Marie Curie: la vita della scienziata due volte Premio Nobel
Una mente brillante, una forte passione per lo studio e un’indescrivibile determinazione: Marie Curie è forse il miglior esempio di tutte queste doti. Una donna vissuta a cavallo tra il XIX e il XX secolo, che riesce a rivoluzionare il futuro della medicina. Ancora di più, Marie Curie sovverte i dogmi della sua epoca: si dedica agli studi scientifici, impensabili per le donne, e ottiene due Premi Nobel. È la prima persona a vincere questo premio due volte ed è l’unica donna a cui viene conferito in due discipline diverse.
Marie Curie
- GLI STUDI GIOVANILI
- IL TRASFERIMENTO A PARIGI
- LA SCOPERTA DELLA RADIOATTIVITÀ
- IL RICONOSCIMENTI INTERNAZIONALI E IL PRIMO PREMIO NOBEL
- L’ASCESA DELLA CARRIERA SCIENTIFICA E IL SECONDO PREMIO NOBEL
- L’ISTITUTO DEL RADIO E LA PRIMA GUERRA MONDIALE
- LA FAMA E L’AMORE PER LA SCIENZA
- GLI ULTIMI ANNI E I RICONOSCIMENTI
GLI STUDI GIOVANILI
Marya Sklodowska, più nota come Marie Curie, nasce a Varsavia nel 1867, mentre la Polonia è sotto il dominio russo. I genitori sono insegnanti, particolarmente attenti all’istruzione dei figli. Fin da giovane, Marya si dimostra un’eccellente studentessa, ottenendo anche una medaglia per i suoi meriti, al termine della scuola secondaria. La famiglia cade poi in povertà e Marya cerca di contribuire all’economia domestica, lavorando come istitutrice. In quegli anni entra anche a far parte dell’Università volante, un’organizzazione informale di giovani che vogliono portare avanti i propri studi. La giovane, però, aspira a maggiori stimoli intellettuali e desidera avere accesso agli studi superiori. Questo è impensabile per una ragazza polacca dell’epoca: le università sovietiche sono chiuse alle donne.
IL TRASFERIMENTO A PARIGI
Con l’aiuto della sorella Bronya, studentessa di medicina a Parigi, anche Marya decide di spostarsi nella capitale francese. Qui la giovane si iscrive alla Sorbona, una delle poche Università in cui le donne sono già ammesse nel XIX secolo. A Parigi Marya si laurea in Fisica nel 1893, con risultati eccellenti, tanto da ottenere un premio dalla Polonia. Il suo Paese natale le consente infatti di laurearsi in Matematica l’anno successivo.
In quel periodo Marya cerca un laboratorio dove poter condurre delle ricerche sulla misura delle proprietà magnetiche dell’acciaio. La viene allora suggerito di rivolgersi a Pierre Curie, professore della scuola di Fisica e Chimica Industriale di Parigi. Questo incontro rappresenta la svolta della sua carriera e della sua vita. I due infatti si innamorano e si sposano nel 1985, da qui prende il nome di Marie Curie.
Mi parve giovanissimo, benché avesse già 35 anni. Fui colpita dal suo sguardo limpido e dal leggero senso di noncuranza che ispirava il suo fisico allampanato. Il suo modo di parlare lento e riflessivo, la sua semplicità e il suo sorriso, a un tempo serio e giovanile, mi ispirarono fiducia. La conversazione, incentrata su alcuni problemi scientifici sui quali ero interessata alla sua opinione, si fece sempre più amichevole.
LA SCOPERTA DELLA RADIOATTIVITà
I due coniugi Curie iniziano, dalla loro unione, a lavorare fianco a fianco su progetti di ricerca. Pierre e Marie Curie concentrano soprattutto i loro studi sul fenomeno della radioattività, approfondendo le ricerche di Antoine Henri Becquerel. Questo scienziato nel 1896 aveva accidentalmente scoperto le proprietà radioattive dell’uranio, mentre stava studiando la fosforescenza. Questa scoperta affascina Marie Curie: secondo le sue considerazioni, la radiazione è una proprietà degli atomi dell’uranio, che deve esistere anche in altri elementi.
Inizia così una ricerca sistematica della radioattività e scopre che esiste anche nel torio: questo elemento, come l’uranio, viene estratto dalla pechblenda. I due analizzano allora questo minerale e scoprono che ha una radioattività superiore rispetto a quella dell’uranio e del torio al suo interno. Grazie a questa scoperta riescono così ad individuare altri due elementi radioattivi, ovvero il radio e il polonio. Quest’ultimo porta infatti il nome del Paese natale di Marie Curie.
I Curie pubblicano molti saggi scientifici a proposito di questi elementi e degli effetti delle radiazioni sulle cellule. Marie Curie, in particolare, nota che le cellule cancerose vengono distrutte più rapidamente di quelle sane, quando vengono esposte alle radiazioni.
IL RICONOSCIMENTI INTERNAZIONALI E IL PRIMO PREMIO NOBEL
Inizialmente le loro scoperte vengono ignorate, ma nel 1903 arriva il primo riconoscimento internazionale: la Royal Society di Londra onora i Curie della Davy Medal. Il mese successivo, l’Accademia di Svezia conferisce ai coniugi Curie e a Becquerel il Premio Nobel per la Fisica. Da questo momento Pierre e Marie Curie iniziano ad accrescere la loro fama anche in Francia e la loro vita ritirata subisce una scossa. L’università di Parigi crea appositamente per Pierre Curie la posizione di direttore di ricerca e professore di Fisica.
