Donne e Covid-19: siamo guerriere, tra scienza e società
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I dati sulla correlazione tra donne e Covid-19 lo confermano: le donne resistono di più e muoiono meno degli uomini. Stando all’ultimo report rilasciato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) al 26 marzo 2020 i positivi di sesso maschile sono pari al 57,6% contro 42,4% di sesso femminile, a fronte di una percentuale di deceduti di sesso maschile pari al 70,4%.
Le percentuali generali mostrano che c’è una differenza di più di due volte nella mortalità e nelle patologie gravi fra uomini e donne. E’ indubbio che l’universo femminile resista meglio agli attacchi del nuovo coronavirus.
DONNE E COVID-19: La risposta potrebbe risiedere nella genetica
Una prima risposta a questa considerevole differenza viene fornita dall’immunologo Mantovani, secondo cui potrebbe esserci una correlazione nel sistema immunitario che sarebbe più efficace nelle donne. La stessa cosa varrebbe per l’assetto ormonale che rende la donna propensa ad una resistenza naturale maggiore contro alcune patologie per via della produzione di estrogeni.
Altra ipotesi ancora riguarderebbe la genetica, relativamente proprio ad alcuni geni che controllano l’entrata del virus. Due di questi geni si trovano proprio sul cromosoma X o sono regolati dagli ormoni femminili e sono direttamente coinvolti nell’invasione.
A provare a dare una spiegazione anche il ‘New York Times‘ che, attraverso uno studio, ha provato ad analizzare il comportamento delle donne che sarebbero più scrupolose nella prevenzione basilare come nel lavarsi le mani e nell’utilizzare la mascherina. Questo comporterebbe il fatto che il rapporto tra donne e Covid-19 sia inferiore rispetto a quella degli uomini.
Proprio ieri, 29 marzo, Italica Grondona, con i suoi magnifici 102 anni, è guarita dal coronavirus ed è stata dimessa dall’Ospedale San Martino di Genova. E’ stata definita la ‘Highlander’ contro questa battaglia.
DONNE E COVID-19: Le vera forza della donna è quotidiana
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Mentre si cercano correlazioni tra dati statistici e genetica, la vera forza della donna risiede nelle sue mani. “Le donne sono una vite su cui gira tutto“ scriveva Lev Tolstoj. Il tutto diventa ancora più corrobante quanto l’esercito di madri, figlie e mogli scende in campo in quella quotidiana routine che in realtà costituisce il motore del mondo.
In questo periodo delicato, in cui è stata rivoluzionata l’organizzazione del ménage con le abitudini di vita, i comportamenti di acquisto e i modi di lavorare, abbiamo dovuto reinventarci. Ricorrendo per lo più all’uso della tecnologia. Abbiamo dovuto ricercare un senso di ottimizzazione e responsabilità che riporteremo anche dopo, quando la fine della pandemia ci consentirà di riacquistare un ritorno alla normalità che sicuramente non sarà più quella a cui siamo abituati.
In tutto questo, la donna sta indubbiamente facendo passi più lunghi rispetto l’uomo. Basti pensare al senso di responsabilità di mamme lavoratrici che devono dividersi tra la gestione dei figli e lo smart working.
Lo smart working, però, in questi momenti di ritiro forzato, richiede da parte di ogni donna lavoratrice grande dispendio di energie, non solo mentali, ma anche e soprattutto fisiche conseguenti all’ulteriore impegno continuo degli incombenti casalinghi. Certamente ci sono molti uomini che in casa collaborano ma, si sa, di regola, il riferimento familiare privilegiato da figli e genitori restano ancora oggi, virus o meno, le mamme e le figlie.
Il potere di sapersi reinventare appare ancora più solido. Non soltanto fisicamente, ma anche e soprattutto emotivamente, lasciando spazio alla determinazione di volerne uscire, pronte ad esprimere pensieri positivi e di speranza per tutti. Si sa, la donna ha insita maggiore capacità di affrontare con tenacia e determinazione i cambiamenti e nello specifico in questo momento. Tende a contrapporre ai tragici numeri dei decessi quotidiani, la grande cura delle proprie famiglie e il forte senso di responsabilità verso i propri impegni lavorativi.
