppe da dal Vietnam le prostitute erano passate da 20mila a 500mila. Successivamente l’industria del sesso thailandese è esplosa, coinvolgendo ragazze sempre più giovani. Secondo ECPAT “a causa della natura nascosta di abusi sessuali su minori dati attendibili sono difficili per la compilazione”. La prostituzione minorile in Thailandia ha coinvolto 800mila bambini di età inferiore ai sedici anni nel 2004. Si stima che attualmente circa 30mila – 40mila bambini sono sfruttati nella prostituzione.
5. Spose bambine
Ogni anno nel mondo 12 milioni di bambine e ragazze al di sotto dei 18 anni, vengono date in sposa. In Bangladesh, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Niger e Sud Sudan più del 40% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni sono sposate. In Chad, Mali, Guinea, Burkina Faso e Madagascar sono il 30-40% delle ragazze 15-19 anni. Nonostante le leggi e le norme nel mondo dicano che le donne e le ragazze abbiamo gli stessi diritti degli uomini e dei ragazzi e che debbano essere trattate equamente, questo nella pratica non succede. Milioni di ragazze nel mondo crescono affrontando continue sfide; dal sopravvivere a gravidanze precoci, al non poter andare a scuola, a non avere il diritto di scelta sul proprio corpo, al non poter scegliere chi sposare e quando.
Conclusione
“A 13 anni, quando frequentavo la scuola primaria mi hanno obbligata a sposare un uomo molto più grande di me, di 30 anni. Ho vissuto con quest’uomo per un po’ ma non andavamo d’accordo per la differenza di età. Ho provato a scappare molte volte, ma ogni volta, mio padre mi riportava da lui. Non avevo scelta se non accettare tutto questo. Dopo un po’ sono rimasta incinta, e lui, ha cercato di picchiarmi. Ho provato a scappare due volte ma mi hanno sempre riportata da lui. Poi l’ho lasciato per sempre. Non si può vivere una vita con un uomo tanto più grande di te, un uomo che non hai mai incontrato prima, uno che ti obbligano a sposare. “Una ragazza dovrebbe andare a scuola e imparare e non esser forzata a sposarsi da bambina”. (Aisha)