Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): diagnosi e terapie
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Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): sono disturbi del neurosviluppo che si manifestano come deficit nelle abilità strumentali di lettura, scrittura e calcolo. Influenzano i risultati scolastici e le attività quotidiane che richiedono tali capacità. Possono avere anche ricadute a livello sociale, con una ridotta realizzazione delle potenzialità sociali e lavorative del soggetto affetto. I disturbi specifici di apprendimento si verificano in soggetti con intelligenza almeno nella norma, caratteristiche fisiche e mentali nella norma e la capacità di imparare.
Le cause
La causa dei Disturbi specifici dell’apprendimento è legata a disfunzioni neurobiologiche. Esse interferiscono con il processo di acquisizione della lettura, della scrittura e delle abilità di calcolo. Anche i fattori ambientali contribuiscono a definirne l’espressività, il grado di compromissione e di adattamento. Anche la familiarità è un fattore importante di tali disturbi. In Italia i DSA hanno una prevalenza che oscilla tra il 3,1 % e il 3,2 % della popolazione in età evolutiva.
I sintomi
Come principali sintomi dei disturbi specifici dell’apprendimento si manifestano prestazioni al di sotto della soglia patologica ai test standardizzati, somministrati individualmente, di lettura, espressione scritta e calcolo. I test sono effettuati per età del soggetto e per classe frequentata. Il livello di sviluppo cognitivo è nella norma e non ci sono problemi agli organi di senso.
Quali sono i principali DSA?
I disturbi specifici di apprendimento più frequenti sono:
- DISLESSIA
- DISGRAFIA
- DISORTOGRAFIA
- DISCALCULIA
- DISTURBO SPECIFICO DEL LINGUAGGIO
- DISPRASSIA
Andiamo ad analizzarli in modo dettagliato.
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DISLESSIA
La dislessia è la difficoltà di leggere e scrivere in modo corretto e fluente, che emerge all’inizio della scolarizzazione e si mantiene per tutta la vita. Le cause della dislessia sono ancora poco chiare. La teoria più attendibile ritiene che dipenda dall’anomala espressione di alcuni geni correlati al linguaggio e alla capacità di lettura. Attualmente esistono diverse strategie di supporto. Sebbene non consentano la guarigione, permettono di colmare in modo importante le difficoltà di lettura e scrittura.
DISGRAFIA
La disgrafia è un disturbo specifico della scrittura che riguarda la competenza grafo-motoria. Le maggiori difficoltà riguardano le abilità motorie e visuo-spaziali e l’elaborazione linguistica. Emerge quando la scrittura comincia la sua fase di personalizzazione, di solito in terza elementare. Nelle due classi precedenti lo sforzo e il disordine sono in genere determinati dalla fatica dell’apprendimento. In terza il gesto è abbastanza automatizzato da lasciar spazio alla spontaneità e quindi all’evidenziazione della difficoltà.
DISORTOGRAFIA
La disortografia è il disturbo che coinvolge la correttezza della scrittura, cioè la capacità di scrivere rappresentando correttamente i suoni e le parole. La transcodifica del linguaggio orale nel linguaggio scritto si manifesta con errori fonologici e non fonologici. Gli errori fonologici rappresentano la capacità compromessa di far corrispondere il suono al segno: ne sono esempi la sostituzione di lettere simili (t al posto d, b al posto di v), l’aggiunta o la mancanza di lettere e sillabe, inversioni di lettere all’interno di una parola. Gli errori non fonologici sono le separazioni e fusioni illecite (“la voro” invece di “lavoro” “ilcane” invece di “il cane”) e gli scambi o le omissioni di grafemi come “o” al posto di “ho” o “qucina” invece di “cucina”, l’aggiunta o l’omissione di lettere doppie.
DISCALCULIA
La discalculia è il disturbo specifico del sistema dei numeri e del calcolo in assenza di lesioni neurologiche e di problemi cognitivi più generali. Essa infatti si manifesta nonostante un’istruzione normale, un’intelligenza adeguata, un ambiente culturale e familiare favorevole.
Tale disturbo coinvolge l’acquisizione di abilità relativamente semplici, come la scrittura e la lettura dei numeri e il sistema del calcolo. Viene suddivisa in primaria e secondaria.
La discalculia primaria rappresenta il disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche. La discalculia secondaria si presenta associata ad altri problemi di apprendimento (dislessia, disgrafia). In queste situazioni ci si occuperà soprattutto del problema dislessia e della sua riabilitazione.
DISTURBO SPECIFICO DEL LINGUAGGIO
Il disturbo specifico del linguaggio è un disturbo evolutivo del linguaggio. Fa parte della famiglia dei Disturbi Evolutivi Specifici perché non è collegato o causato da altri disturbi evolutivi del bambino, come ad esempio ritardo mentale o perdita dell’udito. I disturbi del linguaggio che insorgono in età prescolare ( 2 -6 anni), hanno generalmente evoluzione benigna e sono piuttosto diffusi, arrivando a colpire il 5% della popolazione infantile. Sono alterazioni transitorie legate allo sviluppo neurolinguistico epossono essere associate a difficoltà neuromotorie, sensoriali, cognitive o relazionali. Esse alterano la capacità di elaborare o articolare parole o frasi. Le anomalie possono riguardare la componente nervosa dell’espressione oppure l’apparato fonatorio .