I coniugi, nel frattempo, danno anche alla luce due figlie Irène ed Eve, che crescono senza mai abbandonare il loro programma di ricerca. Nel 1905, poco dopo la nascita della secondogenita, Pierre viene eletto all’Accademia delle Scienze. Il 6 giugno di quell’anno i coniugi tengono, a Stoccolma, il loro discorso di accettazione al Premio Nobel.
L’ASCESA DELLA CARRIERA SCIENTIFICA E IL SECONDO PREMIO NOBEL
Pochi mesi dopo, Pierre viene travolto da un carro e perde tragicamente a vita nell’incidente. Marie Curie resta così sola con due bambine a carico, ma non abbandona l’attività scientifica. Marie viene invitata a prendere la cattedra di Fisica del marito e diventa così la prima donna a ricoprire una posizione di tale livello. Nel 1908, Marie Curie inaugura il primo corso al mondo di Fisica della radioattività. Parallelamente, si dedica anche alla redazione delle ricerche condotte col marito e nel 1910 pubblica il Traité de Radioactivité.
Marie Curie continua da sola le ricerche sugli elementi radioattivi e nel 1910 riesce ad isolare il radio sotto forma di metallo. In questo modo e con ai suoi studi sulle proprietà chimiche dell’elemento, la scienziata riesce a dare al radio una forma più facilmente lavorabile. Grazie a questo lavoro, Marie Curie viene così insignita, nel 1911 del secondo Premio Nobel, questa volta per la Chimica.
L’ISTITUTO DEL RADIO E LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Nel 1914 Marie Curie contribuisce alla fondazione dell’Istituto del Radio a Parigi e ne diventa la prima direttrice. Con le sue ricerche comprende che i raggi X permettono di localizzare degli oggetti estranei all’interno del corpo umano, agevolando la chirurgia. Questa scoperta si rivela particolarmente utile nel corso della Prima guerra mondiale, per curare i soldati feriti. Marie Curie ha infatti l’idea di creare degli autocarri-ambulanza, dotati di apparecchiature a raggi X, in grado di individuare ed estrarre velocemente le pallottole. Questi mezzi vengono chiamati Piccole Curie, in onore di Marie e della figlia Irène che collabora con la madre. Per raccogliere i fondi e sostenere i costi della guerra, la scienziata vende le medaglie d’oro dei premi Nobel vinti da lei e da Pierre.
A un anno dalla scomparsa della madre, Irène Curie, verrà poi a sua volta insignita del Premio Nobel per la chimica. Alla primogenita dei due scienziati, insieme al marito Frédéric Joliot, si deve infatti la scoperta della radioattività artificiale.
LA FAMA E L’AMORE PER LA SCIENZA
Marie Curie è una donna che riesce a conquistarsi l’ammirazione della comunità scientifica, quando alle donne non è nemmeno consentito di fare scienza. Nonostante i riconoscimenti, cerca però sempre di evitare interviste e discorsi pubblici. Albert Einstein, parlando di lei, dice:
È, fra tutte le persone celebri, la sola che la gloria non abbia corrotto.
Nel 1921 viene però invitata negli Stati Uniti, dove partecipa a diversi congressi, diventando anche un simbolo per i movimenti femministi. In occasione del suo viaggio, il presidente Harding le dona, da parte delle donne d’America, un grammo di radio, 100.000 volte più prezioso dell’oro.
Le sue scoperte non mancano si ricevere anche dei giudizi negativi. Nel 1933 viene criticata a causa dei risvolti pericolosi che la ricerca scientifica può avere sull’umanità. Marie Curie difende, però, i progressi della scienza e non perde l’entusiasmo per la natura e i suoi segreti.
Io sono tra quelli che pensano che la scienza abbia una grande bellezza. Uno scienziato nel suo laboratorio non è solo un tecnico: è anche un bambino posto di fronte a fenomeni naturali che lo impressionano come un racconto di fiabe.
La scienziata, peraltro, e anche il marito in precedenza, mettono sempre le loro scoperte a disposizione dell’umanità, senza ricevere denaro in cambio.
GLI ULTIMI ANNI E I RICONOSCIMENTI
Negli ultimi anni della sua vita, Marie Curie deve combattere contro una grave forma di anemia aplastica. Molto probabilmente, la malattia è causata dalla sua esposizione ai materiali radioattivi, di cui non si era ancora scoperta la pericolosità all’epoca.
Marie Curie muore il 4 luglio 1934 e il suo corpo viene sepolto accanto a quello del marito, in un cimitero parigino. Dopo il suo decesso, l’Istituto del Radio di Parigi viene rinominato Istituto Curie, in suo onore.
Nel 1995 le spoglie dei due coniugi vengono trasferite al Pantheon di Parigi e Marie Curie diventa quindi la prima donna a ricevere questo privilegio. La sua bara è stata avvolta in una camicia di piombo, per evitare i rischi delle contaminazioni da materiale radioattivo. Allo stesso modo, i suoi appunti si trovano tutt’ora dentro a scatole piombate, perché sono considerati pericolosi da maneggiare.
La scoperta della radioattività continua per decenni ad avere ricadute nel mondo scientifico e non. Ancora oggi, questa proprietà viene sfruttata per la cura del cancro, ma è purtroppo stata usata anche per scopi bellici. Nonostante gli impieghi più o meno positivi della radioattività, Marie Curie verrà sempre ricordata per la sua devozione alla scienza. La grande statura e la libertà del suo pensiero sono ancora fonte di ammirazione e ispirazione.