DONNE E COVID-19: Le donne in prima linea contro il Covid-19
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In Italia e in tutto il mondo le donne sono state le prime a dare dimostrazione delle proprie capacità.
A Wuhan, dove è stato accertato il primo caso positivo di Covid-19, di grande impatto è stato l’impegno e la determinazione dimostrata dalla vicepremier Sun Chunlan, l’unica donna nel Politburo del Partito Comunista a mettersi in prima linea. Si è fatta portavoce di una battaglia sanitaria a favore dei pazienti. La vicepremier ha controllato i lavori per la costruzione dei nuovi lavori, ha gridato a chiare lettere le proprie idee e le priorità necessarie in un paese dove la donna ancora fatica a trovare la giusta considerazione.
La lista a Wuhan è lunga ed ogni donna meriterebbe di essere nominata. Tra loro ci sono Zhanhg Jixian, primario di medicina respiratoria presso l’ospedale provinciale dell’Hubei, tra le prime a dare l’allarme del Coronavirus. E ancora l’epidemiologa Li Lanjuan che ha dovuto parlare ai cittadini per informarli di quella che era la situazione.
Lo stesso Feng Yuan, cofondatore di Equality, dopo aver ammesso che la Cina tende ad affidarsi agli uomini nelle situazioni di crisi nazionale, ha inoltre detto che in realtà “sono le donne che svolgono ruoli molto importanti nella battaglia contro questa malattia, in un momento difficile“.
L’Italia può vantare il contributo di tre ricercatrici dello Spallanzani di Roma: Maria Rosaria Capobianchi, Concetta Castilletti e Francesca Colavita. Queste tre donne sono riuscite ad isolare il virus in tempi record, studiando l’RNA su due pazienti ricoverati nel nosocomio.
DONNE E COVID-19: Il coraggio delle donne sempre e comunque
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Nella lista a cui un omaggio particolare va alla forza e alla determinazione delle donne inizia con i grandi nomi, ma include ciascuna di noi che riesce a vincere ogni giorno per le più piccole conquiste quotidiane.
E’ impossibile non poter ringraziare tutte le operatrici sanitarie che lottano giorno dopo giorno tra i reparti ospedalieri. Queste donne si sottopongono ad un continuo rischio di contagio e sono costrette, purtroppo, a rimanere a debita distanza dai propri figli e i propri genitori. Secondo le percentuali, in tutto il mondo, quasi il 70% degli operatori sanitari sono donne. Solo nella provincia di Hubei si conta il 90% di infermiere.
Un ringraziamento va alle commesse e le lavoratrici della distribuzione alimentare, grazie alle quali ogni giorno le nostre buste della spesa sono piene.
Di pari passo grande riconoscenza meritano coloro che sono stati definiti ‘gli invisibili’. Questi sono gli addetti alla pulizia dei reparti ospedalieri, non meno o più a rischio di contagio, rispetto agli operatori sanitari.
E poi infine, ma non meno importanti, dobbiamo essere grati a tutte le donne che conosciamo. Mamme che ogni giorno devono dare sfoggio di creatività per intrattenere i propri figli alla ricerca di passatempi sempre più stimolanti ed educativi. Figlie che antepongono il proprio benessere a quello dei genitori, rassicurano i più anziani che tutto andrà bene e si fanno coraggio anche e soprattutto per loro. Mogli che ci sono sempre. Che con quattro occhi e dieci mani riescono a gestire famiglia, casa e lavoro con doti da prestigiatore. Donne che hanno dovuto rinunciare a degli affetti a causa della quarantena, dovendoli prima ancora tutelare. A tutte quelle donne che talvolta dimenticano di essere tali prima ancora di ricoprire un ruolo nella società.
CONCLUSIONI
Da questa lotta tutte noi ne usciremo cambiati e si spera si inizierà a dare maggiore importanza alle emozioni vere. Abbiamo dovuto ribaltare le nostre priorità, riconsiderare ogni passo compiuto ed ogni progetto intrapreso. Sarà più dura quando finalmente avremo la consapevolezza che pian piano potremmo essere idonei nel tornare ad una vita normale.
Ma la donna ha dimostrato, sta dimostrando e sempre dimostrerà che è proprio nei momenti più difficili che ce la può fare, trovando forza anche per chi non ne ha.