DISPRASSIA
La disprassia è un disturbo che riguarda la coordinazione e il movimento e che può comportare problemi anche nel linguaggio (dal greco πράσσω = “fare”, quindi dis-prassia = “incapacità di fare qualcosa.”). Può essere definita come l’incapacità o la ridotta capacità di pianificare ed organizzare delle azioni intenzionali, finalizzate al raggiungimento di uno scopo specifico; un deficit dei movimenti volontari caratterizzato dall’assenza di altri deficit cognitivi e sensoriali evidenti.
Può derivare da un danno acuto al cervello (come una ferita alla testa o da un ictus) o essere parte di un disturbo demenziale che si sviluppa gradualmente più avanti nella vita. La disprassia può anche essere un disturbo dello sviluppo del cervello, che colpisce soprattutto i maschi. Esistono diverse varianti di questo disturbo che possono portare a difficoltà nell’esecuzione di attività motorie a livello singolo o multilivello come prendere una palla o tenere una matita o vestirsi. La disprassia verbale è invece una forma in cui l’individuo ha difficoltà nell’eseguire i movimenti bocca – lingua necessari per formare i suoni, portando a problemi con la parola.
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Diagnosi dei Disturbi specifici dell’apprendimento
Di fronte ai campanelli d’allarme identificati nel bambino, dalla famiglia o dalla scuola, bisogna sottoporre il bambino a una diagnosi accurata, mirata e individualizzata, svolta da un’Equipe di professionisti che utilizzerà l’ausilio di test specifici, tarati sull’età anagrafica e di scolarizzazione del bambino, come dicono le linee guida ufficiali. La diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento, può essere fatta solo da un Equipe, accreditata presso la ASL che seguirà le indicazioni e le linee guida stilate dalla Consensus Conference del 2011, con un approccio multidisciplinare, coinvolgendo differenti professionisti, facendo sì che la valutazione venga svolta tramite incontri specifici con la psicologa, la logopedista e la neuropsichiatra. A seguito dell’iter valutativo, l’Equipe produrrà una diagnosi e quindi una successiva Certificazione che attesta la presenza del Disturbo.
Le terapie
Gli interventi devono interessare sia il trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento, che l’organizzazione emotivo-relazionale. Questi ragazzi mostrano grande sofferenza psicologica legata ai vissuti delle loro carenze. Tali vissuti possono incidere sull’autostima e sulla motivazione ad apprendere. Spesso accade che il loro funzionamento sociale all’interno del gruppo classe risulti problematico. Inoltre, il percorso scolastico di questi soggetti è frequentemente segnato da ripetuti insuccessi. Gli esiti negativi sono spesso attribuiti a mancanza di impegno. Inoltre i ragazzi non vedendo riconosciute le proprie difficoltà, per proteggersi evitano i compiti e/o attuano comportamenti disturbanti. La conseguenza di ciò è la degenerazione delle relazioni con gli adulti. La terapia cognitivo-comportamentale è un intervento utile per prevenire certi disagi psicologici nell’ambiente scolastico e familiare e per trattare specifici problemi psicopatologici che possono evidenziarsi a seguito di una valutazione psicodiagnostica.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento a scuola: la legge 170/2010
La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati “DSA“. La presente legge persegue, per le persone con DSA, le seguenti finalità:
- a) garantire il diritto all’istruzione;
- b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità;
- c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali;
- d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti;
- e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA;
- f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi;
- g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione;
- h) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale.»
Il diritto allo studio degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento è garantito mediante molteplici iniziative promosse dal MIUR e attraverso la realizzazione di percorsi individualizzati nell’ambito scolastico. Ai sensi dell’art. 7, comma 2, della Legge 170/2010 si trovano le modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, le misure educative e didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento fin dalla scuola dell’infanzia, nonché le forme di verifica e di valutazione per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (di seguito “DSA”), delle scuole di ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione e nelle università.
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La Certificazione Diagnostica
Al fine di garantire agli alunni e agli studenti con disturbi specifici di apprendimento di usufruire delle misure educative e didattiche di supporto di cui all’articolo 5 della Legge 170/2010, gli Uffici Scolastici Regionali attivano tutte le necessarie iniziative e procedure per favorire il rilascio di una certificazione diagnostica dettagliata e tempestiva da parte delle strutture preposte.
Conclusione
L’inclusione in classe ha lo scopo di condurre tutti gli alunni di una classe a raggiungere il loro massimo livello di apprendimento e partecipazione sociale, valorizzando le differenze presenti nel gruppo classe. Le differenze sono alla base dell’azione didattica inclusiva e riguardano sia gli alunni che gli insegnanti e nella prospettiva della didattica inclusiva, le differenze, vengono accolte, stimolate, valorizzate, utilizzate come risorsa per la crescita del singolo bambino e del gruppo classe. “La didattica inclusiva può essere definita quindi come la didattica di tutti, basata su metodologie attive, partecipative e costruttive”.